Per aderire è possibile consultar la piattaforma online Change.org. "Le donne ai vertici istituzionali così come ai vertici dell’imprenditoria sono ancora troppo poche, ma quelle che ci sono danno un grande esempio di sostenibilità sociale, ambientale ed economica", ha detto Antonella Giachetti, presidente nazionale Aidda, l'associazione che ha dato impulso all'iniziativa
Da Napoli è stata lanciata la petizione online ‘Una donna al Quirinale’. L’iniziativa è promossa da Aidda, associazione italiana che valorizza e sostiene l’imprenditoria al femminile. Per aderire è possibile andare su change.org. “Crediamo che una campagna di sensibilizzazione per avere finalmente una donna al Quirinale possa essere importante non tanto per raggiungere l’obiettivo in queste elezioni – ha spiegato Antonella Giachetti, presidente nazionale Aidda – ma per portare l’attenzione della comunità sulla necessità di integrare ai valori attuali quelli femminili che sono la speranza per il futuro. La leadership al femminile è infatti caratterizzata dal valore della cura che deve diventare una dimensione antropologica e deve entrare anche nelle istituzioni”. Sette le ‘virtù presidenziali’ indicate e che saranno i pilastri portanti della campagna di sensibilizzazione, tutti consultabili nel testo della petizione online.
“Le donne ai vertici istituzionali così come ai vertici dell’imprenditoria sono ancora troppo poche – ha aggiunto Giachetti – ma quelle che ci sono danno un grande esempio di sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Purtroppo le donne hanno molte più difficoltà e sono quelle che hanno sofferto di più anche durante la pandemia”. Un Paese, l’Italia, in cui sul fronte della presenza delle donne in ruoli istituzionali ‘chiave’ – come ha sottolineato Gianluigi Traettino, presidente di Confindustria – “Qualche passo avanti è stato fatto e avere un Capo dello Stato donna è sicuramente in agenda anche perché i dati ci dicono che nei Paesi in cui la presenza delle donne nella vita sociale e politica è almeno paritetica a quella degli uomini c’è un sistema migliore e inoltre non bisogna dimenticare che negli obiettivi del Pnrr c’è il gender gap e dunque la riduzione di questo divario è un obiettivo strategico stabilito dall’Unione europea”.