Si complica “l’affare 787” che nell’ultimo mese si è mangiato mezzo miliardo di capitalizzazione del gruppo Leonardo, controllato al 30% dal Tesoro. Leonardo è uno dei fornitori chiave del colosso dei cieli statunitense Boeing per cui produce anche sezioni della fusoliera (la numero 44 e la numero 46) e gli stabilizzatori orizzontali del Dreamliner. Il 787 “Dreamliner” non è un aereo qualsiasi. Tecnologicamente è la punta di diamante dell’aviazione civile, fabbricato con materiali innovativi che ne riducono il peso e quindi i consumi. C’è molto meno alluminio che è sostituito da fibre speciali, carbonio soprattutto. Leonardo, costruisce nel complesso il 14% del velivolo, nei due siti di Grottaglie e Foggia.
L’aereo incontra da tempo una serie di problemi ed è da tempo sotto stretta osservazione da parte della Faa (Federal aviation administration, l’ente statunitense per la sicurezza dei voli). Criticità che non riguardano solo alcuni dei componenti forniti da Leonardo. Secondo un nuovo documento della Faa di cui dà conto il Seattle Times sarebbero emersi ad esempio anche problemi di contaminazione della fibra di carbonio realizzata dalla giapponese Mitsubishi Heavy Insustires oltre difetti di fabbricazione a punti di congiunzione in prossimità delle porte di prua e di poppa che chiamerebbero di nuovo in causa Leonardo.
Nessuno di questi elementi costituisce un “immediato problema sulla sicurezza” ma sono fattori che potrebbero imporre un ciclo abbreviato di manutenzione. Il comitato del Senato statunitense che si occupa di trasporti ha chiesto alla Faa di visionare i risultati delle nuove indagini sul 787 domandandosi se il programma di verifiche in atto sia sufficiente per gestire i problemi che sta presentando l’aereo. A sua volta la Faa ha sollevato dubbi sui metodi utilizzati da Boeing nel condurre le sue ispezioni sui fornitori.
In attesa di risolvere la questione sono circa un centinaio i “dreamliner” bloccati nelle fabbriche e nei depositi di Boeing per un controvalore di 20 miliardi di dollari (17,7 miliardi di euro). Il costo causato dai problemi al 787 sarebbero ormai sopra il miliardo di dollari. Gli aerei che montano componenti da revisionare sarebbero circa 450 e, secondo quanto scrive il Wall Street Journal le consegne di 787 sarebbero sospese almeno fino ai prossimi febbraio/marzo. Boeing non ha commentato l’indiscrezione.
Lo scorso 14 ottobre il gruppo Leonardo ha perso 300 milioni di euro di capitalizzazione in meno di un’ora. Le vendite sono scattate appena l’agenzia Bloomberg ha diffuso la notizia che riconduceva a Leonardo alcuni dei componenti dell’aereo non conformi alle richieste di Boeing. Si tratterebbe di elementi di congiunzione tra parti della fusoliera che non conterrebbero una quantità di titanio inferiore a quanto richiesto. Oltre al danno di immagine, si potrebbe aprire la strada per richieste di risarcimenti. Lo stesso 14 ottobre Leonardo ha diffuso una nota per spiegare che le parti sotto esame provengono dal subfornitore Manufacturing Processes Specification (Mps).
“In merito alle notizie sul riscontro di difetti nei componenti prodotti per il B787, Leonardo fa sapere che si fa riferimento al subfornitore Manufacturing Processes Specification Srl qualificato anche da Boeing. Il suddetto subfornitore è sotto indagine da parte della magistratura per cui Leonardo risulta parte lesa e pertanto non si assumerà potenziali oneri a riguardo. Inoltre Manufacturing Processes Specification S.r.l non è più fornitore di Leonardo”, recita la nota del gruppo guidato da Alessandro Profumo e partecipato al 30% dal ministero del Tesoro. La puntualizzazione non ha però rassicurato i mercati visto che il titolo della società non ha mai più recuperato i valori precedenti. Anzi, nell’ultima settima, dopo le notizie sugli ulteriori rallentamenti del programma 787 è sceso a 6,2 euro, un euro in meno rispetto alla chiusura dello scorso 13 ottobre.
