Economia & Lobby

Evergrande, si (ri)avvicina l’ “ora X”. Cedole da 82 milioni di dollari da pagare entro la mezzanotte, altrimenti è default

Le azioni della società, schiacciata da debiti per 300 miliardi di dollari, hanno perso nell'ultima seduta il 19%. Oggi scadono i termini per il pagamento degli interessi su due obbligazioni, il gruppo annuncia l'intenzione di ristrutturare il debito. Il governo cinese assicura: non ci sarà una crisi di liquidità

Nuova corsa contro il tempo per il gruppo cinese dell’immobiliare Evergrande, ormai da mesi sull’orlo del default. Le azioni della società, schiacciata da debiti per 300 miliardi di dollari, hanno perso nell’ultima seduta il 19%. Il gruppo ha lasciato intendere di non disporre delle risorse per far fronte ad una scadenza debitoria di 82 milioni di dollari (72 milioni di euro) chiedendo quindi un supporto del governo. Il gruppo si appresterebbe a ristrutturare il suo debito. La società ha dichiarato venerdì scorso che prevede di “coinvolgersi attivamente” nel processo di ridefinizione di cedole e scadenze i creditori. L’annuncio ha scatenato le vendite in borsa mentre le autorità si stanno muovendo per circoscrivere le ricadute del fallimento. Il governo del Guangdong, la provincia in cui ha sede Evergrande, ha convocato il fondatore Hui Ka Yan per esprimere preoccupazione dopo l’annuncio della società e ha affermato che avrebbe inviato una squadra allo sviluppatore per garantire operazioni “normali”.

A fine ottobre Evergrande aveva scongiurato l’ufficializzazione del default pagando all’ultimo minuto gli interessi su alcune obbligazioni denominate in dollari. Oggi termina il “periodo di grazia” su altri due bond in dollari. Una cedola ammonta 41,9 milioni di dollari, l’altra a 41 milioni. Gli interessi avrebbero dovuto essere pagati lo scorso 6 novembre ma le agenzie di rating concedono 30 giorni di tempo prima di dichiarare il mancato adempimenti degli obblighi debitori. Per le obbligazioni in dollari l'”ora x” scatta solitamente alla mezzanotte di New York. Dopo quelli odierni i successivi pagamenti in agenda sono 255 milioni di dollari da versare il 28 dicembre e altri 235 milioni entro il 24 gennaio

Il Partito comunista cinese ha promesso oggi che non ci saranno crisi di liquidità e che ci sarà un sostegno per il settore immobiliare. Pechino ha aggiunto che “operazioni economiche in un raggio ragionevole nel 2022”, assicurando che la Cina continuerà ad attuare “una politica fiscale proattiva e una politica monetaria prudente”. Il governo cinese ha affermato che intende continuare ad attuare una politica fiscale “dinamica” e una politica monetaria “prudente”, ma allo stesso tempo “flessibile e adeguata a mantenere una liquidità ragionevole e sufficiente” sui mercati a tutela della normale e ordinata operatività. “E’ necessario promuovere la costruzione di alloggi a prezzi accessibili”, si legge nella nota diffusa dalla Xinhua, puntando a “sostenere il mercato immobiliare commerciale per soddisfare meglio le ragionevoli esigenze abitative degli acquirenti e promuovere lo sviluppo sano e il circolo virtuoso del settore immobiliare”. La banca centrale cinese ha dichiarato che immetterà nel sistema 1,2 trilioni di yuan (166 miliardi di euro) di liquidità e ridurrà di 50 punti base la quota di riserve che le istituzioni finanziarie devono tenere depositate presso la banca centrale.

Nel frattempo un gruppo di obbligazionisti di Kaisa, altro gruppo immobiliare cinese, hanno sottoposto alla società una proposta formale per concedere più tempo alla società in modo da evitare un default formale su 400 milioni di dollari di obbligazioni in scadenza martedì. Il gruppo di obbligazionisti è assistito da Lazard e ha inviato in serata l’offerta a Hong Kong.