Cosimo Damiano Bologna è morto ieri in ospedale dopo due settimane di agonia. L'aggressore era stato inizialmente arrestato per lesioni personali gravi, minacce e stalking e dopo alcuni giorni in carcere aveva ottenuto gli arresti domiciliari
Era stato arrestato il 20 novembre per lesioni e stalking e portato in carcere, otto giorni dopo, quando la vittima del suo pestaggio ancora lottava per sopravvivere nel reparto di rianimazione dell’ospedale Bonomo di Andria, era stato scarcerato per andare agli arresti domiciliari. Oggi Domenico Bellafede, ritenuto responsabile di aver picchiato e ucciso Cosimo Damiano Bologna (nella foto), 50 anni, aggredito brutalmente per aver difeso un’amica dal 36enne che la stava importunando è tornato in carcere con l’accusa di omicidio volontario.
L’aggressione risale alla notte tra il 13 e il 14 novembre, davanti a un bar nel centro di Canosa. Bologna è morto ieri in ospedale dopo due settimane di agonia. L’aggressore era stato inizialmente arrestato per lesioni personali gravi, minacce e stalking e dopo alcuni giorni in carcere aveva ottenuto gli arresti domiciliari. Dopo la morte del 50enne, su richiesta della Procura di Trani, il gip ha disposto l’aggravamento della misura cautelare per il più grave reato di omicidio volontario.
Bellafede è accusato anche di minacce ai danni di Bologna e atti persecutori nei confronti della donna, amica della vittima. Le indagini della Polizia hanno accertato che dopo aver minacciato e picchiato Bologna, il 36enne lo avrebbe lasciato a terra privo di sensi fuggendo senza prestare soccorso. Le riprese delle telecamere di videosorveglianza aveva permesso ai poliziotti di identificare l’aggressore nel giro di poco tempo.