Roma, 10 gen. (Adnkronos Salute) - I casi di tumore al seno fra le donne giovani sono in aumento in tutto il mondo. Tuttavia, la mortalità delle pazienti under 50 è in calo: in Italia, tra il 2006 e il 2021 è scesa del 16%. Un risultato che apre ad una serie di nuove problematiche da gestire per i clinici tra cui la preservazione della fertilità. Un ambito quest’ultimo dove gli specialisti italiani, e in particolar modo l’ospedale San Martino di Genova, sono stati pionieri sul versante della ricerca. Lo dimostrano i numerosi studi scientifici condotti a riguardo e presentanti nei più importanti congressi scientifici nazionali ed internazionali. E’ quanto emerso nel capoluogo ligure in occasione del meeting 'Back From San Antonio', che si apre oggi a Genova e dedicato alle principali novità dal 'San Antonio Breast Cancer Symposium', il congresso di riferimento mondiale che si tiene ogni anno a dicembre negli Stati Uniti.
"Ogni anno nel nostro Paese ancora più di 15mila donne perdono la vita a causa del tumore mammario - sottolinea Lucia Del Mastro, professore ordinario e direttore della Clinica di Oncologia Medica dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino, Università di Genova -. Tuttavia il calo dei decessi, tra le pazienti più giovani, è senza dubbio un dato incoraggiante e dovuto soprattutto ad un netto miglioramento delle possibilità terapeutiche. Quando colpisce una donna giovane, al di sotto dei 40 anni, il tumore è spesso biologicamente più aggressivo. Inoltre il rischio che si tratti di una neoplasia ereditaria, legata alla presenza di mutazioni patogenetiche Brca, è più elevato rispetto ai casi diagnosticati in età più avanzata".
In Italia, in 10 anni, i casi di carcinoma della mammella sono aumentati del 16%: erano 48mila nel 2013 e sono stati 55.900 nel 2023. Si tratta della neoplasia più frequente non solo fra le donne, ma in tutta la popolazione (sebbene i casi nei maschi siano rari, è bene che anche gli uomini non sottovalutino possibili campanelli d'allarme). "Dall’altro lato, fortunatamente, sono sempre più efficaci gli strumenti a disposizione dei clinici per affrontare la malattia e, oggi, oltre 834mila pazienti vivono dopo la diagnosi, l’87% delle pazienti è vivo a 5 anni dalla diagnosi - sottolinea Del Mastro - Il percorso di cura, oltre a garantire le ottime probabilità di guarigione attualmente raggiunte, deve prevedere che le donne giovani possano avere, una volta superata la malattia, le stesse prospettive ed aspettative delle donne che non si sono ammalate. Tra queste prospettive riveste particolare importanza l’eventuale desiderio di gravidanza futura. Da anni qui a Genova stiamo studiando gli effetti collaterali legati alle terapie antitumorali e che possono portare a disfunzione ovarica, menopausa precoce ed infertilità. Grazie a trattamenti adeguati e personalizzati, messi a punto anche attraverso gli studi condotti dal nostro gruppo di ricerca del San Martino-Università di Genova, è oggi possibile diventare madre anche dopo il cancro".
"L’integrazione tra assistenza, ricerca e formazione - spiega Marco Damonte Prioli, Direttore generale dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova - è fondamentale per garantire la più alta qualità delle cure e la possibilità di effettuare attività di ricerca in grado di cambiare gli standard terapeutici a livello internazionale. E’ quanto accade all’Ospedale San Martino che è stato nuovamente riconosciuto, al termine di una procedura di accreditamento e verifica molto selettiva e condotta da esperti internazionali, come 'Comprehensive Cancer Center'. E’ il livello massimo di accreditamento previsto dall’organizzazione internazionale OECI (Organization of European Cancer Institutes). La Breast Unit, del nostro ospedale, rappresenta non solo l’hub regionale per la patologia ma anche un riferimento a livello nazionale ed internazionale per il trattamento e la ricerca sul carcinoma mammario".
