Il candidato nazionalista inizia la sua campagna per le presidenziali con la parola d'ordine "Immigrazione zero". Respinge le accuse di fascismo e razzismo e propone l'uscita della Francia dalla Nato. Secondo gli organizzatori c'erano 15mila persone. Fuori dall'edificio tafferugli tra militanti di Sos racisme e il servizio di sicurezza, per le vie di Barbès due manifestazioni: "Vai via, Parigi non è tua"
Immigrazione zero, l’uscita dalla Nato, la “Riconquista” della Francia. Si chiamerà proprio così, Reconquete, il partito di Eric Zemmour, l’ex polemista nazionalista di destra che oggi ha fatto partire ufficialmente la sua campagna elettorale per le presidenziali del 2022 con il suo primo comizio. Gente ce n’era abbastanza dentro il Palazzo delle Esposizioni di Villepinte, nella banlieue nord di Parigi: gli organizzatori parlano di 19mila persone, forse in realtà intorno a 15mila, ma la folla è significativa soprattutto perché dà l’idea di quanto sarà animata la corsa presidenziale. Tanti giovani, in maggioranza bianchi. Molte bandiere tricolore, ripetuti cori sulla Marsigliese, ma anche Zemmour presidente o “Vinceremo“. Scene che riportano alla mente gli appuntamenti elettorali di quella che per Zemmour è l’obiettivo numero uno, Marine Le Pen, la presidente del Rassemblement National, ad oggi la più vicina a contendere l’Eliseo al presidente della Repubblica uscente, Emmanuel Macron. Zemmour si è ufficialmente candidato alla corsa all’Eliseo il 30 novembre, dicendo di voler “salvare la Francia” e i suoi valori minacciati a suo parere dall’immigrazione e l’Islam. Nelle ultime settimane i sondaggi lo vedono tuttavia in calo rispetto all’impennata iniziale, quando alcuni sondaggi d’opinione lo misero davanti proprio a Le Pen per un possibile ballottaggio contro Macron.
L’atmosfera è elettrica dentro al Palazzo delle Esposizioni, non lontano dall’aeroporto Charles de Gaulle: manifesti con il volto del candidato outsider e la scritta Impossible n’est pas francais (“L’impossibile non è francese”) e altri cartelli che invitano i militanti a indossare mascherine bleu-blanc-rouge, i colori della bandiera francese. All’ingresso, tuttavia, nonostante gli accurati controlli della security, non veniva richiesto il pass sanitario (e mascherine, poche). I giornalisti accreditati erano 450, mentre tra gli iscritti a parlare spunta anche l’ex portavoce dei gilet gialli, Jacqueline Moureau.
Non sono mancati i momenti di tensione, dentro e fuori. Una troupe del talk show francese Quotidien (del canale Tmc-Tf1) è stata pesantemente fischiata e insultata dalla folla durante il comizio. Giornalista e cameraman del programma (che racconta con occhio critico se non ironico la vita politica francese) sono stati messi “al riparo per sicurezza” in uno spazio all’interno del la struttura. Fuori dal Palazzo delle Esposizioni, sull’avenue des Nations de Villepinte, oltre un centinaio di manifestanti hanno protestato contro “il razzismo, il negazionismo e l’omofobia”. Sono stati dispersi dalla polizia anche se alcuni militanti di Sos Racisme hanno tentato un blitz dentro l’edificio. Ne è nato un parapiglia con i membri del servizio d’ordine della manifestazione elettorale che si è concluso con l’accompagnamento alla porte degli attivisti antirazzisti.
Il fronte anti-Zemmour si è palesato più placidamente in un corteo organizzato nel centro di Parigi, al quale hanno partecipato circa 2.200 manifestanti (secondo la questura). La protesta, tra il quartiere Barbès e il Parc de la Villette, è stata organizzata da una cinquantina di organizzazioni tra sindacati, partiti e associazioni. Tra i cori scanditi dai manifestanti, Zemmour casse-toi, Paris n’est pas à toi, “Zemmour, vai via, Parigi non è tua”.
Non sembra per la quale il candidato nazionalista che, anzi, dal palco ha annunciato con grande verve retorica che “la riconquista è ormai cominciata“. “Se vinco questa elezione – ha spiegato – non sarà l’ennesima alternanza, ma l’inizio della riconquista”, perché “questo popolo francese che sta qui da mille anni non ha detto l’ultima parola“. “Io fascista?”, ha chiesto: “Ma fatemi il favore…“. Razzista? “Sono l’unico a non confondere la difesa dei nostri con l’odio degli altri, sono il piccolo ebreo berbero venuto dall’altra sponda del Mediterraneo” (in realtà è di origine algerina, ma è nato nell’Ile-de-France). Al momento comunque declina il suo programma così: “L’immigrazione zero diventerà un obiettivo chiaro della nostra politica”. Come? Vuole “eliminare gli aiuti sociali agli stranieri extra-europei, abolire l’aiuto medico di Stato” agli stranieri e ai migranti, eliminare lo ius soli ed “espellere sistematicamente tutti i clandestini presenti sul territorio francese”. “Tanti errori commessi negli ultimi 40 anni dovrebbero essere corretti”, dice Zemmour.