Siamo entrati qualche minuto dopo l’inizio di Aline. Il biopic su Celine Dion diretto e interpretato dalla francese Valerie Lemercier, Fuori Concorso al 39esimo Torino Film Festival. Parliamo di quei cinque sei minuti di ritardo. Capita. Solo che appena guardato lo schermo abbiamo visto la Lemercier, che è una signora di 57 anni, vestire i panni di Aline dodicenne (pardon, Celine nel film si chiama Aline Dieu probabilmente per non incorrere in qualche causa miliardaria della Celine Dion family&business entertainment).
Dicevamo della Lemercier con i fiocchetti in testa, la gonnellina corta e le calzette di pizzo da bambina. L’interpretazione da dodicenne dura almeno dieci quindici minuti – – tutto effetti digitali in post – perché è quando Aline/Celine viene scoperta dal manager, che poi diventerà suo marito, René Angelil (nella finzione Guy-Claude Kamar), quindi è un momento chiave della costruzione del racconto. Qualche cattivissimo recensore statunitense vedendo quei minuti di film ha voluto paragonare la Lemercier ad un hobbit. E non è che ci sia andato lontano. Scelta spiazzante che pare, ma non possiamo confermarlo però, la Lemercier abbia fatto anche in altri film comici. Infatti l’effetto è tra il comico e il sinistro. Uno strano affarino di cui non si carpisce l’età, in mezzo all’enorme cucina modello “casetta in Canadà” – siamo nel Quebec dei primi anni ottanta – composta da madre, padre, decine di fratelli, sorelle, nipoti, cognati. Tutti canterini con chitarra, pianole e bacchette della batteria in mano. Fino a quando un fratello prova a spedire al blasonato ma comunque provinciale manager Kamar una musicassetta con sopra scritto: Aline, 12 anni.
E Aline dodicenne canta già con l’estensione vocale della Aline/Celine che ha incantato il mondo. Da lì la carriera è tutta in discesa. Apparizioni in tv locali, poi nazionali, poi gare canore internazionali e infine con l’acquisizione della lingua inglese (Aline/Celine parlano in origine il quebecois che è un francese con un accento sporco e strascinato) il successo mondiale. C’è solo un piccolo particolare: Aline/Celine ha ancora diciassette anni ma freme per dichiarare in pubblico che Guy-Claude/René all’epoca 38enne, con due divorzi alle spalle, è l’uomo della sua vita. L’unico vero inghippo, frizioncina tra il familiare e moralista nella prima in Aline è solo questa, anche se i toni non sono mai quelli da crociata puritana alla Great Balls of fire con Jerry Lee Lewis 22enne che sposa la 13enne cugina Myra. I successi canori e soprattutto le performance live on stage della protagonista compresa la serata in cui vince l’Oscar per My heart will go on, brano di Titanic, sono la punteggiatura trionfale del racconto anche se visivamente questa cavalcata di almeno quattro decenni assume colorazioni opache mai vivaci, una specie di grigio terra di Canada che si riverbera pure in una Las Vegas che appare per mezzo film ma priva di luminosità solare bulimica qual è nella realtà.
Intanto Aline/Lemercier da hobbit dodicenne cresce fino a diventare mamma, orfana, vedova, ma appunto, senza mai modificare quella presenza fisica fragile, esile, strattonata, che tenta spesso quel mezzo passo di lato un po’ goffo modello coreografia abbozzata sul palco davanti a milioni di persone. La Aline/Celine, inoltre, non trova una catarsi personale nemmeno di fronte alle ampie vocalizzazione e agli acuti tirati all’inverosimile per tanti secondi durante i brani cantati in scena. A dirla tutta viene rappresentata come una personcina psicologicamente ed emotivamente parecchio instabile, controbilanciata solo nel rimpallo ossessivo protettivo di Guy-Claude, con lo showbiz tutt’attorno che diventa piccolo, distante e perfino fastidioso. Difficile comprendere bene il senso di questo approccio smunto, sfuggente ad una materia biopic sulla carta così succulenta. Ovviamente il progetto cinematografico non è stato concordato con la Dion. Il film non sembra essere stato molto apprezzato dalla cantante, mentre uno dei suoi figli ne avrebbe parlato bene. Le performance canore di Aline sono della vera cantante Victoria Sio. In Italia, per tutti i fan di Celine Dion, e non solo, il film uscirà nel gennaio del 2022 con LuckyRed ed il titolo La voce dell’amore.