"In Liguria ogni anno vengono diagnosticati circa 1.650 nuovi casi di tumore del seno e la maggioranza viene trattata nel nostro Ospedale - aggiunge Antonio Uccelli, Direttore scientifico dell’Irccs San Martino -. L’intensa attività di ricerca è testimoniata dalla percentuale, superiore alla media internazionale, di pazienti che vengono inserite in studi clinici: circa il 26%. Ciò consente alle donne un accesso precoce ai nuovi trattamenti, con potenziale miglioramento dei risultati terapeutici. Inoltre, il nostro Ospedale si distingue per l’elevato numero di studi cosiddetti 'accademici' vale a dire studi disegnati dai nostri ricercatori, attraverso i quali è possibile migliorare la qualità delle cure attraverso strategie che non sono basate esclusivamente sull’introduzione di nuovi farmaci".
Sempre al convegno di Genova sono illustrati i principali risultati di quattro studi che i ricercatori italiani hanno presentato nelle scorse settimane in sessione orale al San Antonio Breast Cancer Symposium. Al congresso americano Matteo Lambertini (professore associato di Oncologia Medica presso l’Università di Genova-Irccs Ospedale Policlinico San Martino) ha mostrato una nuova ricerca sul ruolo della chirurgia preventiva per la riduzione del rischio di recidiva tra le portatrici di mutazioni Brca. Sono stati analizzati i dati raccolti tra il 2000 e il 2020 di 5.290 pazienti under 40 con tumore del seno trattate in 109 istituti di tutto il mondo. Quelle che hanno subito una mastectomia bilaterale avevano un rischio di morte inferiore del 35% e una riduzione del 42% di recidiva del cancro o di un secondo tumore maligno. "Lo studio evidenzia nuovamente l’importanza della chirurgia di riduzione del rischio - afferma Lambertini -. E’ una scelta difficile, spesso dolorosa per una donna ma che può essere salvavita in determinate occasioni. I benefici della chirurgia sono stati osservati sia nelle donne Brca1 sia in quelle Brca2 mutate".
Valentina Guarneri, professore ordinario di Oncologia Medica presso l'Università di Padova e Direttore dell'UOC di Oncologia 2 dell'IOV Irccs di Padova ha invece portato negli Stati Uniti una ricerca sul carcinoma mammario triplo negativo. E’ stato valutato l’immunoterapico avelumab adiuvante per pazienti ad alto rischio di recidiva. "E’ un tipo di cancro al seno molto invasivo perché tende a crescere e a diffondersi più velocemente - aggiunge Guarneri -. Al momento vi sono poche opzioni di trattamento disponibili e tra queste vi è l’immunoterapia attualmente indicata come trattamento neoadiuvante. Il nostro studio ha dimostrato che l’anticorpo anti-PD-L1 avelumab, somministrato dopo il trattamento chemioterapico standard, migliora significativamente la sopravvivenza globale. Rispetto ad altre neoplasie, l’immunoterapia è arrivata relativamente tardi nella pratica clinica del carcinoma mammario. Sta però producendo evidenze scientifiche rilevanti in sottogruppo di malattia in cui le prognosi sono di solito più infauste".
Non solo. Luca Malorni, Direttore dell’unità di Ricerca Traslazionale dell’Ospedale di Prato, a San Antonio ha presentato i primi risultati del TOUCH trial. In 145 donne con carcinoma mammario in fase iniziale Hr+/Her2+ trattate con trastuzumab e pertuzumab come trattamento neoadiuvante - riporta una nota - sono stati confrontati paclitaxel e palbociclib, quest’ultimo in combinazione con letrozolo. "Sono tumori mammari in cui dobbiamo implementare le possibilità di cura - sostiene Malorni -. Nello specifico bisogna ridurre il ricorso alla chemioterapia, favorendo le terapie ormonali anche attraverso una più precisa selezione delle pazienti. Nello studio abbiamo per ora registrato un’ottima compliance al trattamento da parte delle donne che hanno ricevuto palbociclib e letrozolo al posto della chemioterapia. Servono ora studi più ampi, di medicina traslazionale, per valutare l’effettiva efficacia di palbociclib nella gestione di questo tipo di neoplasie".
