L’efficacia del vaccino nel prevenire l’infezione scende sotto il 50% già a 5 mesi dal completamento del primo ciclo. L’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità ‘anticipa’ di un mese il forte calo della preventivo delle due dosi. Fino a 7 giorni fa, infatti, il report esteso dell’Iss parlava del calo al 40% a sei mesi dalla seconda dose. Adesso invece l’aggiornamento dei dati ha portato a calcolare che l’efficacia “scende dal 75% al 44%” dopo cinque mesi, mentre “rimane elevata” nel prevenire casi di malattia severa: “L’efficacia per i vaccinati con ciclo completo da meno di cinque mesi è pari al 93% rispetto ai non vaccinati, mentre risulta pari all’85% per i vaccinati con ciclo completo da oltre cinque mesi rispetto ai non vaccinati”, scrive l’Iss. Ne discende, si legge nel bollettino integrale, che per un non vaccinato il rischio rispetto a un vaccinato da meno di 5 mesi è 10 volte maggiore di ricovero, 16 volte maggiore di terapia intensiva e 9 volte maggiore di morte.

Tra il 15 ottobre e il 14 novembre, periodo in cui i dati sono ormai consolidati, sono finiti in ospedale 3.733 non vaccinati, 1.435 pazienti vaccinati da meno di 5 mesi e 2.336 vaccinati da più di 5 mesi. Ancora più evidente la differenza, se si considerano i ricoverati in terapia intensiva nello stesso periodo: 546 non vaccinati, 132 vaccinati con ciclo completo da meno di 5 mesi e 150 vaccinati da più di 5 mesi. La differenza di rischio tra vaccinati e non vaccinati diviene ancora più chiara ricordando che la popolazione non vaccinata è composta da 7,4 milioni di persone, mentre i vaccinati sono oltre 42 milioni, undici dei quali da più di 5 mesi. Pur essendo un “insieme” molto più limitato di persone, quindi, i non vaccinati producono numeri molto più alti di ospedalizzazioni e ricoveri in terapia intensiva.

L’analisi dei casi diagnosticati nell’ultima settimana conferma anche l’andamento già registrato in quella precedente, con un ‘serbatoio’ di casi importante in “età scolare”, spiega. Il 27% dei casi totali diagnosticati sotto i 20 anni: “Il 51% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nella fascia d’età 6-11 anni, il 33% nella fascia 12-19 anni e solo l’11% e il 5% sono stati diagnosticati, rispettivamente tra i 3 e i 5 anni e sotto i 3 anni”. Numeri che spiegano come il virus si muova prevalentemente nella fascia di popolazione al momento non vaccinabile e che fotografa da un punto di vista dei dati le difficoltà di tracciamento a scuola emerse negli ultimi giorni, con il governo costretto a una tripla marcia indietro tra il 3 novembre e mercoledì. In particolare, nel periodo 15-28 novembre, in questa popolazione sono stati segnalati 40.529 nuovi casi, di cui 161 ospedalizzati e zero ricoverati in terapia intensiva. Inoltre, si sottolinea nel report Iss, nella classe di età 6-11 anni si evidenzia, a partire dalla seconda settimana di ottobre, una maggiore crescita dell’incidenza rispetto al resto della popolazione in età scolare, con un’impennata nelle ultime due settimane.

Quattordici giorni in cui l’incidenza – certifica l’Iss – è aumentata in 20 Regioni e Province autonome su 21: tutte ad eccezione della Calabria, dove si sottolinea il dato risente di un “ritardo di notifica” dei casi. “Il Friuli-Venezia Giulia, la Provincia Autonoma di Bolzano e la Valle d’Aosta registrano un’incidenza a 14 giorni superiore ai 500 casi per 100.000 abitanti, i valori più alti attualmente registrati in Italia”, si legge nel report che analizza anche l’incidenza nell’ultima settimana su base provinciale. Trieste, Gorizia e Bolzano sono le tre aree con “valori particolarmente elevati” e condividono, sottolinea il bollettino, l’essere “province di confine caratterizzate da flussi giornalieri di lavoratori in ingresso e in uscita” in particolare da Austria e Slovenia, due Stati caratterizzati da “alta incidenza (2.034 e 1.833 casi per 100.000 abitanti, rispettivamente) e da bassa copertura vaccinale (65,6% e 54,7%, rispettivamente)”. Altre sei province – Forlì-Cesena, Padova, Rimini, Treviso, Venezia e Vicenza – hanno “300 casi per 100.000 abitanti”, aggiunge l’Iss.

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