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Greta Beccaglia annuncia: “Denuncerò. Il peggio è accaduto a telecamere spente. Ma vado avanti con il mio lavoro”

"Sono cose che non dovrebbero mai succedere. Ero a lavorare, pretendo rispetto come giornalista e come donna. E mi domando: stavolta è successo davanti alla telecamere. Quante altre ragazze ogni giorno subiscono violenze simili nel silenzio più assoluto?", le parole della giornalista a Quotidiano.net

La giornalista sportiva Greta Beccaglia è stata molestata da alcuni tifosi in diretta televisiva al termine della partita della Serie A Empoli-Fiorentina. È lei a raccontare quanto accaduto in una intervista a Paolo Chirichigno su Quotidiano.net: “Durante il collegamento a fine partita di solito mi fermo a intervistare i tifosi, a un certo punto uno da dietro prima si porta la mano alla bocca e sputa, poi mi palpeggia il sedere e scappa. Cerco di restare calma e gli dico che ‘questo non si può fare’. Poi avvicino un ragazzino che dice cose irripetibili sugli empolesi. Un incubo”. Beccaglia si è sentita dire dallo studio “non te la prendere” e commenta così: “Mi sono sentita sola, stimo molto Giorgio e credo che da studio non abbia capito subito che cose era successo”. E il racconto diventa ancora più duro e intollerabile: “Durante un’altra intervista, uno dei tifosi mi ripeteva ‘sei bellissima’ con gli occhi spiritati, altri più lontani mi urlavano frasi irripetibili. A telecamere spente, un tizio incappucciato si è scagliato contro di me tentando due volte di palpeggiarmi nelle parti intime. Lo ha scacciato il cameraman. Sono cose che non dovrebbero mai succedere. Ero a lavorare, pretendo rispetto come giornalista e come donna. E mi domando: stavolta è successo davanti alla telecamere. Quante altre ragazze ogni giorno subiscono violenze simili nel silenzio più assoluto?”. Beccaglia non ha dubbi: “Denuncerò“. E lo stesso vale per la volontà di continuare a fare la sua professione: “Resto convinta di quello che faccio e vado avanti. Dirò di più: meglio sia toccata a me una cosa simile, ho abbastanza personalità per sopportarla, che a una collega più giovane e inesperta“.