“Pensavo di non avere Satana dentro e poi invece ho scoperto di averne le tracce, perché ci sono dei momenti in cui mi fanno arrabbiare tantissimo. La dote che di sicuro non ho è la pazienza, ma con loro qualche sbavatura mi è venuta. E ho scoperto l’accettazione, che non è rassegnazione, ma è lasciare che le cose avvengano da sole. Tu hai messo i semi, devi aspettare che fioriscano”. È un’intervista davvero toccante quella fatta dal Corriere della Sera a Luciana Littizzetto. Il tema è quello del suo rapporto con i figli in affido, la sua esperienza di maternità così come l’ha raccontata nel suo nuovo libro, “Io mi fido di te”: da quindici anni, infatti, condivide la sua vita con Vanessa e Jordan, con cui ha costruito (a fatica) un legame inscindibile anche ora che sono grandi.
“Quando sono diventati maggiorenni avrebbero potuto essere adottati – ha confidato la comica torinese -. Io ho già fatto testamento, e almeno questa cosa della linea ereditaria è andata. Ho sempre avuto paura ad affibbiargli il mio cognome, sono molto riservati. Vanessa su Instagram ha un profilo privato. Questa estate Jordan è stato male sul set e quando mi ha chiamata per tranquillizzarmi e gli ho chiesto di farmi parlare con il produttore, quello ha riconosciuto la voce, è rimasto in silenzio qualche secondo e poi gli ha chiesto: ‘Ma chi è tua madre?’. Non sapeva nulla“.
Questi anni non sono stati affatto sempre rose e fiori ma Lucianina non ha mai pensato di riportarli indietro: “Ma di dire ‘fai un po’ il cavolo che vuoi’ sì, ancora adesso. Le volte che si tira la corda sono talmente tante. E ogni volta è una richiesta di amore in termini a volte incomprensibili, fatta con rabbia, urlando, e tu dall’altra parte non capisci: perché fai così? Te lo devo ancora dire fidati di me? Qualche volta mi sono chiesta ‘chi me lo ha fatto fare’, penso succeda in tutte le relazioni affettive, non è mai tutto bellissimo, è un percorso di spine e svolte, ma questa è la vita”. Momenti che ha somatizzato al punto che le è venuto l’Helicobacter pylori ma non solo: “Mi vengono ancora tanti batticuori e poi l’insonnia, ma non so se dipende da loro, forse è da come vivo io le cose. Ho sempre dormito molto poco quando hanno cominciato a uscire la sera: se li chiamavo il telefonino puntualmente era scarico. Un’ansia…“.
Poi un episodio emblematico: quando Jordan usava il Biochetasi effervescente al posto della Fanta. “Ecco, Jordan è quella roba lì: è imprevedibile. Mentre Vanessa la conosci, sai com’è fatta, lui è sempre stato così: lo aspetti qui ed è là. Anche adesso che ha 24 anni posso dire di conoscerne il 40-50 per cento. Si chiude in camera e ti chiedi chissà cosa sta facendo, e poi esce e dice: sai, ho visto La corazzata Potëmkin”.