Altra giornata complicata per i mercati internazionali alle prese con le incertezze legate alle conseguenze della variante Omicron e con la prospettiva di una stretta monetaria da parte della Federal Reserve, la banca centrale statunitense, che si fa più concreta. I listini europei hanno chiuso tutti in rosso con Londra in calo dello 0,7%, Francoforte dell’1,2%, Parigi dello 0,8%. Milano ha archiviato la seduta con un meno 0,9%. Tenaris (- 2,9%), Stellantis (- 2,7%) e Telecom (- 2,3%) i titoli peggiori. In controtendenza Unicredit, Terna e Diasorin. I listini hanno virato al ribasso dopo le dichiarazioni del presidente della Fed Jerome Powell che ha affermato: “E’ appropriato il dibattito su una fine del tapering (la riduzione dell’acquisto di titoli sul mercato, ndr) più veloce”.
La presa di posizione di Powell arriva alla luce del fatto che “sembra che i fattori che spingono al rialzo l’inflazione si protrarranno nel prossimo anno”. Powell ha aggiunto che “è un buon momento per la Fed per ritirare la parola transitoria per quanto riguarda l’inflazione” e che “in generale” l’inflazione è legata al Covid ma ora si sta ampliando”. Nella mattinata è stata diffusa la stima preliminare sull’inflazione dell’area euro salita al 4,9% il livello più elevato da quando esiste la moneta unica. Le parole del governatore della Fed hanno spinto al ribasso anche i listini statunitensi. A New York l’S&P500 scende dell’1,5% mentre il Nasdaq dell’1,7%. I timori di un rallentamento dell’economia, e quindi anche dei consumi energetici, penalizzano pure il petrolio in calo del 4% a Londra e del 6% a New York.