La consigliera Cristina Guarda, di Europa Verde, ha presentato il testo per dare corso a una decisione che il Consiglio aveva adottato nella precedente legislatura. “Si era stabilito allora di informare gli abitanti delle province di Vicenza, Padova e Verona sulla gravità dell’inquinamento della falda idrica da sostanze perfluoroalchiliche. Poi la giunta regionale non ha fatto niente. E anche ora la maggioranza ha detto che non è bene che i cittadini sappiano che cosa sta accadendo”
Arriva in Veneto una delegazione dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani con il compito di indagare sulla gestione degli interventi (anche informativi) per l’inquinamento da Pfas e il Consiglio regionale boccia una mozione che chiedeva di diffondere un vademecum sanitario tra le popolazioni delle zone colpite. Durante la discussione del documento di programmazione economica, la consigliera Cristina Guarda, di Europa Verde, ha presentato una mozione per dare corso a una decisione che il Consiglio aveva adottato nella precedente legislatura. “Si era stabilito allora di informare gli abitanti delle province di Vicenza, Padova e Verona sulla gravità dell’inquinamento della falda idrica da sostanze perfluoroalchiliche, con l’indicazione delle misure e delle precauzioni sanitarie da adottare, nonché degli esami diagnostici a cui sarebbe bene sottoporsi. Poi la giunta regionale non ha fatto niente. E anche ora la maggioranza ha detto che non è bene che i cittadini sappiano che cosa sta accadendo”.
L’Onu si è mossa dopo una denuncia inoltrata dal movimento Mamme No Pfas, da Pfas.land e da Greenpeace. Una delle accuse era proprio quella di scarsa trasparenza delle istituzioni nei confronti della popolazione. Per ottenere dalla Regione i dati relativi alla presenza di Pfas negli alimenti, come effetto dell’inquinamento causato dalla Miteni di Trissino, in provincia di Vicenza, le organizzazioni avevano dovuto fare ricorso al Tar. Solo così si è potuta avere una mappatura degli alimenti più contaminati e dei luoghi dove sono stati campionati. “È incredibile la bocciatura della richiesta di stampare un semplice vademecum per diffondere maggiore conoscenza e buone pratiche sui Pfas – commenta Guarda – Sembra che al Consiglio regionale non importi molto della missione Onu. È come se l’avvelenamento di acqua, terreni e alimenti da Pfas non sia una questione che li riguardi. È un cattivo biglietto da visita che la Regione consegna nelle mani di chi verrà a verificare il nostro operato. A distanza di anni, molti cittadini sono ancora inconsapevoli dei pericoli legati alla presenza di Pfas nel nostro organismo. Informare significa prevenire e salvare molte vite. Siamo il più grande esempio di contaminazione da Pfas in Europa, ma la politica sembra non essersene accorta”.
Intanto Marcos A. Orellana, rappresentante delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, annunciando la missione in Veneto ha dichiarato: “Sono profondamente impressionato dai rapporti riguardanti la persistente contaminazione che colpisce la salute e la qualità della vita dei cittadini italiani. Come spesso accade in questi casi, le conseguenze ambientali del fatto di trattare sostanze pericolose possono avere un significativo impatto sulla vita delle persone, con i segmenti più vulnerabili della popolazione che pagano un prezzo sproporzionatamente alto”.