La Commissione ha diffuso un documento suddiviso per capitoli in cui si legge: "Ogni persona in Ue ha il diritto di essere trattato in maniera eguale" senza riferimenti di "genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale". Gli eurodeputati di Forza Italia invia un'interrogazione scritta chiedendo modifiche
Si chiama ‘Union of Equality’ ed è il documento che contiene le linee guida per una comunicazione definita come il più possibile corretta, secondo quanto stabilito dalla Commissione europea. Niente più ‘Miss o Mrs’ (signorine e signore), sostituite da un più generico ‘Ms’. “Ogni persona in Ue ha il diritto di essere trattato in maniera eguale” senza riferimenti di “genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale”, prosegue il documento, suddiviso in diversi capitoli.
Compaiono inoltre alcune raccomandazioni: “Non usare nomi o pronomi che siano legati al genere del soggetto; mantenere un equilibrio tra generi nell’organizzazione di ogni panel; se si utilizza un contenuto audiovisivo o testimonianze, assicurarsi la diversità sia rappresentata in ogni suo aspetto; non rivolgersi alla platea con le parole ‘ladies’ o ‘gentleman’ ma utilizzare un generico ‘dear colleagues’. Quando si parla di transessuali identificarli secondo la loro indicazione; non usare la parola ‘the elderly’ (gli anziani) ma ‘older people (la popolazione più adulta, ndr); parlare di persone con disabilità con riferimento prioritario alla persona (ad esempio al posto di ‘Mario Rossi è disabilè va utilizzato ‘Mario Rossi ha una disabilità’). Le festività inoltre non dovranno più essere riferite a connotazioni religiose, come il Natale, ma citate in maniera generica. Quindi, scrive Bruxelles: non più ‘il Natale è stressante’, ma le ‘festività sono stressanti’. E poi: “Evitare di dare per scontato che tutti siano cristiani”.
Gli eurodeputati di Forza Italia, fra cui Antonio Tajani, hanno reagito con toni critici e hanno rivolto alla Commissione Ue un’interrogazione scritta: “La Commissione intende modificare queste linee guida, nel rispetto delle radici cristiane dell’Unione europea?”, si legge. E prosegue: “La Commissione europea: ritiene che tali linee guida rispettino l’art.10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo sul principio della libertà di espressione, che include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza ingerenza da parte delle autorità pubbliche? Nel rispetto del principio di inclusività, quali misure intende adottare per rispettare la sensibilità della maggioranza dei dipendenti della Commissione europea? Intende modificare queste linee guida, nel rispetto delle radici cristiane dell’Unione europea?”. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha rilanciato su Twitter la stessa linea: “Ora basta: la nostra storia e la nostra identità non si cancellano”.