Infine le pazienti over 70 a basso rischio con tumore mammario in stadio iniziale sono state al centro dello studio EUROPA presentato da Icro Meattini (Responsabile Breast Unit dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze). "Abbiamo confrontato gli effetti della radioterapia e della terapia endocrina come trattamenti monomodali dopo un primo intervento chirurgico - sottolinea Meattini -. Abbiamo per reclutato 731 donne in cura presso 17 centri italiani, più uno sloveno. Il trattamento ormonale è risultato associato ad una maggiore riduzione della qualità di vita rispetto a 24 mesi di sola radioterapia. Sono risultati provvisori e che suggeriscono come quest’ultima sia preferibile come terapia per pazienti anziane e quindi più suscettibili agli effetti collaterali delle cure anti-cancro".
"Gli studi dei colleghi italiani dimostrano l’ottimo livello raggiunto dalla ricerca oncologica italiana - conclude Del Mastro - che ha contribuito nel corso degli anni a stabilire nuovi standard di trattamento adottati in tutto il mondo. Per il futuro ci aspettiamo importanti novità non solo in termini di disponibilità di nuove terapie sempre più efficaci e personalizzate ma anche di nuovi strumenti diagnostici. In particolare la biopsia liquida, che stiamo già utilizzando nella malattia metastatica per scoprire mutazioni utili per la scelta terapeutica, potrebbe avere un ruolo importante per individuare precocemente le recidive ed intervenire tempestivamente col trattamento. I dati presentati a San Antonio dal Prof. Turner, così come i dati precedentemente presentati al congresso dell’American Society of Clinical Oncology a Chicago, suggeriscono che attraverso la biopsia liquida, è possibile individuare una quota di pazienti che dopo l’intervento chirurgico presenta in circolo del Dna rilasciato dal tumore, e quindi indicativo della presenza di micrometastasi non individuabili con le normali tecniche strumentali di radiologia. Sono in corso vari studi per valutare se attraverso l’utilizzo di questi test è possibile migliorare la gestione terapeutica delle pazienti e migliorarne la prognosi".
Infine sempre all’evento di Genova anche in questa edizione, saranno assegnati due premi a giovani oncologi under 40, prime firme di lavori scientifici sul carcinoma mammario pubblicati nel 2024. Verranno premiati: Davide Soldato (rientrato a Genova dopo un periodo di lavoro presso il Gustave Roussy di Parigi) per il lavoro che dimostra l’importanza dell’attività fisica nelle donne operate per carcinoma mammario e Linda Cucciniello (del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano) per il lavoro relativo alla possibilità di prevedere la risposta completa al trattamento nelle pazienti con carcinoma mammario metastatico Her2 positivo.
Tecnologia
Big Brain Academy: Sfida tra menti, una prova mentale per qualsiasi età su Nintendo Switch
Nintendo nella sua lunga carriera videoludica ha sempre ricercato la diversità nei suoi giochi, cercando non solo innovazione ma anche di coprire un pubblico più vasto e non completamente game addicted. Già con Ring Fit Adventure ha dimostrato la cura del dettaglio e la voglia di trasformare Switch, come con le console precedenti, in una console per tutti, e così anche con il titolo più recente, Big Brain Academy: Sfida tra menti.
Fino dalla prima schermata iniziale Big Brain Academy si mostra coloratissimo e molto intuitivo, cosi da essere accessibile anche a chi non gioca spesso, le cinque categorie principali con cui potrete mettervi alla prova sono :Intuito, Memoria, Analisi, Percezione e Algebra; Ognuna di queste racchiude al suo interno quattro mini giochi differenti molto colorati e intuitivi.
