Paralizzata la gestione elettronica dell’attività, a cominciare dalla prenotazione esami. In molti casi non è stata possibile la presa in carico dei pazienti. Sono state garantite però le emergenze e le sale operatorie. Salva l’Azienda Ospedaliera di Padova, che ha una gestione completamente autonoma. Conferma dall'Ulss: ad agire Cryptolocker che chiede un riscatto in criptovalute
Un attacco hacker ha paralizzato per una giornata il sistema informatico dell’Unità Locale Socio Sanitaria “Euganea” della provincia di Padova, causando gravi disagi nella gestione dell’attività. Sono state interessate le strutture che servono un bacino di 950mila persone, con quattro ospedali (Schiavonia, Cittadella, Camposampiero e Piove di Sacco) e circa 7mila dipendenti. Si è salvata, invece, l’Azienda Ospedaliera di Padova, che ha una gestione completamente autonoma.
L’attacco è partito nella notte e ha praticamente paralizzato tutta la gestione elettronica dell’attività: dalla prenotazione degli esami fino alle cartelle cliniche. In molte situazioni non è stata possibile la presa in carico dei pazienti o svolgere gli esami. Sono state garantite le emergenze e le sale operatorie. Anche i centri tamponi e per la vaccinazione anti Covid hanno continuato a funzionare, ma l’hub della Fiera di Padova è stato riattivato solo a metà mattinata. In qualche caso si è supplito alla inagibilità dei terminali scrivendo a mano, ma si tratta di procedure obsolete e in buona parte residuali in una gestione che è ormai quasi completamente informatizzata. Gli ambulatori, ad esempio, non sono riusciti a prendere in carico i pazienti per mancanza dei dati custoditi nel sistema. Lo stesso è accaduto in qualche laboratorio di analisi. I tecnici sono intervenuti creando alcune linee esterne per assicurare i collegamenti fondamentali, ma questo non ha potuto risolvere tutti i problemi. A meno che non fossero in possesso di chiavette, per tutta la giornata i dipendenti non hanno potuto consultare le mail d’ufficio, se non attraverso i propri cellulari.
La direzione sanitaria ha emesso un comunicato: “Nella notte si è verificato un attacco hacker, che ha comportato il blocco della maggior parte dei server, compromettendone la fruibilità. Stiamo intervenendo con la massima celerità con tutti i nostri tecnici informatici al fine di ripristinare il prima possibile i servizi. L’operazione richiederà alcune ore e ci scusiamo anticipatamente per il disagio, non dovuto alla nostra volontà”. L’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, ha dichiarato: “Si tratta di un caso isolato all’Ulss, tecnici al lavoro per il ripristino”.
Chi ha messo a segno un attacco che ha avuto l’evidente obiettivo di colpire la sanità in un momento di tensioni a causa del Covid? C’è un collegamento con il fatto che l’Ulss “Euganea” sia stata la prima a vietare ai no Vax, dall’1 dicembre, l’accesso alle strutture pubbliche per effettuare i tamponi alternativi al Green pass? Chi non ha diritto alle prestazioni gratuite, infatti, è stato dirottato verso le farmacie (per i test rapidi) e i centri privati (anche per i test molecolari). Durante la giornata sono intervenuti gli agenti della Polizia Postale che cercheranno di accertare il punto in cui si è verificato l’attacco che ha paralizzato il sistema e di risalire al server che lo ha generato, nella speranza che gli autori si siano traditi, lasciando qualche traccia riconoscibile. s
Dall’Ulss è poi venuta la conferma. Ad agire sarebbe stato Cryptolocker, un ransomware (virus) che blocca i computer e ne cifra i dati, per poi chiedere un riscatto in criptovalute per restituirli. A Padova non sono però disposti a prendere in considerazione l’eventualità di un pagamento. Rimane, quindi, il rischio di perdita dei dati, che comporterebbe l’obbligo di denunciare entro 72 ore la sparizione al Garante della privacy.