Elena Castelli, Segretario Generale della Fondazione Maruzza: “Vogliamo creare una narrazione delle malattie inguaribili che le faccia uscire dall’invisibilità. Di fronte a ragazzi con problemi di salute molto seri e complessi è normale non sapere come comportarsi: la loro realtà è fatta di terapie e assenze da scuola ma come tutti gli altri hanno bisogno di socialità, relazioni, scambi, normalità"
Un unicum nel suo genere, è uscito il primo videogioco che aiuta a sensibilizzare i più giovani sul tema della diversità, le malattie inguaribili e le cure palliative pediatriche. Si chiama DARE il game innovativo rivolto soprattutto a ragazzi tra i quattordici e diciannove anni, ideato dalla Fondazione Maruzza e presentato al Convegno Nazionale della Società Italiana di Cure Palliative (SICP).
In Italia sono 30mila i minori con una patologia inguaribile. Eppure, le cure palliative pediatriche sono poco riconosciute come strumento in grado di alleviare le sofferenze e garantire qualità alla vita dei minori malati. DARE ha un’alta valenza sociale, creato con il supporto di WISDOM Studio, e fa parte del progetto più generale pensato per le scuole secondarie di secondo grado “CPP – Come Partire Pari” che è un programma educativo che vuole formare i cittadini di domani, dando loro gli strumenti cognitivi e relazionali per poter parlare serenamente della malattia nei minori, fornendo loro le risorse per potersi attivare in favore dei loro coetanei ammalati, anche solo attraverso semplici gesti di gentilezza ed empatia, prerequisiti fondamentali per una reale inclusione.
DARE è disponibile gratuitamente (QUI). “Vogliamo creare una narrazione delle malattie inguaribili che le faccia uscire dall’invisibilità”, dice a ilfattoquotidiano.it Elena Castelli, Segretario Generale della Fondazione Maruzza. “Di fronte a ragazzi con problemi di salute molto seri e complessi è normale non sapere come comportarsi, come comunicare”, aggiunge. “La loro realtà è fatta di terapie e assenze da scuola ma come tutti gli altri ragazzi hanno bisogno di socialità, relazioni, scambi, normalità. La necessità di ricoveri, l’assistenza domiciliare, le limitazioni impediscono preziose opportunità di sviluppo, di gioco ed esperienza del sé necessari ad una buona qualità di vita. È importante – continua Castelli – favorire la conoscenza e la familiarità al tema dell’inguaribilità per far sì che ragazzi e famiglie che vivono la malattia non siano emarginati, isolati o dimenticati”.
Il percorso educativo di CPP per comunicare le cure palliative pediatriche nelle scuole secondarie ha visto un Comitato scientifico al lavoro per la progettazione dei contenuti e degli strumenti. Gli ideatori spiegano che oltre al videogame, è stato realizzato anche un manuale formativo dedicato ai ragazzi, che saranno, grazie all’utilizzo della metodologia “tra pari”, i veri protagonisti di questa esperienza in classe.
Il toolkit verrà poi distribuito ad un campione di scuole per la formazione e la distribuzione agli studenti. Nello specifico DARE racconta l’amicizia tra Zeno e Violetta, due adolescenti chiamati a confrontarsi con i pregiudizi e le emozioni legate alla disabilità e alla malattia inguaribile. Lo scopo del videogame? “È avvicinare i ragazzi delle scuole superiori al tema, conoscere le emozioni che possono scaturire durante l’incontro con una persona malata, come ad esempio disorientamento, curiosità, imbarazzo, paura, superamento del pregiudizio e stimolare un dibattito”, raccontano gli ideatori.
Il giocatore veste i panni di un adolescente ricoverato in ospedale a causa di un incidente. Il suo mondo è a pezzi e vede la sua vita in frantumi. Durante la notte una ragazza del reparto di neurologia pediatrica si rifugia in camera del ragazzo per sfuggire al turno di notte. La sua missione è raggiungere il distributore automatico al piano terra per prendere dei dolci. Il gioco presenta diversi livelli di difficoltà e l’utente dovrà combattere contro un nemico: l’avatar del pregiudizio.