In singolo avrete accesso a diverse modalità: Lo Stretching mentale permetterà di testare le proprie abilità, così da migliorare il proprio punteggio personale e prendere confidenza con le varie sfide proposte dal Professor Bilancini, guida intellettuale del gioco che ci seguirà durante il miglioramento delle nostre doti mentali; sarà poi possibile sbloccare anche la modalità Super Stretching mentale che presenta sfide ancora più ardue rispetto a quelle precedenti.
Quando vi sentirete pronti potrete scegliere di fare l’Esame, modalità in cui verrete messi alla prova con giochi casuali, ricevendo alla fine un voto e un punteggio dal professore che spiegherà anche i campi in cui si è stati carenti e quelli in cui si eccelle; ovviamente l’esame potrà essere ripetuto ogni volta si vorrà, così da vedere i propri progressi e sbloccando vestiti da utilizzare sul proprio avatar all’interno del gioco.
La modalità multiplayer si divide in online e locale: andando su Online potremo sfidare i “fantasmi” dei nostri amici o di altri giocatori sparsi per tutto il mondo cercando di arrivare a dominare la classifica delle menti più brillanti, la modalità locale invece permetterà di sfidarsi tutti contro tutti, fino a quattro giocatori, in tutti i giochi presenti e non basterà essere i più bravi ma si dovrà essere anche i più veloci, per salire sulla vetta guadagnando più punti possibili.
La particolarità di Big Brain Academy: Sfida tra menti è che può essere giocato praticamente da tutti, il titolo infatti permette di selezionare difficoltà diverse per ogni giocatore, così da non penalizzare chi non è avvezzo a rompicapo troppo complessi.
Il bilanciamento delle sfide è ottimo, permettendo anche ai giocatori rimasti indietro di molti punti di rimontare evitando qualsiasi tipo di dislivello e rendendo le sfide davvero divertenti e ben gestite; i venti giochi proposti variano dai calcoli mentali alle sfide di memoria e a quelli di intuito, sempre seguiti dal Prof. Bilancini che ci spronerà a impegnarci nelle attività per cui siamo più portati.
Big Brain Academy: Sfida tra Menti riesce a unire le sfide in single player già viste nei titoli precedenti, con una modalità multiplayer davvero divertente che non presenta limiti d’età grazie a una personalizzazione della difficoltà , così da dar vita sfide sempre avvincenti e mai scontate; un ottima scelta per chi ama mettersi alla prova e giocare con i propri amici, passando una serata diversa dal solito.
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Mondo
Lancet: “A Gaza morti sottostimate, sono più di 70mila”. Camera Usa sanziona la Corte de L’Aia per il mandato d’arresto contro Netanyahu
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Ucraina, da Biden gli ultimi 500 milioni in aiuti. Munizioni e missili: segnali d’allarme sulle scorte di Kiev. Fact checking: impantanata? No, Mosca avanza
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Cecilia Sala, l’ipotesi di un tradimento: la giornalista seguita e “venduta” da uomini del regime. I pm valutano anche il reato di tortura
Milano, 10 gen. - (Adnkronos) - È in corso presso il carcere milanese di Opera un incontro tra Mohammed Abedini Najafabadi, l’ingegnere iraniano arrestato il 16 dicembre a Malpensa su richiesta degli Stati Uniti e il suo legale Alfredo De Francesco. L’avvocato è arrivato a bordo della sua auto attorno alle 10.30 e a chi gli chiedeva se l’ambasciatore iraniano Mohammad Reza Sabouri sarebbe arrivato nel penitenziario ha fatto no con la mano. L’ambasciatore, atteso in visita, non è stato visto entrare.
