Scuola

Scuola, il governo fa (di nuovo) retromarcia: “No alla dad con un solo contagio nella classe”. I presidi: “Sconcertati”

Cambiano in meno di 24 ore le direttive che riguardano alunni, studenti, personale scolastico e famiglie in caso di infezioni da Sars Cov 2. La nuova circolare corregge e di fatto supera quella di lunedì sera

Si tornerà in quarantena con un solo positivo in classe. No, dietrofront, la scuola in presenza è una priorità: le direttive che riguardano alunni, studenti, personale scolastico e famiglie in caso di infezioni da Sars Cov 2 sono cambiate due volte in meno di 24 ore. Prima, con una circolare firmata nella serata di lunedì, i ministri della Salute e dell’Istruzione hanno dettato ai presidi le nuove indicazioni sul Covid nelle classe, superando temporaneamente il sistema di “sorveglianza con testing” (senza l’isolamento automatico dei contatti) introdotto appena il 3 novembre scorso. Neanche il tempo di adeguarsi e, a nemmeno 24 ore di distanza, un intervento apparentemente spinto Palazzo Chigi ha ripristinato le regole appena cancellate: con un solo contagiato in classe non si torna in dad. Al contrario, la struttura del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 del generale Francesco Figliuolointensificherà le attività di testing nelle scuole, al fine di potenziare il tracciamento” di casi di positività come riportano le agenzie citando fonti di governo che sottolineano che “garantire la partecipazione in presenza e lo svolgimento delle lezioni a scuola in assoluta sicurezza è una priorità del Governo”.

La struttura del commissario metterà a disposizione delle Asl nuove risorse per poter fare il tracciamento e permettere agli alunni di frequentare le aule gestendo i contagi. La nuova circolare corregge e di fatto supera quella di lunedì sera: “Alla luce delle indicazioni della struttura commissariale si intendono conseguentemente superatele disposizioni di cui alla precedente circolare”. Saranno necessari due casi di positività per i bambini dai sei anni ai 12 (elementari e prime medie). Per gli altri più grandi che sono per l’85 per cento vaccinati resta il sistema della “sorveglianza attiva con i tamponi”: sarà predisposta la didattica a distanza soltanto dal terzo contagio in classe.

E così oggi è arrivata una nuova nota dei ministeri dell’Istruzione e della Salute. “In considerazione della sopravvenuta disponibilità manifestata dalla struttura commissariale” di Figliuolo, “potrà essere mantenuto il programma di testing” per la verifica della positività “dei soggetti individuati come contatti di una classe/gruppo, da effettuarsi in tempi estremamente rapidi, tali da garantire il controllo dell’infezione”. E “alla luce delle indicazioni della struttura commissariale, si intendono conseguentemente superate le disposizioni di cui alla precedente circolare“. “In considerazione di quanto sopra, e fermo restando quanto previsto dalla citata circolare del 3 novembre per il sistema integrato di istruzione 0-6 anni, dovrà essere comunque garantita la didattica in presenza per coloro che non rientrano nei provvedimenti di quarantena disposti dall’autorità sanitaria”.

Troviamo sconcertante che una nota sottoscritta da due Ministeri sia sospesa dopo neanche 24 ore e che le disposizioni ivi contenute siano già considerate superate. Attendiamo di vedere come il commissario Figliuolo deciderà di intervenire per rendere finalmente efficienti le Asl e far partire la campagna di testing e tracing che dovrebbe garantire la scuola in presenza. Ai dirigenti e al personale delle scuole, che hanno fatto ben più di quanto dovessero, non si deve più chiedere di sostituirsi ai funzionari dei Dipartimenti di prevenzione” afferma Antonello Giannelli, presidente dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi.

Ieri sembrava deciso che con un alunno positivo tutta la classe fosse destinata alla quarantena e alla dad. La circolare firmata dal direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza e il dirigente del ministero dell’Istruzione Jacopo Greco, informava i presidi sulle nuove indicazioni sul Covid a scuola, superando il sistema di “sorveglianza con testing” – che prevedeva tamponi per tutta la classe e nel frattempo isolamento per i soli contatti stretti – introdotto, come detto, tre settimane prima. Una decisione che sembrava presa per l’aumento dei contagi registrato nella fascia più giovane della popolazione.

“Quella che è stata presa è una misura assolutamente prudenziale. Ci viene segnalato un aumento dei contagi di tutta la popolazione, vogliamo tenere in assoluta sicurezza la scuola e quindi abbiamo preso una cautela” aveva detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che in questi mesi ha spinto per la scuola in presenza e assicurato che si sarebbe fatto di tutto per scongiurare il ritorno della didattica a distanza. Oggi il ripensamento con l’intervento diretto di Palazzo Chigi.

Erano stati proprio i presidi a lamentare la mancanza di tracciamento. “Siamo stati facili cassandre, avevamo lanciato l’allarme già pochi giorni dopo la pubblicazione della nota congiunta Salute-Istruzione n. 1218 del 6 novembre scorso. Le scuole, nonostante le mille difficoltà e con uno smisurato carico di lavoro sulle spalle dei dirigenti e del personale, hanno retto. Lo stesso non possiamo dire dei dipartimenti di prevenzione che non sono riusciti sin da subito a garantire la tempistica dei testing e in molti casi non hanno applicato quelle procedure di tracciamento” aveva commentato martedì mattina Antonello Giannelli, presidente dell’associazione dei Presidi. “Con l’aumento della pressione dovuta alla risalita dei casi le regole del protocollo sono saltate costringendo al ricorso alla Dad anche con un solo caso di positività in classe. La pandemia è ben lontana dalla sua conclusione e dobbiamo tutti collaborare per contrastarla, iniziando da una più completa vaccinazione di massa”. In serata l’annuncio che ci saranno le risorse per tracciare i casi e tenere il più possibile le scuole aperte.