Mps, si ricomincia. Ieri sera la notizia che la banca ha avviato nuovi contatti con il ministero del Tesoro per riprendere il dialogo con Bruxelles sul percorso di privatizzazione della banca. Oggi le prime indiscrezioni sulle ipotesi al vaglio. Secondo Il Messaggero, si potrebbe concretizzare un’operazione in due tempi: prima la pulizia degli attivi poi la vendita dell’azienda risanata e dimagrita a un partner bancario che potrebbe essere nuovamente Unicredit. Ipotesi che piace alla borsa con il titolo Mps che ha chiuso in rialzo di oltre il 16%.
Ci sarebbe anche l’ipotesi, aggiunge il quotidiano romano, di un nuovo piano approvato dall’Europa, contenente una sostanziale novità rispetto al percorso seguito nelle trattative con Unicredit, interrotte a fine ottobre. La Commissione Ue concederebbe più tempo al governo per condurre in porto la cessione, si parla di 18 mesi a fronte della scadenza di fine 2021 fissata al momento. Si parla anche di una separazione dei passivi da trasferire a Fintecna, dalla cessione dei crediti deteriorati e da una razionalizzazione di filiali e dipendenti affiancata da un rafforzamento patrimoniale da circa 3 miliardi di euro. Tra le ipotesi sul tavolo ci sarebbe quella di un rinnovo del board con l’arrivo di un nuovo ad: un nome a cui si sta pensando è quello di Victor Massiah, l’ex ad di Ubi Banca.
Le trattative con Unicredit si erano interrotte a causa di una differente valutazioni sull’entità dell’aumento di capitale necessario per mettere in sicurezza la banca. Secondo il Mef, dal 2017 primo azionista con il 64% di Mps, circa 3 miliardi di euro. Secondo Unicredit almeno il doppio. Attualmente il Tesoro starebbe valutando una ricapitalizzazione, la quinta in 13 anni anni, da 3,5 miliardi di euro. Dall’inizio della sua crisi ad oggi, la banca senese ha bruciato circa 18 miliardi di euro di risorse. Tra i potenziali investitori che il governo avrebbe individuato come possibili partner per la ricapitalizzazione ci sono le fondazioni bancarie. Presentando l’ultima trimestrale la banca senese ha affermato di non prevedere alcuna carenza di capitale fino a fine settembre 2022. A giugno 2022 è invece previsto un ammanco che Mps ipotizza “inferiore a 500 milioni di euro”.