Roma, 10 gen. (Adnkronos Salute) - I casi di tumore al seno fra le donne giovani sono in aumento in tutto il mondo. Tuttavia, la mortalità delle pazienti under 50 è in calo: in Italia, tra il 2006 e il 2021 è scesa del 16%. Un risultato che apre ad una serie di nuove problematiche da gestire per i clinici tra cui la preservazione della fertilità. Un ambito quest’ultimo dove gli specialisti italiani, e in particolar modo l’ospedale San Martino di Genova, sono stati pionieri sul versante della ricerca. Lo dimostrano i numerosi studi scientifici condotti a riguardo e presentanti nei più importanti congressi scientifici nazionali ed internazionali. E’ quanto emerso nel capoluogo ligure in occasione del meeting 'Back From San Antonio', che si apre oggi a Genova e dedicato alle principali novità dal 'San Antonio Breast Cancer Symposium', il congresso di riferimento mondiale che si tiene ogni anno a dicembre negli Stati Uniti.
"Ogni anno nel nostro Paese ancora più di 15mila donne perdono la vita a causa del tumore mammario - sottolinea Lucia Del Mastro, professore ordinario e direttore della Clinica di Oncologia Medica dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino, Università di Genova -. Tuttavia il calo dei decessi, tra le pazienti più giovani, è senza dubbio un dato incoraggiante e dovuto soprattutto ad un netto miglioramento delle possibilità terapeutiche. Quando colpisce una donna giovane, al di sotto dei 40 anni, il tumore è spesso biologicamente più aggressivo. Inoltre il rischio che si tratti di una neoplasia ereditaria, legata alla presenza di mutazioni patogenetiche Brca, è più elevato rispetto ai casi diagnosticati in età più avanzata".
In Italia, in 10 anni, i casi di carcinoma della mammella sono aumentati del 16%: erano 48mila nel 2013 e sono stati 55.900 nel 2023. Si tratta della neoplasia più frequente non solo fra le donne, ma in tutta la popolazione (sebbene i casi nei maschi siano rari, è bene che anche gli uomini non sottovalutino possibili campanelli d'allarme). "Dall’altro lato, fortunatamente, sono sempre più efficaci gli strumenti a disposizione dei clinici per affrontare la malattia e, oggi, oltre 834mila pazienti vivono dopo la diagnosi, l’87% delle pazienti è vivo a 5 anni dalla diagnosi - sottolinea Del Mastro - Il percorso di cura, oltre a garantire le ottime probabilità di guarigione attualmente raggiunte, deve prevedere che le donne giovani possano avere, una volta superata la malattia, le stesse prospettive ed aspettative delle donne che non si sono ammalate. Tra queste prospettive riveste particolare importanza l’eventuale desiderio di gravidanza futura. Da anni qui a Genova stiamo studiando gli effetti collaterali legati alle terapie antitumorali e che possono portare a disfunzione ovarica, menopausa precoce ed infertilità. Grazie a trattamenti adeguati e personalizzati, messi a punto anche attraverso gli studi condotti dal nostro gruppo di ricerca del San Martino-Università di Genova, è oggi possibile diventare madre anche dopo il cancro".
"L’integrazione tra assistenza, ricerca e formazione - spiega Marco Damonte Prioli, Direttore generale dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova - è fondamentale per garantire la più alta qualità delle cure e la possibilità di effettuare attività di ricerca in grado di cambiare gli standard terapeutici a livello internazionale. E’ quanto accade all’Ospedale San Martino che è stato nuovamente riconosciuto, al termine di una procedura di accreditamento e verifica molto selettiva e condotta da esperti internazionali, come 'Comprehensive Cancer Center'. E’ il livello massimo di accreditamento previsto dall’organizzazione internazionale OECI (Organization of European Cancer Institutes). La Breast Unit, del nostro ospedale, rappresenta non solo l’hub regionale per la patologia ma anche un riferimento a livello nazionale ed internazionale per il trattamento e la ricerca sul carcinoma mammario".