Mps (ex processi speciali) è una piccola azienda del brindisino che fattura circa 3,3 milioni di euro. E’ rinata dalle ceneri della Processi Speciali, fallita nel 2018. Ma questo passaggio è finito sotto la lente dei magistrati. Il proprietario di Mps Antonio Ingrosso, insieme ad alcuni familiari, è finito sotto indagine a Brindisi per bancarotta fraudolenta. Per gli imputati sono stati disposti gli arresti domiciliari. Ingrosso avrebbe infatti utilizzato fondi dell’azienda a fini personali, tra cui l’acquisto di opere d’arte e vacanze. Un comportamento reiterato nel corso degli anni, prima ai danni della fallita Processi Speciali srl e poi nei confronti di Mps. Ingrosso sarebbe anche riuscito ad ottenere un’erogazione di 500mila euro da parte del ministero dello Sviluppo Economico simulando una compravendita di macchinari. La sera del 14 ottobre stessa l’avvocato di Mps Francesca Conte ha replicato a Leonardo replica spiegando che si tratta di “Accuse tanto gravi quanto assolutamente infondate. Non è dato comprendere come sia stato possibile diffondere, senza alcuna prova, una simile notizia, provocando un terremoto mediatico ingiustificato ed ingiustificabile. Questa vicenda sarà oggetto di dovuti approfondimenti nelle sedi preposte con ogni conseguenza di legge”
Precisato che nessuna sentenza è stata ancora emessa, il quadro che emerge dalle carte è piuttosto desolante. Viene spontaneo chiedersi come sia possibile che da qui provengano parti, sebbene “minori”, di uno degli aerei tecnologicamente più avanzati al mondo. In una delle intercettazioni uno rappresentante di Leonardo dice: “Io gli ho mandato un audit ma è stato molto morbido perché…questo è andato là non capiva un cazzo…gli ha fatto un audit blanda…”. Le forniture di Mps a Leonardo sono in ogni caso completamente cessate nell’aprile del 2020.
L’azienda brindisina finisce anche sotto “indagine di qualità” da parte dei due committenti. Secondo quanto riscostruito da Ilfattoquotidiano.it dall’agosto 2020 al maggio 2021 tecnici di Leonardo e Boeing si sono recati negli stabilimenti di Mps. Fonti vicine all’azienda brindisina affermano che durante l’indagine tutte le parti sono state controllate ed accettate sia da Leonardo che da Boeing, aggiungendo che la responsabilità dell’ordine ricade su Leonardo in quanto la Mps non aveva la certificazione Part21 per la costruzione diretta di parti di volo. In questi casi come indica chiaramente la specifica la responsabilità qualora ci sia un errore è comunque di Leonardo anche in virtù della collaborazione di Mps per risolvere problemi.
Interpellata da ilFattoquotidiano.it Boeing Italia non ha voluto fornire alcuna indicazione supplementare rispetto alla nota ufficiale del gruppo in cui si spiega “Abbiamo ricevuto una notifica da uno dei nostri fornitori in merito ad alcune parti del 787 che sono state prodotte in modo improprio. Mentre la nostra indagine è in corso, abbiamo stabilito che ciò non rappresenta un’immediata preoccupazione per la sicurezza del volo della flotta in servizio. Gli aerei ancora da consegnare saranno rilavorati, se necessario, prima della consegna al cliente. Eventuali potenziali azioni sulla flotta saranno determinate attraverso il nostro normale processo di revisione e confermate con la Faa. Boeing non ha confermato né smentito di aver certificato autonomamente Mps e neppure che l’azienda brindisina fornisca o abbia fornito direttamente componenti per altri aerei, fuori dal programma 787 gestito da Leonardo.
