Cronaca

Covid, il rapporto Censis: “Sempre più famiglie in povertà, cresce la depressione tra gli studenti. Per 3 milioni di italiani il virus non esiste”

Il documento presentato al capo dello Stato Sergio Mattarella rivela che sono due milioni le famiglie italiane in povertà assoluta, con un aumento del 104,8% rispetto al 2010 (980.000). Nonostante il rimbalzo dell’economia del primo semestre, le donne occupate hanno continuato a diminuire: sono 9.448.000, mentre alla fine del 2020 erano 9.516.000. E la loro retribuzione è lontana da quella dei colleghi maschi (28 euro in meno su base giornaliera). Nei più giovani le certezze sul futuro sono svanite: per il 46,6% dei dirigenti scolastici l’atteggiamento prevalente tra i propri studenti è il disorientamento

“L’irrazionale ha infiltrato il tessuto sociale. Per il 5,9% degli italiani (circa tre milioni) il Covid non esiste, per il 10,9% il vaccino è inutile. E poi: il 5,8% è convinto che la Terra è piatta, per il 10% l’uomo non è mai sbarcato sulla Luna, per il 19,9% il 5G è uno strumento sofisticato per controllare le persone”. A evidenziarlo è il 55° rapporto della fondazione Censis – Centro studi e investimenti sociali – sulla situazione sociale del Paese, presentato venerdì al capo dello Stato Sergio Mattarella dal presidente dell’istituto, Giuseppe De Rita. Il documento contiene anche un allarme sui numeri della povertà: nel 2020 sono due milioni le famiglie italiane che vivono in povertà assoluta, con un aumento del 104,8% rispetto al 2010 (980.000). Tra le famiglie che sono entrate in questa condizione durante il primo anno di pandemia, ben il 65% risiede al Nord. La pandemia, nota il rapporto, ha accentuato il senso di vulnerabilità: il 40,3% degli italiani si sente insicuro pensando alla salute e alla futura necessità di dover ricorrere a prestazioni sanitarie.

A giugno 2021 – si legge ancora – nonostante il rimbalzo dell’economia del primo semestre, le donne occupate hanno continuato a diminuire: sono 9.448.000, mentre alla fine del 2020 erano 9.516.000 e nel 2019 erano 9.869.000. “Durante la pandemia 421mila donne hanno perso o non hanno trovato lavoro. Il tasso di attività femminile (la percentuale di donne in età lavorativa disponibili a lavorare) a metà anno è al 54,6%, si è ridotto di circa 2 punti percentuali durante la pandemia e rimane lontanissimo da quello degli uomini, pari al 72,9%“, informa il Censis. E anche quando le donne lavorano, la loro retribuzione è lontana da quella dei colleghi maschi: su una media di 93 euro di paga giornaliera, il divario è di 28 euro in meno a sfavore del sesso femminile. La retribuzione per una donna è inferiore del 18% rispetto alla media, mentre quella di un uomo è del 12% superiore.

L’epidemia di Covid ha causato anche forti danni psicologici ai più giovani: “L’81,0% dei 572 dirigenti scolastici di scuola secondaria di secondo grado intervistati – si legge nel documento – segnala che tra gli studenti sono sempre più diffuse forme di depressione e disagio esistenziale“. Il 76,8% pensa che gli studenti vivano in una fase di sospensione, senza disporre di prospettive chiare per i loro progetti di vita. Per il 46,3% degli italiani i giovani sono indifferenti a qualunque sollecitazione, mentre per il 78,3% sono sottoposti a continui stimoli e informazioni, di cui non riescono a operare una selezione. Dopo quasi due anni di pandemia, le certezze rispetto al futuro sono svanite: per il 46,6% dei dirigenti scolastici l’atteggiamento prevalente tra i propri studenti è il disorientamento. Anche il rendimento scolastico è calato: “L’ultima rilevazione Invalsi ha evidenziato un peggioramento delle performance degli studenti italiani rispetto al 2019, ma sarebbe ingeneroso individuare la sola causa nella didattica a distanza”, recita il rapporto.