Via libera in via definitiva alla legge contro le mine antiuomo. La Camera ha approvato all’unanimità, con 383 voti a favore, la legge per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di ordigni antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo. Il provvedimento era all’esame del Parlamento dall’inizio della legislatura, visto nell’ottobre del 2017 era stata rinviato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ne aveva chiesto un nuovo esame.
Il Capo dello Stato aveva infatti rilevato l’esistenza di “profili di evidente illegittimità costituzionale“. In particolare, per come era stato formulato, l’articolo 6 comma 2 del provvedimento determinava “l’esclusione della sanzione penale per determinati soggetti che rivestono ruoli apicali e di controllo (per esempio i vertici degli istituti bancari, delle società di intermediazione finanziaria e degli altri intermediari abilitati)”, mentre “per altri soggetti, privi di questa qualificazione”, sarebbe stata invece mantenuta la sanzione penale, vale a dire la reclusione da 3 a 12 anni, oltre alla multa da euro 258.228 a 516.456. Questo, sottolineava il Capo dello Stato, contrasta con l’articolo 3 della Costituzione “che vieta ogni irragionevole disparità di trattamento fra soggetti rispetto alla medesima condotta”.
Secondo Mattarella, inoltre, “la norma in questione, violando l’articolo 117 della Costituzione“, si poneva “in contrasto con le convenzioni di Oslo e di Ottawa a suo tempo ratificate con le leggi numero 106 del 1999 e numero 95 del 2011 che richiedono sanzioni penali per tutti i finanziatori degli ordigni vietati. La normativa in esame -evidenziava Mattarella- determinerebbe invece la depenalizzazione di alcune condotte oggi sanzionate penalmente”. Il Capo dello Stato precisava infine che “la mancata promulgazione della legge” non determinava “alcun vuoto normativo in quanto” restava in vigore “l’attuale regime sanzionatorio di carattere penale”.