Il polemista ha annunciato l'ormai attesa discesa in campo con un video di 10 minuti in cui rilancia tutti i temi che hanno contribuito a creare il suo personaggio: dalla retorica anti Islam al nazionalismo. Negli ultimi giorni la sua popolarità aveva subito una battuta d'arresto e il "dito medio" mostrato a Marsiglia a un passante è destinato ad avere effetti sulla campagna
Un video pubblicato su Youtube e un discorso dai toni drammatici che annuncia l’ormai attesa decisione di candidarsi alle elezioni presidenziali francesi. Eric Zemmour, il giornalista di estrema destra, ha ufficializzato che è in corsa per sfidare il presidente Emmanuel Macron. E di fatto crea un grosso problema alla sfidante a destra Marine Le Pen, inserendosi prepotentemente nel suo campo e preparandosi a rubarle voti. “Non è più tempo di riformare la Francia, ma di salvarla”, ha detto rilanciando il discorso che da mesi porta avanti negli incontri pubblici e nei suoi interventi televisivi. Il video lungo 10 minuti, notano i media francesi, ricalca la scenografia del messaggio del 18 giugno 1940 con il quale il generale Charles De Gaulle invitava i francesi a continuare a battersi contro i nazisti. Zemmour parla seduto ad una scrivania, all’interno di una biblioteca poco illuminata, davanti ad un grande microfono.
Il discorso ha toccato tutti i punti che hanno contribuito a creare il suo personaggio nei mesi scorsi: dalla retorica anti Islam al nazionalismo francese. “Perché i nostri figli non conoscano la barbarie, le nostre figlie non siano velate, perché i francesi si sentano di nuovo a casa loro, ho deciso di candidarmi alla presidenza della Repubblica”, ha detto. E si è rivolto ai francesi, evocando la Francia “di Giovanna d’Arco e di Napoleone”, quella che “non riconosciamo più” – ha detto Zemmour – “ho deciso come voi di prendere in mano il nostro destino”. Zemmour punta a cavalcare il malcontento contro i partiti tradizionali e si rivolge alla grossa fetta di elettori che ha scelto l’astensione alle ultime elezioni regionali: “Come voi, non ho più fiducia ed ho deciso di prendere in mano il nostro destino. Ho capito che nessun politico avrà il coraggio di salvare il paese dal tragico destino che lo aspetta”. Accusando di non aver fatto nulla “tutti i governi di destra e di sinistra”, Zemmour ha affermato: “Voi non avete traslocato, eppure avete la sensazione di non essere più a casa vostra, siete esiliati pur dall’interno”. Mentre Zemmour pronunciava queste parole, scorrevano nel video immagini di folle multirazziali, di incidenti durante manifestazioni, di aggressioni davanti a scuole. Per contrasto, sfilavano poi i volti di Charles de Gaulle, Giovanna d’Arco, Luigi XIV, Georges Brassens, Charles Aznavour, Johnny Hallyday, Brigitte Bardot.
Il fenomeno Zemmour in Francia sta occupando la campagna elettorale delle presidenziali già da qualche mese: dietro di lui c’è l’impero mediatico di Vincent Bolloré e l’alleanza preoccupa non poco sia a destra che a sinistra. Eppure nelle ultime settimane la grande popolarità che lo aveva portato a superare addirittura Le Pen nei sondaggi, ha subito varie battute d’arresto. Prima la gaffe della strumentalizzazione dell’anniversario della strage al Bataclan, poi l’avvio del secondo processo a suo carico per odio razziale, non sono passati inosservati e lo hanno penalizzato nella ricerca di consensi. A peggiorare le cose ci si è messo uno scatto dell’Afp dello scorso weekend: la tournée a Marsiglia si è conclusa con un passante che gli ha mostrato il dito medio e Zemmour ha replicato con lo stesso gesto. Un comportamento molto poco “presidenziale” e che potrebbe avere nuovi effetti sui sondaggi.