Dal 4 al 12 dicembre la stagione invernale si apre con la Cortina Fashion Week, una vera e propria settimana della moda ampezzana, costellata di eventi in grande spolvero come quelli di Valentino, Gucci, Dior e Louis Vuitton. E se questi luoghi da sempre conosciuti e amati dalla noblesse di tutta Europa sono ora al centro dell’attenzione internazionale lo si deve anche a una famiglia, i Kraler, che non solo ha investito sul loro territorio, vi hanno scommesso, puntando tutto sulla moda come catalizzatore
Lo scorso weekend una schiera di venticinquenni è arrivata in città a bordo di fiammanti Lamborghini, Ferrari, Maserati e supercar di ogni tipo per festeggiare un compleanno. C’è poi lo sceicco arabo che ha prenotato un intero hotel per una festa privata con il suo harem e la coppia della Nuova Zelanda con amici e parenti per celebrare le nozze. Che si tratti di paperoni pronti a farsi coccolare, habitué di ritorno in cerca di privacy o fedelissimi, tutti vogliono essere a Cortina d’Ampezzo. La Perla delle Dolomiti splende, e non solo per lo scintillio delle decorazioni natalizie. C’è stata quella dei cinepanettoni, poi quella della crisi e, infine, la Cortina di oggi, che non solo è tornata a essere una delle località di montagna più attrattive al mondo, ma è capace di strappare presenze illustri a Saint Moritz, Zermatt, Courmayeur. Il merito è dei Mondiali del 2021 e delle Olimpiadi 2026, che stanno già facendo da traino alle grandi opere, ma anche – anzi, soprattutto – a un certo turismo di lusso, capace di generare guadagni anche in piena pandemia e di dare lavoro ad operatori del settore e maestranze del territorio. Senza tralasciare l’accoglienza familiare che questa città offre ai suoi villeggianti, viziandoli con servizi ultra personalizzati.
Nell’immaginario comune sono impresse le immagini dei film dei Vanzina, emblema degli anni Ottanta e Novanta, quando era frequentata da politici (Giulio Andreotti era “di casa”), attori di cinema e dal top dell’imprenditoria. Un periodo di eccessi, dove le vacanze di Natale a Cortina erano uno status symbol. Contava solo l’apparenza. La cittadina finì per essere associata a un turismo un po’ cafone e il culmine arrivò nei primi anni Duemila, quando a prendersi la scena c’erano Lele Mora e la sua scuderia. Punto di rottura, il blitz dell’Agenzia delle Entrate alla vigilia di Capodanno del 2012. Cortina venne descritta come una località frequentata da evasori fiscali e da furbetti che si erano arricchiti in modo illecito. Dal punto di vista mediatico, fu un massacro. Un brutto momento di crisi ma che servì a spazzare via in un colpo solo ‘i cafoni’, dando modo alla Perla delle Dolomiti di ripensare la sua vocazione. Da lì in poi hanno iniziato infatti ad arrivare più stranieri, soprattutto arabi, russi, americani ma anche asiatici e sudafricani: tutte personalità di spicco, con portafogli importanti, tra rampolli e self made man, che sfruttano le seconde case per lo smartworking (la fibra è arrivata anche qui, a più di 1000 metri di quota) o come buen ritiro nei weekend fuori stagione. Un via vai silenzioso ma consistente, che negli ultimi tre anni – in piena pandemia – ha fatto registrare un +30% nelle vendite delle boutique del centro e che ora si prepara ad animare una stagione invernale che si annuncia già da tutto esaurito, anche se incombono i timori di disdette dell’ultimo minuto, causa l’andamento della pandemia. I prezzi sono schizzati letteralmente alle stelle, si va dai 25-30mila euro per un mese di affitto di una casa ai 1500-4000 euro a notte degli hotel, con un minimo di sette notti richieste. “Da un lato c’è grande entusiasmo per la riapertura, finalmente, degli impianti sciistici, dall’altro c’è grande preoccupazione per le notizie che arrivano sul fronte Covid, con possibili disdette dell’ultimo minuto”, ci spiega Albino Ghirardon, proprietario del Rosapetra Spa Resport. “La pandemia ha rilanciato il turismo italiano e le festività natalizie sono il suo fulcro”.
