La didattica a distanza torna a conquistare le camere degli studenti italiani. L’annuncio “Mai più dad” d’inizio anno scolastico fatto dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in quest’ultimi giorni è stato smentito dai fatti e dai numeri. In quindici giorni sono aumentati i focolai a scuola e di pari passo le quarantene insieme alle lezioni online. Nell’ultima settimana l’Istituto Superiore di Sanità ha registrato un aumento dei casi di Covid in tutte le fasce d’età e in particolare nella popolazione di età inferiore ai 12 anni: “Nel periodo 8 – 21 novembre 2021, in questa popolazione sono stati segnalati 31.365 nuovi casi
E l’effetto, nelle scuole, si vede: la normativa prevede il ritorno a distanza con tre positivi in classe. Ma le Ats in alcuni casi fanno valutazioni complessive sugli istituti. In Lombardia, in due settimane, si è passati da 842 contagi (dal 1 al 7 novembre) a 2.542 (21 novembre) con 902 classi a casa.
In Piemonte l’incremento è più ridotto, ma in una settimana sedici aule in più hanno perso i ragazzi tra i banchi arrivando a 250 sezioni tornate a imparare davanti al personal computer. In Friuli Venezia Giulia sono cresciuti i casi di classi in dad alle superiori dove da 26 della scorsa settimana si è passati a 64. Intanto in Campania si pensa ad un ritorno alle lezioni online per tutti almeno per un mese a partire dall’8 dicembre. Lo ha scritto il Mattino e lo confermano diverse fonti dell’Ufficio scolastico regionale a ilfattoquotidiano.it
Al lavoro anche altri uffici scolastici regionali per monitorare la situazione: in Emilia Romagna, il direttore Bruno Di Palma, non ha sulla sua scrivania dei numeri ma ammette di sapere che i contagi e le classi in quarantena sono molte di più negli ultimi giorni mentre Antonella Iunti, a capo dell’Usr della Calabria sta predisponendo un monitoraggio puntuale che sarà pronto la prossima settimana. In Sicilia, impossibile avere i dati (che dovrebbero essere pubblici): il direttore dell’Usr Stefano Suraniti ha deciso di parlare solo dopo l’ok del ministero.
L’idea di una scuola in presenza per tutto l’anno comincia a scricchiolare. Persino il ministro Patrizio Bianchi sembra essersi rassegnato tornando, agli Stati Generali della Scuola digitale, ad elogiare la dad: “Il Covid ha imposto la capacità di usare il digitale. Ma è partita l’onda irrazionale di caccia alla strega della dad. Credo che noi con coscienza e scienza dobbiamo essere attenti nel capire cosa è successo e come potere andare avanti. L’alternativa alla dad era l’assenza”.
In tutt’Italia è allerta, il virus non risparmia le scuole. Anzi. Tra i banchi, rispetto allo scorso anno è aumentato. Dati alla mano dell’Istituto superiore di sanità tra il 1 settembre 2020 e fine ottobre dello scorso anno e del 2021 si registra nel 2021 il 15,3% (+ 7.022) in più di contagi tra i bambini e i ragazzi di 0-19 anni. Nel dettaglio lo scorso anno con l’inizio delle lezioni i casi tra i piccoli da 0 a 9 anni erano stati di + 14.678 mentre quest’anno sono + 25.096. Tra i ragazzi tra 10 – 19 anni i casi nel 2020 erano aumentati do + 32.367 mentre quest’anno sono incrementati di + 27.971.
Numeri che vanno di pari passo con le quarantene e lo svuotamento delle aule. In Lombardia i più colpiti sono i bambini della primaria: tra i 6 e i 10 anni l’incidenza è di 276 contagi mentre la scorsa settimana era di 157. Al 21 novembre nella regione guidata da Attilio Fontana, erano 15.305 gli studenti a casa. Se guardiamo a Milano, si è tornati ai livelli di fine febbraio, inizio marzo del 2020 con 539 classi (9.886 allievi) a casa. Anche in Piemonte – secondo i dati forniti dalla Regione – sono le primarie a soffrire maggiormente con 98 classi in dad; seguono le medie (67 classi); le superiori (48) e infine l’infanzia dove solo 34 sezioni sono a casa.
Diversa la situazione in Friuli Venezia Giulia. Osservando i numeri forniti dall’Usr scopriamo che alle superiori in sette giorni si è passati da 286 casi di quarantena a 502 mentre alla primaria e alle medie sono persino calati. In Campania, intanto, è già scoppiata la polemica. La Regione vuole fermare le lezioni almeno per trenta giorni a partire dalla festa dell’ Immacolata a fronte dell’aumento dei casi ma presidi e genitori non sono per nulla d’accordo. I prossimi giorni la tensione è destinata ad alzarsi.