La “serialità delle condotte” dell’imprenditore Antonio Di Fazio è “costante almeno a partire dal 2008“. In questo anno l’uomo ha iniziato a violentare, sempre dopo averla narcotizzata, sua moglie. Lo scrive il giudice per le indagini preliminari di Milano Chiara Valori nella nuova ordinanza a carico del 50enne, chiarendo anche che il suo comportamento è diventato anzi “progressivamente sempre più spregiudicato, pervasivo e violento“. E allo stesso tempo “più subdolo e raffinato, proprio allo scopo di indurre le vittime in uno stato confusionale mentale tale da impedire loro di ricordare” e qualsiasi “reazione”. Negli atti si evidenzia la sua “perversione”. Un uomo con comportamenti “seriali, caratterizzati da un modus operandi progressivamente affinato nel tempo, forse proprio grazie alla maturata acquisizione della consapevolezza della resistenza che le vittime hanno incontrato nel denunciare”. Si legge sempre nell’ordinanza emessa per altri quattro casi di violenza sessuale aggravata dall’uso di sostanze narcotizzanti e di tentato omicidio, atti persecutori e violenza sessuale aggravata in danno dell’ex moglie. A notificargliela in carcere sono stati i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Milano Porta Monforte. Le indagini hanno consentito di raccogliere “gravi, precisi e concordanti” indizi di colpevolezza nei confronti di Di Fazio.

Inoltre, quando una delle vittime si presentò il 24 maggio in Procura a Milano per deporre, pochi giorni dopo l’arresto del 50enne accusato di aver stordito con benzodiazepine una studentessa e averla violentata, un suo amico “pluripregiudicato” e “contiguo” alla criminalità organizzata “ndranghetista” si sarebbe appostato fuori dal Palazzo di Giustizia per seguirla “con lo sguardo con fare minaccioso, incutendo timore”. Lo si legge sempre nel documento. Il giudice per le indagini preliminari Chiara Valori spiega che una delle vittime dell’imprenditore, tutte stordite con sostanze narcotizzanti e poi abusate, ha raccontato di aver visto “una volta all’interno degli uffici di Global Farma”, l’impresa del manager, “tale Nicola”. Lo ha descritto come “calabrese pericoloso e amico del Di Fazio” spiegando che aveva lasciato “una borsa contenente un telefono e una pistola” e aveva detto: “La borsa resta qua perché devo andare ai piani alti a parlare e non voglio essere intercettato”. L’uomo viene poi identificato “in Nicola La Valle”: sempre lui, secondo la donna, ha avvicinato la sorella della vittima. “Numerosi – scrive il gip – sono risultati i suoi contatti almeno telefonici con il Di Fazio e la sua presenza presso gli uffici della Global Farma”. Anche un’altra delle donne, “drogata e abusata per giorni” e il cui caso insieme agli altri è riportato nell’ordinanza, ha raccontato agli inquirenti che un altro conoscente di Di Fazio l’avrebbe “contattata” proprio il giorno dopo la “cattura dell’indagato”, il 21 maggio. E ha cercato di “convincerla a non sporgere denuncia”. Da qui il pericolo di inquinamento delle prove anche perché, spiega il gip Valori, si avvicina “la data prevista per la deposizione testimoniale di quattro delle persone offese in incidente probatorio“, il 17 dicembre. Di Fazio, si legge nelle 52 pagine di ordinanza, “può disporre di terzi per cercare di incutere timore” nelle vittime.

Queste le parole di una delle vittime, messe a verbale: “Io volevo denunciarlo ma non l’ho mai fatto perché ho sempre avuto molta paura di lui, che mi diceva di avere conoscenze molto importanti e potenti, tanto che anche la denuncia di maltrattamenti fatta dalla moglie nei suoi confronti era stata archiviata”. Di Fazio diceva di essere “una persona con conoscenze importanti anche nell’ambito dei servizi segreti e della criminalità organizzata”. Continui, scrive il gip, i suoi “tentativi di blandire, denigrare, minacciare e persino perseguitare le persone offese”. E prosegue: “L’analisi forense del computer Notebook Acer Aspi re V3 sequestrato al Di Fazio ha evidenziato come sin dal 2016 questi abbia frequentemente effettuato ricerche sul web utilizzando come stringa di ricerca: ‘ragazza addormentate/narcotizzate con il clorofonnio’, segno evidente di un preciso e perverso interesse dell’indagato a vicende quali quelle che vengono di seguito descritte”. L’unica misura possibile, prosegue perciò il gip, è il carcere “vista l’ampia libertà di mezzo e di movimento dimostrate dal Di Fazio, la pervicacia delle condotte, la capacità affabulatoria e l’alacrità con cui ha cercato di sviare le indagini”. Contro l’indagato che deve rispondere di quattro violenze sessuali, oltre che del tentato omicidio della ex moglie, c’è un quadro indiziario “gravissimo ed univoco”.

Aveva addirittura un “blocchetto di ricette mediche in bianco” con la firma della sorella medico Maria Rosa per prescrivere ed acquistare le benzodiazepine con cui stordiva le sue giovani vittime al punto da cancellare in gran parte i loro ricordi degli abusi e violenze subiti, Antonio Di Fazio, l’imprenditore farmaceutico, in cella dallo scorso maggio e ora accusato con una nuova ordinanza cautelare di altri 5 casi. “Tali farmaci”, non vendibili se non dietro prescrizione, “sono stati sempre somministrati in modo subdolo e fraudolento (…) talvolta mescolati a bevande – scrive il giudice – talaltra spacciandoli per integratori o fermenti lattici, in alti ancora inserendoli direttamente nella bocca di persone semi-incoscienti” con lo scopo “di prolungare lo stato di stordimento e di incapacità”. Dall’ordinanza viene a galla, oltre al rapporto con la sorella, anche lo schema con cui avrebbe attirato le vittime, quasi tutte modelle, nella sua trappola: la ricerca di una hostess e ragazza immagine per cene di lavoro e incontri di rappresentanza che puntualmente veniva rintracciata e proposta dall’amico e comico Fabrizio Brignolo. Si trattava comunque di giovani in cerca di lavoro con cui inizialmente avrebbe avuto “un approccio persuasivo e seduttivo” per poi somministrare prodotti narcotizzanti e mettere in atto il suo piano criminale.

Tra le imputazioni anche le violenze sessuali aggravate per almeno tre volte in 4 anni, dal 2008 e fino al febbraio 2012, ai danni della ex moglie. Secondo la denuncia la donna è rimasta anche vittima di un tentato omicidio il 4 maggio del 2014, quando Di Fazio l’avrebbe accecata con dello spray urticante e l’avrebbe colpita “sulla fronte con una chiave inglese”. Poi, le avrebbe messo anche una corda attorno al collo dicendole “tu da questo appartamento non uscirai più”. A questo si accompagna anche una lunga serie di maltrattamenti ai danni sempre dell’ex moglie (qualificati dal gip come stalking): la “isolava e non le permetteva di frequentare persone terze”, le “impediva di prendere la cittadinanza italiana”, le aveva tolto il telefono “per impedirle di contattare i familiari e minacciava di morte suo padre”. Quando nel 2009 era riuscita ad andarsene di casa col figlio, “la molestava telefonicamente, la pedinava quotidianamente” e installava anche delle “microspie” nel suo appartamento. E avrebbe creato pure “false email a suo nome”. Questo e molto altro “tra il 2008 e il 2017”.

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