Economia & Lobby
“Dreamliner” e il giallo dei pezzi prodotti a Brindisi. Il 787 è sogno che sta diventando un incubo sia per Boeing che per Leonardo
Si complica “l’affare 787” che nell’ultimo mese si è mangiato mezzo miliardo di capitalizzazione del gruppo Leonardo, controllato al 30% dal Tesoro. Leonardo è uno dei fornitori chiave del colosso dei cieli statunitense Boeing per cui produce anche sezioni della fusoliera (la numero 44 e la numero 46) e gli stabilizzatori orizzontali del Dreamliner. Il 787 “Dreamliner” non è un aereo qualsiasi. Tecnologicamente è la punta di diamante dell’aviazione civile, fabbricato con materiali innovativi che ne riducono il peso e quindi i consumi. C’è molto meno alluminio che è sostituito da fibre speciali, carbonio soprattutto. Leonardo, costruisce nel complesso il 14% del velivolo, nei due siti di Grottaglie e Foggia.
L’aereo incontra da tempo una serie di problemi ed è da tempo sotto stretta osservazione da parte della Faa (Federal aviation administration, l’ente statunitense per la sicurezza dei voli). Criticità che non riguardano solo alcuni dei componenti forniti da Leonardo. Secondo un nuovo documento della Faa di cui dà conto il Seattle Times sarebbero emersi ad esempio anche problemi di contaminazione della fibra di carbonio realizzata dalla giapponese Mitsubishi Heavy Insustires oltre difetti di fabbricazione a punti di congiunzione in prossimità delle porte di prua e di poppa che chiamerebbero di nuovo in causa Leonardo.
Nessuno di questi elementi costituisce un “immediato problema sulla sicurezza” ma sono fattori che potrebbero imporre un ciclo abbreviato di manutenzione. Il comitato del Senato statunitense che si occupa di trasporti ha chiesto alla Faa di visionare i risultati delle nuove indagini sul 787 domandandosi se il programma di verifiche in atto sia sufficiente per gestire i problemi che sta presentando l’aereo. A sua volta la Faa ha sollevato dubbi sui metodi utilizzati da Boeing nel condurre le sue ispezioni sui fornitori.
In attesa di risolvere la questione sono circa un centinaio i “dreamliner” bloccati nelle fabbriche e nei depositi di Boeing per un controvalore di 20 miliardi di dollari (17,7 miliardi di euro). Il costo causato dai problemi al 787 sarebbero ormai sopra il miliardo di dollari. Gli aerei che montano componenti da revisionare sarebbero circa 450 e, secondo quanto scrive il Wall Street Journal le consegne di 787 sarebbero sospese almeno fino ai prossimi febbraio/marzo. Boeing non ha commentato l’indiscrezione.
Lo scorso 14 ottobre il gruppo Leonardo ha perso 300 milioni di euro di capitalizzazione in meno di un’ora. Le vendite sono scattate appena l’agenzia Bloomberg ha diffuso la notizia che riconduceva a Leonardo alcuni dei componenti dell’aereo non conformi alle richieste di Boeing. Si tratterebbe di elementi di congiunzione tra parti della fusoliera che non conterrebbero una quantità di titanio inferiore a quanto richiesto. Oltre al danno di immagine, si potrebbe aprire la strada per richieste di risarcimenti. Lo stesso 14 ottobre Leonardo ha diffuso una nota per spiegare che le parti sotto esame provengono dal subfornitore Manufacturing Processes Specification (Mps).
“In merito alle notizie sul riscontro di difetti nei componenti prodotti per il B787, Leonardo fa sapere che si fa riferimento al subfornitore Manufacturing Processes Specification Srl qualificato anche da Boeing. Il suddetto subfornitore è sotto indagine da parte della magistratura per cui Leonardo risulta parte lesa e pertanto non si assumerà potenziali oneri a riguardo. Inoltre Manufacturing Processes Specification S.r.l non è più fornitore di Leonardo”, recita la nota del gruppo guidato da Alessandro Profumo e partecipato al 30% dal ministero del Tesoro. La puntualizzazione non ha però rassicurato i mercati visto che il titolo della società non ha mai più recuperato i valori precedenti. Anzi, nell’ultima settima, dopo le notizie sugli ulteriori rallentamenti del programma 787 è sceso a 6,2 euro, un euro in meno rispetto alla chiusura dello scorso 13 ottobre.
