di Luca M. Esposito

Non molti sanno che, proprio in questi giorni, nelle nostre comunità di italiani residenti all’estero si stanno svolgendo importanti elezioni per eleggere i componenti dei Com.It.Es., una sigla che sta per Comitato degli Italiani Residenti all’Estero. In sostanza si tratta di un consiglio che ha il ruolo di rappresentare le comunità italiane nei confronti delle Istituzioni italiane, ma in alcuni casi anche nei confronti di quelle locali. Il suo compito è promuovere lo sviluppo sociale, culturale e civile della comunità di competenza con particolare riguardo alla partecipazione dei giovani, alle pari opportunità, all’assistenza sociale e scolastica, alla formazione professionale, al settore ricreativo, allo sport e al tempo libero.

Ma non solo, perché il Com.It.Es. ha anche l’obiettivo di tutelare i diritti e gli interessi dei cittadini italiani all’estero con particolare riguardo alla difesa dei diritti civili garantiti ai lavoratori italiani, controllando il rispetto dei contratti di lavoro e segnalando al Consolato le eventuali violazioni di norme dell’ordinamento locale, internazionale e comunitario che danneggiano cittadini italiani, potendo persino assumere autonome iniziative nei confronti delle parti sociali.

Le elezioni di questi organismi di rappresentanza si svolgono su “opzione”, il che significa che il cittadino italiano iscritto all’Aire e residente nella circoscrizione consolare dove si vota deve richiedere di essere inserito nell’elenco elettori e solo così potrà ricevere a casa un plico elettorale per esprimere la propria preferenza. Per legge sono eleggibili nei Com.It.Es tutti i cittadini italiani iscritti all’Aire, eccetto gli impiegati nelle sedi diplomatiche e gli amministratori o i legali rappresentanti di enti gestori di attività scolastiche o dei comitati per l’assistenza che ricevono finanziamenti pubblici, come ad esempio i patronati.

Oltre ad esprimere un parere sulle richieste di contributo da parte dello Stato fatte da enti e associazioni all’estero o dai media in lingua italiana, tra i compiti dei Com.It.Es. c’è infatti anche quello di ricevere informazioni sull’attività svolta dai patronati. Pertanto i responsabili di questi enti non sono considerati eleggibili nei Com.It.Es. per una evidente condizione di conflitto di interessi. L’estensore della legge si è però dimenticato (?) di specificare che questi ultimi dovrebbero essere anche incandidabili, e così i responsabili di patronato hanno la brutta abitudine di candidarsi sebbene siano ineleggibili, così da usare la propria influenza, soprattutto sui tanti pensionati, per attirare voti a favore di una lista a loro congeniale. Questa pratica scorretta ma molto diffusa ha dunque l’effetto di falsare il regolare svolgimento delle elezioni, portando all’esclusione di candidati in liste collegate soprattutto ai nuovi emigrati, che proprio dei Com.It.Es avrebbero maggiore bisogno.

A Melbourne però quest’anno si è andati perfino oltre. Il patronato Inas (quello per intenderci di emanazione diretta della Cisl) non solo ha candidato un suo responsabile in una lista, ma ha anche fatto propaganda elettorale per quella stessa lista, inviando a tutti gli elettori buste preaffrancate con sopra il simbolo del patronato. Oltre ad essere una pratica inopportuna e che si spera non sia stata finanziata con soldi pubblici, quanto accaduto rischia di avere anche marcati profili di illegittimità. Ogni candidato, infatti, può ricevere, se ne fa richiesta, l’elenco e i dati personali degli elettori votanti per svolgere una propaganda elettorale che altrimenti all’estero sarebbe impossibile fare. Ma nel maneggiare i dati sensibili dei votanti, si impegna ad usarli solo a titolo personale, per finalità di propaganda elettorale, e a non cederli a terzi. Allora qui la domanda sorge spontanea: come fa l’Inas ad essere in possesso di quei dati? Chi si occupa di verificare nel caso ci siano state violazioni? E il Ministero degli Esteri non ha nulla da dire a riguardo?

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