Attacco frontale del numero uno di Stellantis, Carlos Tavares, all’auto elettrica: il manager portoghese, infatti, ha nuovamente messo in guardia sui rischi di una transizione troppo repentina alla mobilità a batteria, imposta dalle istituzioni a fronte di una domanda di mercato ancora non all’altezza. A questa velocità, la transizione “mette a rischio posti di lavoro e qualità delle auto”, in nome di benefici ambientali che, invece, restano da dimostrare.
“Quello che è stato deciso è di imporre all’industria automobilistica un’elettrificazione che comporta un 50% di costi aggiuntivi rispetto a un veicolo convenzionale”, ha detto l’amministratore delegato di Stellantis durante la conferenza Reuters Next: “Non c’è modo di trasferire questo 50% sul consumatore finale, perché la maggior parte della classe media non sarà in grado di pagare”. Tuttavia, governi e investitori chiedono un’ulteriore accelerazione, “sfidando i limiti dell’industria automobilistica”.
Secondo Tavares, per far quadrare i conti, i costruttori non potranno che aumentare ulteriormente i prezzi delle auto e venderne di meno o ridurre i già risicati margini di guadagno: prospettive che, in ogni caso, mettono a rischio i lavoratori, come anche più volte sottolineato dai sindacati. “Nei prossimi cinque anni, dovremo digerire un aumento del 10% della produttività all’anno, mentre il settore è abituato a un miglioramento dal 2 al 3%”, ha spiegato il manager portoghese, che ha concluso: “Il futuro ci dirà chi sarà in grado di digerire questa situazione, e chi fallirà”.
Tutto ciò, però, non significa che Stellantis (al pari si altri costruttori) non stia investendo in elettrificazione: il piano della multinazionale per sopravvivere a queste prospettive negative passa per una riduzione dei costi da cinque miliardi di euro e, contestualmente, per un piano di investimento da trenta miliardi da spendere da qui al 2025 per ingegnerizzare nuove piattaforme elettriche, sviluppare tecnologie e inaugurare fabbriche di batterie. Stellantis e Daimler, hanno anche investito in Factorial, startup specializzata nello studio di batterie allo stato solido.