"In Liguria ogni anno vengono diagnosticati circa 1.650 nuovi casi di tumore del seno e la maggioranza viene trattata nel nostro Ospedale - aggiunge Antonio Uccelli, Direttore scientifico dell’Irccs San Martino -. L’intensa attività di ricerca è testimoniata dalla percentuale, superiore alla media internazionale, di pazienti che vengono inserite in studi clinici: circa il 26%. Ciò consente alle donne un accesso precoce ai nuovi trattamenti, con potenziale miglioramento dei risultati terapeutici. Inoltre, il nostro Ospedale si distingue per l’elevato numero di studi cosiddetti 'accademici' vale a dire studi disegnati dai nostri ricercatori, attraverso i quali è possibile migliorare la qualità delle cure attraverso strategie che non sono basate esclusivamente sull’introduzione di nuovi farmaci".
Sempre al convegno di Genova sono illustrati i principali risultati di quattro studi che i ricercatori italiani hanno presentato nelle scorse settimane in sessione orale al San Antonio Breast Cancer Symposium. Al congresso americano Matteo Lambertini (professore associato di Oncologia Medica presso l’Università di Genova-Irccs Ospedale Policlinico San Martino) ha mostrato una nuova ricerca sul ruolo della chirurgia preventiva per la riduzione del rischio di recidiva tra le portatrici di mutazioni Brca. Sono stati analizzati i dati raccolti tra il 2000 e il 2020 di 5.290 pazienti under 40 con tumore del seno trattate in 109 istituti di tutto il mondo. Quelle che hanno subito una mastectomia bilaterale avevano un rischio di morte inferiore del 35% e una riduzione del 42% di recidiva del cancro o di un secondo tumore maligno. "Lo studio evidenzia nuovamente l’importanza della chirurgia di riduzione del rischio - afferma Lambertini -. E’ una scelta difficile, spesso dolorosa per una donna ma che può essere salvavita in determinate occasioni. I benefici della chirurgia sono stati osservati sia nelle donne Brca1 sia in quelle Brca2 mutate".
Valentina Guarneri, professore ordinario di Oncologia Medica presso l'Università di Padova e Direttore dell'UOC di Oncologia 2 dell'IOV Irccs di Padova ha invece portato negli Stati Uniti una ricerca sul carcinoma mammario triplo negativo. E’ stato valutato l’immunoterapico avelumab adiuvante per pazienti ad alto rischio di recidiva. "E’ un tipo di cancro al seno molto invasivo perché tende a crescere e a diffondersi più velocemente - aggiunge Guarneri -. Al momento vi sono poche opzioni di trattamento disponibili e tra queste vi è l’immunoterapia attualmente indicata come trattamento neoadiuvante. Il nostro studio ha dimostrato che l’anticorpo anti-PD-L1 avelumab, somministrato dopo il trattamento chemioterapico standard, migliora significativamente la sopravvivenza globale. Rispetto ad altre neoplasie, l’immunoterapia è arrivata relativamente tardi nella pratica clinica del carcinoma mammario. Sta però producendo evidenze scientifiche rilevanti in sottogruppo di malattia in cui le prognosi sono di solito più infauste".
Non solo. Luca Malorni, Direttore dell’unità di Ricerca Traslazionale dell’Ospedale di Prato, a San Antonio ha presentato i primi risultati del TOUCH trial. In 145 donne con carcinoma mammario in fase iniziale Hr+/Her2+ trattate con trastuzumab e pertuzumab come trattamento neoadiuvante - riporta una nota - sono stati confrontati paclitaxel e palbociclib, quest’ultimo in combinazione con letrozolo. "Sono tumori mammari in cui dobbiamo implementare le possibilità di cura - sostiene Malorni -. Nello specifico bisogna ridurre il ricorso alla chemioterapia, favorendo le terapie ormonali anche attraverso una più precisa selezione delle pazienti. Nello studio abbiamo per ora registrato un’ottima compliance al trattamento da parte delle donne che hanno ricevuto palbociclib e letrozolo al posto della chemioterapia. Servono ora studi più ampi, di medicina traslazionale, per valutare l’effettiva efficacia di palbociclib nella gestione di questo tipo di neoplasie".