Gherardo Manaigo, dal suo osservatorio speciale – il centralissimo hotel “Posta”, fondato nel 1804 dai suoi avi – ci racconta il fermento che da alcuni anni attraversa la Regina delle Dolomiti: “Sta accadendo di nuovo. Le Olimpiadi del 1956 hanno contribuito a forgiare il mito di Cortina d’Ampezzo: all’Hotel de la Poste e nelle altre strutture più blasonate delle Dolomiti abbiamo scritto pagine di storia del cinema, del costume, della società. Oggi abbiamo ritrovato quell’entusiasmo, sull’onda dei Mondiali 2021 e, in prospettiva, delle Olimpiadi invernali del 2026”. È per questo che chi arriva in città, la trova un po’ vetrina scintillante e un po’ operoso cantiere: oltre un terzo dei suoi hotel storici è in ristrutturazione e con l’inaugurazione della stagione invernale 2021/2022 è stata battezzata anche la nuova cabinovia Son dei Prade – Bai de Dones, un’opera attesissima e altamente strategica, dal momento che collega l’area sciistica delle Tofane con quelle delle Cinque Torri, del Col Gallina e del Lagazuoi. La novità non riguarda solo gli appassionati di sport invernali: è infatti il primo tassello di un più ambizioso piano che mira a trasformare gli impianti di risalita in mezzi di trasporto pubblico alternativi alle auto, utili in tutte le stagioni per decongestionare le strade di montagna dal traffico e incentivare i turisti a lasciare la macchina in hotel. “Stiamo studiando assieme ai ministeri competenti quello che si potrebbe definire un “piano Marshall” per il turismo tutta la provincia di Belluno”, spiega l’albergatore, parlando anche in qualità di presidente del Distretto turistico delle Dolomiti Bellunesi. “Non solo le Olimpiadi porteranno contributi ed agevolazioni per il settore turismo e gli albergatori, che potranno riammodernare puntando su sostenibilità, green economy ed abbattimento delle barriere architettoniche come nuovi mantra anche in vista delle Paraolimpiadi, ma daranno modo a Cortina di sciogliere i suoi nodi critici, come i trasporti. La statale che attraversa la valle è già in via di rinnovamento e contiamo di riaprire presto il mini-aeroporto. E non solo: vediamo tanti nuovi investitori, italiani e stranieri, affacciarsi sul mercato, portando nuova linfa e idee. Ci manca da risolvere il problema dei posti auto, ma arriveremo anche lì”. Tradotto: una filiera circolare che – ad esempio – utilizza il legname risultante dalla manutenzione dei boschi per arredare chalet e dà sostentamento a tutta la Valle, dagli artigiani ai commercianti e ai lavoratori specializzati, passando per tutte maestranze coinvolte negli allestimenti dei mega eventi che ora si organizzano tutto l’anno.
E, cosa non da poco, ci sono i giovani, tanti giovani, al punto che anche la prestigiosa Galleria Farsetti ha inaugurato una mostra sulla street art: “L’età media è sulla trentina, tutti con un buon portafoglio“, ci dicono in paese. All’assenza di locali notturni suppliscono con grandiose feste private a tema ma si vocifera che è imminente l’apertura di un esclusivo club il cui accesso sarà consentito solo ai soci tesserati. Anche nelle cucine dello chef stellato Graziano Prest c’è grande fermento: il ristorante Tivoli è tra i più rinomati della valle e gli habitué hanno già prenotato il tavolo per pranzi e cenoni. L’euforia è nell’aria ed è contagiosa.
Ps. Se vi capita date un’occhiata ai camerini degli store Franz Kraler….altro che cabine di prova, delle vere suite!