“Noi ci lamentiamo quando leggiamo le storie dei lager del secolo scorso, dei nazisti, di Stalin: ‘Come è potuto succedere?’ Ma sta succedendo anche oggi, nelle spiagge vicine, ponte di schiavitù“. Il Papa in visita a Cipro nelle ore scorse ha lanciato un allarme e una denuncia in occasione della preghiera ecumenica con circa 200 migranti, nella chiesa parrocchiale di Santa Croce a Nicosia. Francesco ricorda di aver guardato alcune testimonianze filmate: “Storie di tortura. Lo dico perché è mia responsabilità far aprire gli occhi. È la guerra di questo momento, è la sofferenza di fratelli e sorelle”. C’è una cosa che non si può fare: “Tacere”.

“La migrazione forzata non è un’attività turistica. Hanno dato tutto quello che avevano per salire su un barcone, di notte, e poi non sanno se arriveranno. Tanti respinti, per finire nei lager, veri posti di confinamento, di tortura e di schiavitù. Questa è la storia di questa civiltà sviluppata che noi chiamiamo Occidente“, ha sottolineato il Papa. “Voi siete qui – dice ai migranti presenti, tra cui i quattro di cui ha sentito le testimonianze -, ma quanti delle vostre sorelle, dei vostri fratelli sono rimasti in strada? Quanti disperati hanno iniziano il cammino, in condizioni molto difficili, precarie, e non sono riusciti ad arrivare?”. Il mare, ha continuato, “è diventato un grande cimitero. Guardando voi, guardo le sofferenze del cammino: tanti che sono stati rapiti, venduti, sfruttati, o ancora sono in cammino, non sapremo dove”. La storia che si ripete, ribadisce il Pontefice, è quella di una “schiavitù universale” e il rischio più grande è l’abitudine: “Questo abituarsi è una malattia, una malattia grave, molto grave, e non c’è antibiotico a questa malattia”.

Francesco prosegue: “I fili spinati, ma questa è una guerra di odio che vive un Paese, ma finiscono anche in altre parti dove si mettono per non lasciare entrare il rifugiato, quello che viene a chiedere libertà, pane, aiuto, fratellanza, gioia, che sta fuggendo dall’odio si trova davanti a un odio che si chiama filo spinato. Che il Signore risvegli la coscienza di tutti noi davanti a queste cose – invoca -. Non possiamo tacere e guardare dall’altra parte in questa cultura dell’indifferenza“. Nella chiesa il Papa saluta anche alcuni dei rifugiati che per sua iniziativa da Cipro saranno trasferiti in Italia, mentre la Santa Sede conferma il primo invio di 12 prima di Natale (gli altri seguiranno tra gennaio e febbraio per un totale di 50 persone). E intanto del tema-migranti ha parlato anche il presidente del Consiglio Mario Draghi alla conferenza ‘Rome Med-Mediterranean Dialogues’, per cui l’obiettivo è “proteggere i più deboli con cordoni umanitari dai paesi più vulnerabili, rafforzare i flussi legali, che sono una risorsa e non una minaccia per la nostra società”. Però “serve un maggior coinvolgimento di tutti i paesi europei, anche nel Mediterraneo, l’Italia continua a promuovere un avanzamento europeo verso una gestione collettiva, in un equilibrio fra responsabilità e solidarietà”. Significativa anche la risposta del Papa alle testimonianze ascoltate “con commozione” durante l’incontro a Nicosia. “Voi non siete stranieri, ma concittadini”, ha detto citando la lettera di San Paolo agli Efesini, “parole molto distanti nel tempo, ma vicinissime, più attuali che mai, come scritte oggi per noi. Dio ci parla attraverso i vostri sogni – aggiunge -. Chiama anche noi a non rassegnarci a un mondo diviso, a comunità cristiane divise, ma a camminare nella storia attratti dal sogno di Dio: un’umanità senza muri di separazione, liberata dall’inimicizia, senza più stranieri ma solo concittadini”. In occasione della messa celebrata allo stadio di Nicosia, infine, qualche apprensione ha destato l’attività di prevenzione della polizia cipriota che nel corso dei controlli ha arrestato un uomo che, con un coltello in tasca, tentava di entrare allo stadio Gsp dove erano riunite circa 10 mila persone. Fonti della stessa polizia al sito cipriota Reporter hanno poi spiegato che l’uomo fermato era uno straniero di 43 anni. Non è chiaro quali fossero le sue intenzioni. Bergoglio si è in seguito spostato in Grecia, al Palazzo Presidenziale di Atene, dove ha luogo la Cerimonia di benvenuto. Al Suo arrivo, il Pontefice è accolto dalla Presidente della Repubblica Ellenica, Katerina Sakellaropoulou.

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