Infine le pazienti over 70 a basso rischio con tumore mammario in stadio iniziale sono state al centro dello studio EUROPA presentato da Icro Meattini (Responsabile Breast Unit dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze). "Abbiamo confrontato gli effetti della radioterapia e della terapia endocrina come trattamenti monomodali dopo un primo intervento chirurgico - sottolinea Meattini -. Abbiamo per reclutato 731 donne in cura presso 17 centri italiani, più uno sloveno. Il trattamento ormonale è risultato associato ad una maggiore riduzione della qualità di vita rispetto a 24 mesi di sola radioterapia. Sono risultati provvisori e che suggeriscono come quest’ultima sia preferibile come terapia per pazienti anziane e quindi più suscettibili agli effetti collaterali delle cure anti-cancro".
"Gli studi dei colleghi italiani dimostrano l’ottimo livello raggiunto dalla ricerca oncologica italiana - conclude Del Mastro - che ha contribuito nel corso degli anni a stabilire nuovi standard di trattamento adottati in tutto il mondo. Per il futuro ci aspettiamo importanti novità non solo in termini di disponibilità di nuove terapie sempre più efficaci e personalizzate ma anche di nuovi strumenti diagnostici. In particolare la biopsia liquida, che stiamo già utilizzando nella malattia metastatica per scoprire mutazioni utili per la scelta terapeutica, potrebbe avere un ruolo importante per individuare precocemente le recidive ed intervenire tempestivamente col trattamento. I dati presentati a San Antonio dal Prof. Turner, così come i dati precedentemente presentati al congresso dell’American Society of Clinical Oncology a Chicago, suggeriscono che attraverso la biopsia liquida, è possibile individuare una quota di pazienti che dopo l’intervento chirurgico presenta in circolo del Dna rilasciato dal tumore, e quindi indicativo della presenza di micrometastasi non individuabili con le normali tecniche strumentali di radiologia. Sono in corso vari studi per valutare se attraverso l’utilizzo di questi test è possibile migliorare la gestione terapeutica delle pazienti e migliorarne la prognosi".
Infine sempre all’evento di Genova anche in questa edizione, saranno assegnati due premi a giovani oncologi under 40, prime firme di lavori scientifici sul carcinoma mammario pubblicati nel 2024. Verranno premiati: Davide Soldato (rientrato a Genova dopo un periodo di lavoro presso il Gustave Roussy di Parigi) per il lavoro che dimostra l’importanza dell’attività fisica nelle donne operate per carcinoma mammario e Linda Cucciniello (del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano) per il lavoro relativo alla possibilità di prevedere la risposta completa al trattamento nelle pazienti con carcinoma mammario metastatico Her2 positivo.
Roma, 10 gen. (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky. Era presente all'incontro il viceministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli. Ne dà notizia il comunicato ufficiale del Quirinale.
Roma, 10 gen. (Adnkronos) - Alla luce dei nuovi emendamenti del Governo sul riassetto della Corte dei Conti, i capigruppo delle opposizioni (Pd, M5S, Avs, Azione, Iv e Più Europa) delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera hanno chiesto ai presidenti Nazario Pagano e Ciro Maschio di approfondire l’esame del provvedimento in commissione e di avviare un ciclo di audizioni per valutarne gli effetti. Gli emendamenti presentati l’8 gennaio –scrivono i capigruppo– “introducono modifiche profonde dell'attuale assetto normativo e organizzativo della Corte dei Conti. L’emendamento 2.06 del Governo, in particolare, incide profondamente sulla sua struttura organizzativa sia a livello centrale che locale, operando delle vere e proprie fusioni degli attuali uffici, che se da un lato potrebbero sembrare condivisibili sotto un profilo astrattamente logico, dall’altro lato andrebbero esaminate in un confronto con esperti e addetti ai lavori per verificare che siano davvero funzionali ad una maggior efficienza dell’attività svolta da questi uffici”.
