Calcio

Greta Beccaglia: l’incultura maschilista è la base del modo malato di ragionare di troppi uomini

Non molto tempo fa ci trovammo a commentare i tifosi interisti a Marassi che, nel prepartita di Sampdoria-Inter, si accanirono sull’addetta al campo mentre lavorava alla manutenzione del terreno di gioco. Dagli spalti pensarono che fosse divertente dedicarle cori sessualmente allusivi e altre “attenzioni” non richieste di varia sorta. Fummo travolti da una valanga di commenti stizziti e reazioni negative perché osammo scrivere che quello degli interisti era nient’altro che un abuso schifoso. “È goliardia, non si può più dire nulla, siete schiavi del politically correct“, ci venne scritto.

Sabato scorso, dopo Empoli-Fiorentina, la giornalista di ToscanaTv Greta Beccaglia ha dovuto subire due palpate sul culo e commenti irripetibili mentre raccoglieva le reazioni dei tifosi viola dopo la partita. A questo si era aggiunta la reazione indecente del collega in studio, che l’aveva invitata a fare finta di nulla perché sono esperienze che fanno crescere. Tutto questo in diretta tv.

Dopo aver pubblicato un commento su questo episodio, abbiamo attirato ancora una volta una moltitudine di commenti dello stesso tenore di quelli del post-Marassi, che spaziavano dal rivedibile all’imbarazzante. Vista la recidività abbiamo pensato che valesse la pena commentarli.

Il primo filone, quello più popolare, sottolineava l’abissale differenza tra gli abusi “verbali” dei tifosi interisti a Genova e quelli “fisici” rivolti a Beccaglia. A noi sembra evidente che le due cose siano correlate; ovvero che la molestia fisica sia il passo successivo e inevitabile di quella verbale, che la incultura maschilista (quella che vede la donna come un oggetto, e dunque che c’è di male a farle un coro sessuale davanti a 30mila persone? Che c’è di male a darle una tastata al sedere?) sia la base malata su cui poggia il modo di ragionare di troppi uomini. Scrivemmo che gesti come questi che molti – troppi – si affrettano a bollare come goliardici non siano altro che il perpetuarsi di un meccanismo di sopraffazione compiuto su base sistemica da uomini nei confronti delle donne. Viene chiamato “patriarcato” e il calcio continua a fare enorme fatica a rigettarlo. Non a caso si è minimizzato, parlando di goliardia come movente di entrambi i gesti.

Il secondo, invece, è più sottile. In molti – troppi – hanno sviato il punto dicendo che il vero sessismo non è quello, ma quello perpetrato da anni negli studi televisivi di reti locali minori che per occuparsi di calcio scelgono solo avvenenti giornaliste, dal curriculum non troppo chiaro. Questa linea è riassumibile in: “Sei diventata famosa usando il tuo aspetto fisico attraente, non puoi fare troppe storie se qualcuno ti tocca il culo”. Vomitevole il benalistrismo, vomitevole l’accostamento tra le due cose.

Il terzo, più marcato e diretto, puntava sul fatto che Beccaglia avrebbe usato questo “episodio” per incrementare le ospitate su radio/tv/giornali e accelerare la propria carriera. Ecco, l’idea che una persona possa decidere di monetizzare una violenza subita è pensabile soltanto da chi non ha idea di quanto impattante sia per una donna una violenza di questo tipo. Inutile dire che a queste persone chiediamo di riflettere sulle ragioni su cui si basano queste convinzioni (piccolo indizio: si chiama privilegio maschile).

A ogni modo, la vicenda si è evoluta sul piano giudiziario e formale, a prescindere dalle varie reazioni di chi ha commentato i post apparsi su Minuto Settantotto. Il responsabile della violenza su Beccaglia è stato individuato, si chiama Andrea Serrani, contro di lui è stata sporta una denuncia ed è indagato per violenza sessuale. Giorgio Micheletti, responsabile in studio di ToscanaTv, invece è stato sospeso temporaneamente dal proprio incarico. Tale decisione, secondo quanto dichiarato dall’emittente, è stata presa di comune accordo con il presentatore per “concedergli l’opportunità di un momento di riflessione e di pausa professionale nella conduzione del format A Tutto Gol, al fine di chiarire lo svolgimento dei fatti riservandoci di valutare eventuali provvedimenti disciplinari”.

A margine, e in conclusione, vale la pena sottolineare che a Serrani – già tifoso della fiorentina frustrato, già goliarda, già imprenditore, già padre di una figlia, già molestatore di Greta Beccaglia – sia stato offerto il palcoscenico della Vita in Diretta per parlare delle sue ragioni, per porgere le sue (non) scuse e proporre la sua visione dei fatti sulla tv nazionale. Tra l’altro, questo invito è arrivato 24 ore dopo che Serrani è stato individuato, visto che si era ben guardato dal fare un passo avanti nonostante tutta Italia stesse parlando di lui. Giusto per ricordare ancora una volta che i media, in questa storia, sono complici e parte del problema.