L’assemblea dei Comitati di redazione e dei fiduciari dell'azienda pubblica ha infatti detto sì all’iniziativa Usigrai: "Dai vertici decisioni unilaterali che violano ogni forma di relazione sindacale e regola contrattuale". Mandato all'esecutivo di valutare anche scioperi, da uno a tre giorni, di firme, audio video e astensione dal lavoro
I giornalisti della Rai sono pronti a citare in giudizio la Rai per comportamento antisindacale e minacciano lo sciopero. L’assemblea dei Comitati di redazione e dei fiduciari dell’azienda pubblica ha infatti detto sì all’iniziativa Usigrai. Esprimendo “forte preoccupazione” per l’assenza di confronto dei vertici con l’Usigrai, il sindacato interno, sul piano industriale che il “nuovo vertice aziendale sta provando a far passare a colpi di circolari” e “decisioni unilaterali” che “violano ogni forma di relazione sindacale e regola contrattuale”, dà mandato “all’esecutivo per l’effettuazione di tutte le forme di lotta necessarie a ristabilire il rispetto delle prerogative sindacali” di giornaliste e giornalisti di viale Mazzini.
Molteplici le contestazioni dell’assemblea dei Cdr e dei fiduciari: “Dai tagli delle edizioni dei telegiornali al piano di esodi proposto al Cda – si legge nel documento – fino all’accorpamento dei profili social delle testate in vista della partenza del portale unico dell’informazione Rai su cui non c’è ancora un piano”. Inoltre, scrive ancora l’ancora l’assemblea, “non c’è ancora un confronto sul futuro di 180 giornaliste e giornalisti delle reti”.
E ritiene di “particolare gravità” anche la circolare sulle partecipazioni esterne dei giornalisti Rai, definita “dal carattere liberticida e incostituzionale”. L’assemblea inoltre “chiede all’esecutivo di gestire nelle modalità previste dalle regole sugli scioperi”. Il mandato comprende un pacchetto da uno a 3 giorni di sciopero delle firme, altrettanti giorni di sciopero audio video e contempla anche la possibilità, sempre da uno a tre giorni, di astensione dal lavoro.