“È evidente –proseguono gli esponenti delle opposizioni- come modifiche di tale portata non possano essere approvate attraverso un mero emendamento del Governo e sottoposte all’esame del Parlamento al di fuori di una qualunque attività istruttoria così come puntualmente previsto dall’articolo 79 del Regolamento Camera. Occorre infatti ricordare l’importante funzione informativa svolta ad esempio dalle audizioni che consentono di restituire ai parlamentari che esaminano un testo di legge una fotografia efficace di tutti gli interessi in gioco su una specifica tematica in discussione in Parlamento, mettendoli così in grado di compiere scelte più informate e bilanciate".
"Conformemente a quanto previsto anche dall’articolo 79 del Regolamento Camera, appare dunque indispensabile -ribadiscono i capigruppo in commissione- lo svolgimento di un’adeguata attività istruttoria con riferimento agli emendamenti 2.06 e 4.08 del Governo, alla luce del loro impatto sulla struttura organizzativa e quindi conseguentemente sull’efficienza dell’attività svolta dalla Corte dei Conti. Alla luce di quanto premesso, i Gruppi di opposizione chiedono l’assegnazione di un termine per la presentazione dei sub-emendamenti atto a garantire il previo svolgimento di un’adeguata attività conoscitiva e istruttoria, mediante audizioni, sui due nuovi emendamenti presentati dal Governo”.
Roma, 10 gen. (Adnkronos) - "Sono lietissimo di accoglierla nuovamente al Palazzo del Quirinale: lei ieri ha visto la presidente del Consiglio e anch'io le confermo la determinazione dell'Italia a mantenere pieno, inalterato e costante sostegno all'Ucraina contro l'aggressione della Federazione Russa". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo il Presidente d'Ucraina, Volodymyr Zelenskyy.
"Lo facciamo per l'amicizia che lega Ucraina a Italia -ha aggiunto il Capo dello Stato- per il rispetto delle regole della convivenza internazionale, contro la pretesa di imporre con le armi la volontà ad un altro Paese, ad un altro Stato. Lo facciamo per la sicurezza dell'intera Europa. Quindi lei signor Presidente è il benvenuto in Italia e a Roma".
Tel Aviv, 10 gen. (Adnkronos) - Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha reso noto di aver ordinato alle Idf di presentargli un piano “per la completa sconfitta di Hamas a Gaza”, se non verrà raggiunto un accordo sugli ostaggi prima dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. "Se l'accordo sugli ostaggi non si concretizzerà entro l'insediamento del presidente Trump, ci sarà una sconfitta completa di Hamas a Gaza", ha detto Katz in una dichiarazione rilasciata dal suo ufficio.
"Non dobbiamo lasciarci trascinare in una guerra di logoramento che ci costerà caro e non porterà alla vittoria e alla completa sconfitta strategica di Hamas e alla fine della guerra a Gaza", ha aggiunto il ministro, sottolineando che "la questione del rilascio degli ostaggi è stata la massima priorità dell'apparato di difesa sin dal suo insediamento e che si deve fare tutto il possibile per riportarli a casa".
"Il ministro della Difesa ha sottolineato che non dobbiamo lasciarci trascinare in una guerra di logoramento contro Hamas a Gaza, mentre gli ostaggi rimangono nei tunnel con le loro vite in pericolo e mentre soffrono gravemente", si legge nella dichiarazione.
Mosca, 10 gen. (Adnkronos) - L'esercito ucraino ha colpito un supermercato nel distretto Kievsky di Donetsk, probabilmente utilizzando un lanciarazzi multiplo Himars. Lo ha riferito una fonte dei servizi di sicurezza alla Tass, precisando che "Si ritiene che un sistema Himars sia stato utilizzato per colpire il supermercato Moloko nel distretto di Kievsky. Quattro persone sono rimaste ferite".
Oltre al supermercato, sono state danneggiate le finestre di diversi edifici residenziali, di un grattacielo per uffici, di un istituto nelle vicinanze e almeno dieci auto.