Il 23 novembre Rudy Guedé, unico condannato per l’omicidio della studentessa Meredith Kercher, è tornato anche formalmente libero per fine pena. Il magistrato di Sorveglianza di Viterbo gli ha concesso la liberazione anticipata per buona condotta, dopo 13 anni di reclusione. L’omicidio della studentessa inglese risale al 2007.“Avevo le mani insanguinate perché ho cercato di salvarla non di ucciderla”, ha detto Guedé al britannico Sun. Pur essendo stato l’unico condannato per l’omicidio – “in concorso” con persone rimaste sconosciute – e non negando la sua sua presenza nella casa del delitto, compiuto a Perugia la sera del primo novembre del 2007, Guedé ha sempre negato ogni responsabilità. Ora è Raffaele Sollecito, assolto insieme ad Amanda Knox dopo 4 anni di reclusione, che parla in esclusiva a Fanpage: “Rudy Guedé, a mio parere, sta difendendo quell’angolino di credibilità che si è costruito grazie al suo appoggio incondizionato alle indagini della procura. Indagini piene di fantasie strampalate ed errori giganteschi. Perché Rudy Guedé non parla di quello che sa lui, anziché rievocare pezzi di sentenze scritte da alcuni Giudici intervenuti in questo drammatico caso? La ricostruzione del delitto fatta dalla Procura non ha nessun riscontro oggettivo, è pura fantasia”, le parole di Sollecito. Che aggiunge: “Non c’è alcun riscontro tanatologico sulla successione dei fendenti inferti alla povera ragazza inglese. Ancor di più l’ipotesi di più coltelli è anch’essa pura fantasia senza alcun riscontro, visto che la profondità delle ferite è sempre la stessa. È tristissimo pensare che questo individuo anziché avere rispetto per una famiglia che ha distrutto, mostrando costrizione e pentimento, continui ancora a raccontare menzogne, accusando altri di un orrendo delitto, che gli atti processuali dimostrano, che ha commesso da solo è tutto per fare i suoi squallidi interessi”.
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