Continua a crescere l’incidenza del SARS-CoV-2, così come il tasso di occupazione dei pazienti Covid nelle terapie intensive e nei reparti ordinari. Ma cala – seppur di pochissimo – l’indice di trasmissibilità Rt, rimanendo comunque ben sopra il valore di 1 che indica un’epidemia in espansione. Sono i nuovi dati settimanali diffusi dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e del ministero della Salute, a seguito del monitoraggio della Cabina di regia. Nella settimana dal 26 novembre al 2 dicembre, l’incidenza a livello nazionale è arrivata a 155 casi ogni 100mila abitanti rispetto ai 125 dei sette giorni precedenti. La percentuale dei pazienti Covid nelle terapie intensive del Paese era al 7,3% al 2 dicembre (in salita rispetto al 6,2% del 25 novembre), quella nei reparti ordinari al 9,1% (dall’8,1%). La soglia di allerta è fissata rispettivamente al 10% e al 15%.
Nel periodo dal 10 al 23 novembre, invece, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,20, al di sopra della soglia epidemica ma in lieve diminuzione rispetto all’1,23 della settimana precedente. L’Iss sottolinea che è in forte aumento il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione: sono 30.966 contro i 23.971 della settimana precedente, dato che indica un sistema di tracciamento in difficoltà. La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento, infatti, è in diminuzione (33% rispetto al 34% della scorsa settimana), mentre è in aumento quella delle diagnosi attraverso attività di screening (22% rispetto al 21%), ed è stabile al 45% quella dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi.
Per quanto riguarda i dati delle singole regioni, una sola è classificata a rischio basso, le altre venti sono a rischio moderato e due di queste “ad alta probabilità di progressione” verso il rischio alto. L’incidenza più alta si registra nella provincia autonoma di Bolzano con 645,7 contagi per 100mila abitanti. Seguono il Friuli-Venezia Giulia con 336,3 casi, il Veneto con 317,1 e la Valle d’Aosta con 309,1, rispetto ad una media nazionale a 155 e ben oltre la soglia di 50, uno degli indicatori che fanno scattare la zona gialla per le Regioni. Gli altri due sono il 10% dei posti letto occupati in terapia intensiva e il 15% in area medica: a sforare la prima soglia ci sono ancora la provincia di Bolzano (17,5%), il Friuli-Venezia Giulia (14,9%), le Marche (12%) e il Veneto (10,5%), a sforare la seconda invece la Valle d’Aosta (28,3%) il FVG (23%) e la provincia di Bolzano (19,8%). L’Alto Adige, quindi, a partire da lunedì raggiungerà in zona gialla il Friuli-Venezia Giulia.