Il caso LabLaw finisce sul tavolo del consiglio di disciplina dell’Ordine degli avvocati di Milano. A riferlo è La Nazione, che torna sulla vicenda dello studio legale premiato dal mensile di settore Top Legal per l’attività svolta nel 2021, come l’”assistenza a Gkn per la chiusura dello stabilimento fiorentino e l’esubero di circa 430 dipendenti“, motivo di vanto sui social per i professionisti capitanati da Francesco Rotondi.
Il quale, ricordano La Stampa e Repubblica, è un consulente della Lega Nord scelto personalmente da Matteo Salvini e pure docente alla Scuola di formazione politica del Carroccio dove il 6 novembre ha tenuto una sessione su “I limiti della metamorfosi del lavoro. Dal contratto collettivo allo Smart working”.
Risale invece al 2015 la chiamata del giuslavorista a “far parte della commissione tecnica che si occuperà di elaborare una proposta di programma di Governo relativo alla materia del diritto del lavoro e del mercato del lavoro”. Qualche anno dopo Linkiesta lo definiva l’artefice del “successo” con cui la Lega “aveva affossato il decreto sui rider del M5s”. E lui non negava, spiegando che quello del rider “non è un lavoro che può portarti alla pensione e che può essere incasellato nella classica distinzione tra autonomi e subordinati. Se si vogliono mantenere questi lavoretti, non si può aumentare troppo il costo del lavoro”.
Quanto al Gkn e al premio Top Legal, per il ministro del Lavoro Andrea Orlando “dobbiamo riflettere su una società in cui diventa una medaglia avere assistito una multinazionale nel licenziamento in tronco di lavoratori”. Nell’attesa, l’ex presidente dell’Ordine degli avvocati di Firenze, Sergio Paparo ha sollecitato l’intervento deontologico dei colleghi di Milano. Il punto, a suo parere, è che l’atteggiamento ostentato da LabLaw nel post su Facebook poi cancellato “squalifica l’intera avvocatura”.
Dal canto suo il fondatore dello studio, nel pomeriggio di sabato ha affidato a un video di tre minuti la sua risposta alle reazioni scatenate dal giubilo del giorno prima per il premio. “Non esiste un premio per i licenziamenti, nessuno ha licenziato, nessuno ha voglia di licenziare, la comunicazione è stata strumentalizzata – è la difesa dell’avvocato -. Fomentare odio è inaccettabile, il mio studio cerca soluzioni per le aziende e anche in questo caso si sta pensando a una soluzione. Sono molto preoccupato per la sicurezza della mia famiglia, dei miei collaboratori e la mia famiglia”.