Il gruppo Leonardo, controllato al 30% dal Tesoro, ha annunciato in modo unilaterale un periodo di cassa integrazione di 13 settimane per 3.400 dipendenti degli stabilimenti di Grottaglie, Pomigliano, Nola e Foggia. I lavoratori saranno a casa a partire dal prossimo 3 gennaio. L’annuncio è piombato come un fulmine sul sindacato che aveva già proclamato per lunedì 6 dicembre otto ore di sciopero e una manifestazione nazionale a Roma sul futuro del settore della difesa. Il gruppo guidato da Alessandro Profumo sta portando avanti la cessione delle divisioni Oto Melara (cannoni navali) e Wass (siluri) per cui si contrappongono un’offerta franco tedesca (Knds) ed una di Fincantieri.
Secondo il segretario generale della Uilm Rocco Palombella la decisione dell’azienda è “di inaudita gravità ed evidenzia l’immobilismo che dura da anni in una divisione, quella di Aerostrutture, fondamentale per il futuro del nostro Paese e per la stessa Leonardo”. “A questo – secondo Palombella – si aggiunge la mancanza di una visione da parte di un gruppo che per fare cassa, prima ha venduto Breda e Sts ai giapponesi di Hitachi, oltre ad Ansaldo Energia, mentre ora ha messo sul mercato asset importanti come Oto Melara, Wass e la parte dell’Automazione”. La leader della Fiom, Francesca Re David, chiede “l’immediata apertura di un confronto con il governo e l’azienda”.
Interviene anche il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca che afferma “Una delle grandi aziende pubbliche, Leonardo e Finmeccanica comunica di voler mettere in Cig dal 3 gennaio, per quello che riguarda la Campania 1200 lavoratori a Pomigliano, 430 nello stabilimento di Nola. Non va bene. Continua questa drammatica penalizzazione del Sud Italia in relazione agli investimenti e alle scelte produttive, è una situazione intollerabile e faccio appello ai ministri campani perché siano parte attiva in relazione ad una richiesta di incontro con Draghi per capire cosa intendano fare le grandi aziende in relazione alla Campania”.
Oggi un gruppo di lavoratori si è riunito in presidio davanti agli ingressi dello stabilimento Leonardo di Grottaglie (Taranto), dove si svolge uno sciopero proclamato da Fiom e Uilm, fino alla manifestazione nazionale del 6 dicembre per protestare contro la decisione dell’azienda. Il gruppo dell’aereo spazio conta in tutto oltre 50mila dipendenti, ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con ricavi per 9,5 miliardi di euro e utili per 229 milioni di euro. La società vale in borsa 3,4 miliardi di euro.
Lavoro & Precari
Leonardo, 3.400 dipendenti in cassa integrazione per 13 settimane a partire da gennaio. Sindacati: “Decisione gravissima”
La decisone riguarda gli stabilimenti di Grottaglie, Pomigliano, Nola e Foggia ed è stata comunicata unilateralmente dall'azienda alle organizzazioni dei lavoratori
Il gruppo Leonardo, controllato al 30% dal Tesoro, ha annunciato in modo unilaterale un periodo di cassa integrazione di 13 settimane per 3.400 dipendenti degli stabilimenti di Grottaglie, Pomigliano, Nola e Foggia. I lavoratori saranno a casa a partire dal prossimo 3 gennaio. L’annuncio è piombato come un fulmine sul sindacato che aveva già proclamato per lunedì 6 dicembre otto ore di sciopero e una manifestazione nazionale a Roma sul futuro del settore della difesa. Il gruppo guidato da Alessandro Profumo sta portando avanti la cessione delle divisioni Oto Melara (cannoni navali) e Wass (siluri) per cui si contrappongono un’offerta franco tedesca (Knds) ed una di Fincantieri.
Secondo il segretario generale della Uilm Rocco Palombella la decisione dell’azienda è “di inaudita gravità ed evidenzia l’immobilismo che dura da anni in una divisione, quella di Aerostrutture, fondamentale per il futuro del nostro Paese e per la stessa Leonardo”. “A questo – secondo Palombella – si aggiunge la mancanza di una visione da parte di un gruppo che per fare cassa, prima ha venduto Breda e Sts ai giapponesi di Hitachi, oltre ad Ansaldo Energia, mentre ora ha messo sul mercato asset importanti come Oto Melara, Wass e la parte dell’Automazione”. La leader della Fiom, Francesca Re David, chiede “l’immediata apertura di un confronto con il governo e l’azienda”.
Interviene anche il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca che afferma “Una delle grandi aziende pubbliche, Leonardo e Finmeccanica comunica di voler mettere in Cig dal 3 gennaio, per quello che riguarda la Campania 1200 lavoratori a Pomigliano, 430 nello stabilimento di Nola. Non va bene. Continua questa drammatica penalizzazione del Sud Italia in relazione agli investimenti e alle scelte produttive, è una situazione intollerabile e faccio appello ai ministri campani perché siano parte attiva in relazione ad una richiesta di incontro con Draghi per capire cosa intendano fare le grandi aziende in relazione alla Campania”.
Oggi un gruppo di lavoratori si è riunito in presidio davanti agli ingressi dello stabilimento Leonardo di Grottaglie (Taranto), dove si svolge uno sciopero proclamato da Fiom e Uilm, fino alla manifestazione nazionale del 6 dicembre per protestare contro la decisione dell’azienda. Il gruppo dell’aereo spazio conta in tutto oltre 50mila dipendenti, ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con ricavi per 9,5 miliardi di euro e utili per 229 milioni di euro. La società vale in borsa 3,4 miliardi di euro.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".