Mps (ex processi speciali) è una piccola azienda del brindisino che fattura circa 3,3 milioni di euro. E’ rinata dalle ceneri della Processi Speciali, fallita nel 2018. Ma questo passaggio è finito sotto la lente dei magistrati. Il proprietario di Mps Antonio Ingrosso, insieme ad alcuni familiari, è finito sotto indagine a Brindisi per bancarotta fraudolenta. Per gli imputati sono stati disposti gli arresti domiciliari. Ingrosso avrebbe infatti utilizzato fondi dell’azienda a fini personali, tra cui l’acquisto di opere d’arte e vacanze. Un comportamento reiterato nel corso degli anni, prima ai danni della fallita Processi Speciali srl e poi nei confronti di Mps. Ingrosso sarebbe anche riuscito ad ottenere un’erogazione di 500mila euro da parte del ministero dello Sviluppo Economico simulando una compravendita di macchinari. La sera del 14 ottobre stessa l’avvocato di Mps Francesca Conte ha replicato a Leonardo replica spiegando che si tratta di “Accuse tanto gravi quanto assolutamente infondate. Non è dato comprendere come sia stato possibile diffondere, senza alcuna prova, una simile notizia, provocando un terremoto mediatico ingiustificato ed ingiustificabile. Questa vicenda sarà oggetto di dovuti approfondimenti nelle sedi preposte con ogni conseguenza di legge”
Precisato che nessuna sentenza è stata ancora emessa, il quadro che emerge dalle carte è piuttosto desolante. Viene spontaneo chiedersi come sia possibile che da qui provengano parti, sebbene “minori”, di uno degli aerei tecnologicamente più avanzati al mondo. In una delle intercettazioni uno rappresentante di Leonardo dice: “Io gli ho mandato un audit ma è stato molto morbido perché…questo è andato là non capiva un cazzo…gli ha fatto un audit blanda…”. Le forniture di Mps a Leonardo sono in ogni caso completamente cessate nell’aprile del 2020.
L’azienda brindisina finisce anche sotto “indagine di qualità” da parte dei due committenti. Secondo quanto riscostruito da Ilfattoquotidiano.it dall’agosto 2020 al maggio 2021 tecnici di Leonardo e Boeing si sono recati negli stabilimenti di Mps. Fonti vicine all’azienda brindisina affermano che durante l’indagine tutte le parti sono state controllate ed accettate sia da Leonardo che da Boeing, aggiungendo che la responsabilità dell’ordine ricade su Leonardo in quanto la Mps non aveva la certificazione Part21 per la costruzione diretta di parti di volo. In questi casi come indica chiaramente la specifica la responsabilità qualora ci sia un errore è comunque di Leonardo anche in virtù della collaborazione di Mps per risolvere problemi.
Interpellata da ilFattoquotidiano.it Boeing Italia non ha voluto fornire alcuna indicazione supplementare rispetto alla nota ufficiale del gruppo in cui si spiega “Abbiamo ricevuto una notifica da uno dei nostri fornitori in merito ad alcune parti del 787 che sono state prodotte in modo improprio. Mentre la nostra indagine è in corso, abbiamo stabilito che ciò non rappresenta un’immediata preoccupazione per la sicurezza del volo della flotta in servizio. Gli aerei ancora da consegnare saranno rilavorati, se necessario, prima della consegna al cliente. Eventuali potenziali azioni sulla flotta saranno determinate attraverso il nostro normale processo di revisione e confermate con la Faa. Boeing non ha confermato né smentito di aver certificato autonomamente Mps e neppure che l’azienda brindisina fornisca o abbia fornito direttamente componenti per altri aerei, fuori dal programma 787 gestito da Leonardo.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
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