Nell'ultimo report settimanale, l'Ecdc stima "molto alto" (8,3 su 10) il livello di preoccupazione per l'avanzata del virus in Europa. Il nostro però è uno tra gli otto Paesi (insieme a Estonia, Islanda, Malta, Romania, Slovenia, Spagna e Svezia) che suscitano "moderata preoccupazione", il livello inferiore in questo momento. L'incidenza nell’area Ue è stata pari a 742,1 casi per 100mila abitanti, in crescita costante da otto settimane
L’Italia dovrà attendersi ancora nei prossimi giorni un aumento di casi, ricoveri (sia in area medica sia in terapia intensiva) e morti. A dirlo è l’Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie infettive, che nell’ultimo report settimanale stima “molto alto” (8,3 su 10) il livello di preoccupazione per l’avanzata del Covid in Europa. Il nostro, per la verità, è uno tra gli otto Paesi (insieme a Estonia, Islanda, Malta, Romania, Slovenia, Spagna e Svezia) che suscitano “moderata preoccupazione“, il livello inferiore in questo momento. Il rapporto è relativo alla settimana 20-26 novembre e le previsioni riguardano i 14 giorni successivi. Nella settimana appena trascorsa – si legge – la situazione epidemiologica complessiva è stata caratterizzata da un tasso di notifica di casi Covid “elevato e in rapido aumento” e da un tasso di mortalità “basso, ma in lento aumento“. La previsione dell’Ecdc è che i tassi di notifica dei casi, i tassi di mortalità e i ricoveri in terapia intensiva e altri reparti ospedalieri aumenteranno nelle prossime due settimane. I tassi di notifica dei casi sono più alti tra gli under 50, ma anche quelli tra i gruppi di età più avanzata sono in aumento.
L’incidenza complessiva del virus nell’area Ue è stata pari a 742,1 casi per 100mila abitanti, contro i 626,2 della settimana precedente, in crescita costante da otto settimane. Il tasso di mortalità a 14 giorni è stato invece di 46,7 decessi per milione di abitanti (46,9/milione la settimana precedente), stabile da due settimane. Per la maggior parte degli Stati la situazione viene considerata di preoccupazione “alta o molto alta”, e “sebbene l’impatto di Covid-19 sia particolarmente elevato in un certo numero di Paesi che registrano una bassa diffusione della vaccinazione”, gli esperti segnalano “prove di un aumento del peso di Covid anche tra i Paesi più vaccinati”. Nel dettaglio, il quadro è classificato “estremamente preoccupante” in 7 Paesi (Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia e Slovacchia), di “forte preoccupazione” in 15 Paesi (Austria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia , Grecia, Irlanda, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Norvegia e Portogallo), e di “moderata preoccupazione” negli 8 sopra citati, Italia compresa. Nel territorio Ue la variante Delta del Sars-CoV-2 continua a essere ampiamente dominante (99,6%).