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Obbligo di Green pass per entrare nel Parlamento Ue: il Tribunale dell’Unione boccia il ricorso di alcuni deputati e dipendenti

Secondo quanto si legge in una nota del Tribunale, "nessun argomento dimostra la natura grave e difficilmente riparabile, o addirittura irreparabile, del presunto danno che sarebbe legato alla violazione dei diritti fondamentali. Respinta anche l'argomentazione secondo cui il tampone nasofaringeo causa gravi rischi per la salute dei ricorrenti. Una tesi che manca totalmente di una conferma scientifica

Porte sbarrate al Parlamento europeo per deputati e dipendenti privi di green pass. Il Tribunale dell’Ue ha infatti bocciato il ricorso di un gruppo di europarlamentari e di lavoratori all’interno del palazzo dell’istituzione comunitaria che si erano opposti all’obbligo del certificato per l’accesso ai locali. In attesa della decisione definitiva, il tribunale aveva disposto con un’ordinanza che i ricorrenti potessero accedere alle stanze del Parlamento sulla base di un test negativo. Adesso, invece, dovranno presentare il Qr Code europeo.

Secondo quanto si legge in una nota del Tribunale, “nessun argomento dimostra la natura grave e difficilmente riparabile, o addirittura irreparabile, del presunto danno che sarebbe legato alla violazione dei diritti fondamentali“. Inoltre la decisione di subordinare l’accesso agli edifici del Parlamento alla presentazione di un certificato digitale Covid o equivalente “non mette in discussione l’esercizio delle funzioni degli stessi deputati e neanche le attività professionali dei funzionari”. Infine il presidente ha respinto anche la terza argomentazione dei ricorrenti e cioè quella secondo cui il tampone nasofaringeo causi gravi rischi per la loro salute. Una tesi che manca totalmente di una conferma scientifica.