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Usa, la disinformazione Covid può uccidere su larga scala? Negli stati Repubblicani sembra di sì

Gli esperti e i giornalisti che hanno disseminato notizie false, inesattezze e infondatezze sulla malattia Covid-19, a causa di tentativi deliberati di disinformare o magari perché non si sono presi la briga di studiare la più recente letteratura scientifica o non si sono preoccupati di analizzare i più recenti dati epidemiologici prima di andare in tv, hanno morti sulla coscienza? È difficile dimostrarlo.

Secondo alcune analisi del New York Times, esisterebbero degli indizi capaci di suggerirlo. Si tratta dell’associazione tra la proporzione di persone vaccinate e mortalità Covid per 100.000 tra gli stati americani che hanno votato Trump rispetto a quelli che hanno votato Biden alle ultime elezioni. L’ipotesi è che la percezione del rischio sugli effetti collaterali dei vaccini abbia sopraffatto la percezione della pericolosità del virus anche grazie alle fake news disseminate da canali (dis)informativi vicini al partito Repubblicano come Fox News e Breitbart.

Non “buttiamola” in politica e proviamo a capire prima quali sono le variabili “confondenti” o caratteristiche degli stati americani che li rendono maggiormente vulnerabili alla mortalità Covid: età media, prevalenza di malattie croniche, condizioni socioeconomiche, densità di popolazione, densità abitativa, accesso a servizi sanitari, condizioni ambientali e geografiche.

Effettivamente negli stati dove esiste una più alta percentuale di votanti per il partito Repubblicano esistono condizioni peggiori in termini di prevalenza di malattie croniche, povertà, condizioni socioeconomiche, livelli di istruzione e disuguaglianze sanitarie. Queste caratteristiche dovrebbero essere considerate nelle analisi e le associazioni tra preferenze politiche della popolazione e mortalità Covid dovrebbero essere “aggiustate” per questi fattori. La relazione tra mortalità Covid-19 e preferenze politiche è stata in effetti oggetto di analisi statistiche più approfondite.

Tuttavia, l’ipotesi che la disinformazione promossa dai media dei votanti del partito Repubblicano stia producendo effetti letali sulla salute rimane plausibile. Gli stati dove la maggioranza dei cittadini ha votato per il partito Repubblicano hanno i peggiori indicatori di mortalità e le più alte percentuali di cittadini riluttanti a vaccinarsi, a causa non solo di una profonda (e in parte giustificata) sfiducia nel governo – e nelle case farmaceutiche come Pfizer. Gli stessi stati hanno anche una più alta prevalenza di persone che credono a complotti e notizie errate sul virus e sulla pandemia?

C’è bisogno di ulteriore ricerca per dimostrarlo, ma la maggiore propensione dei votanti del partito Repubblicano a usare fonti di informazione che diffondono fake news, diffondere fake news (10) e non saper distinguere notizie vere da quelle false è già stata ampiamente dimostrata da solide prove scientifiche. E in Italia?