Roma con le sue 4.600 tonnellate di rifiuti giornalieri, di cui 2.600 di indifferenziato, ha bisogno di una discarica. È stato questo il leit motive negli ultimi cinque anni, quando in Campidoglio governava Virginia Raggi. Il sindaco intanto è cambiato ma la mole di rifiuti che produce la città è la stessa. Così il nuovo inquilino di Palazzo Senatorio, Roberto Gualtieri, in attesa di realizzare gli obiettivi fissati sulla raccolta differenziata, una discarica di servizio deve trovarla; e in tempi rapidi, se vuole tenere pulita la città e non far lievitare ulteriormente le tasse a carico dei residenti. Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che pure ha promesso sostegno a Roma, sta cercando di collaborare e ha dato un’accelerata all’iter pendente sul sito di Magliano Romano. Il sindaco della cittadina, però, non ci sta e ha già annunciato battaglia.

IL COMMISSARIAMENTO – La responsabilità di individuare un sito per i rifiuti di Roma, oggi più di ieri, è sulle spalle di Gualtieri. La Regione Lazio – che nei mesi di campagna elettorale ha minacciato l’ex sindaca M5s di commissariamento quasi quotidianamente – il 2 dicembre, anche per effetto di un’ordinanza del Tar, ha nominato un commissario per Latina: arriverà Illuminato Bonsignore. Secondo la Regione, a Roma invece il commissario non serve più “perché il neo sindaco, Roberto Gualtieri, ha comunicato ufficialmente l’impegno dell’amministrazione capitolina di dotare la città di Roma e l’area metropolitana di tutti gli impianti di servizio necessari per garantire un livello di autosufficienza del proprio ambito territoriale ottimale”.

LA DISCARICA – I rifiuti romani, adesso, vanno in parte fuori regione, a Livorno, a Mantova e in Abruzzo: è la soluzione trovata da Gualtieri, nell’immediato, per raggiungere l’obiettivo di ripulire le parti più degradate della città entro natale. Tuttavia delocalizzare l’immondizia costa, i romani hanno la tariffa più alta d’Italia e, quindi, prima si trova una discarica, meglio è per Gualtieri. Nel Lazio i rifiuti romani oggi sono distribuiti tra Albano Laziale (sito riaperto a luglio scorso, tra enormi proteste, con ordinanza urgente di Raggi che era sotto minaccia di commissariamento), Civitavecchia, la cui chiusura per riempimento massimo è imminente, Aprilia in provincia di Latina e Civita Castellana in provincia di Viterbo, che accolgono quantitativi minori.

MAGLIANO ROMANO – Il centrosinistra in campagna elettorale ha puntato molto sull’incapacità dell’amministrazione precedente di chiudere il ciclo dei rifiuti all’interno dei confini della Capitale. Così, quando al tempo era emersa l’ipotesi di Magliano Romano, come la sola possibile, diverse voci si levarono a dire che “la provincia non è la pattumiera della Capitale”. Il nome della cittadina da neanche 1.500 abitanti, a dire il vero, però, era risuonato sommessamente, tra le indiscrezioni. Nessuno osava pronunciarlo. Soltanto Raggi, timidamente, in un’occasione ebbe a dire: “Mi dicono (dalla Regione Lazio, ndr) che una discarica a Roma va riaperta. Io ho presentato una mappa in cui si desume che l’unica area bianca è Magliano Romano”. Ma ora che le elezioni sono andate il sito da 890mila metri cubi in località Monte della Grandine sembra essere solitariamente in pole position per la realizzazione di una discarica destinata ai rifiuti urbani non pericolosi. Tecnicamente la discarica servirebbe il Lazio tutto, pragmaticamente però è Roma la città che più di tutte ha urgenza e grande necessità di uno sbocco. Nel sito è già attivo un invaso da 64mila mc per inerti, ovvero scarti edili. Titolare è Idea 4, società partecipata di Acea, che da otto anni chiede di poter convertire la discarica. Con una disponibilità di oltre 800mila mc la discarica consentirebbe di soddisfare le esigenze di Roma per almeno un anno.

IL GIALLO DEL PARERE – Dalla Regione Lazio, in questi giorni è trapelata la notizia di un parere favorevole sulla Valutazione di impatto ambientale (Via): uno dei passaggi che anticipa l’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale che permette il conferimento. In realtà quello che è arrivato è un parere favorevole dell’Area Rifiuti regionale alla proposta di Idea 4 “limitatamente all’inquadramento e alla coerenza del progetto con le previsioni del piano regionale di gestione dei rifiuti”. “Il procedimento che porta al rilascio della Via non è ancora concluso”, spiega il sindaco di Magliano Romano, Francesco Mancini, che sul punto ha voluto vederci chiaro e si è presentato con altri sindaci della Valle del Tevere in Regione Lazio, la mattina del 2 dicembre, e ha bussato alla porta dell’assessore competente, Massimiliano Valeriani. Così la Regione Lazio, qualche ora dopo, “ha confermato” in una nota “che la procedura di autorizzazione per ampliare la tipologia di rifiuti da conferire nell’impianto è tuttora in corso”. Un passaggio “tecnico”, hanno precisato dalla Regione Lazio, ma che può cambiare le carte in tavola. “Sulla discarica ci sono diversi pareri negativi in conferenza dei servizi, quello della Asl Roma 4 e del Parco di Veio, ad esempio – sottolinea il sindaco di Magliano –. Dovranno essere tutti presi in considerazione prima di rilasciare la Via definitiva. In ogni caso, da parte nostra, continueremo a sostenere la contrarietà al progetto: il cambio di destinazione equivale alla realizzazione di una nuova discarica e pertanto deve tenere conto dei criteri dettati dalla direttiva comunitaria, a cominciare dalla distanza dal centro abitato”. E le prime case si trovano a soli 600 metri.

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