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No-Vax in tv, Mario Giordano scrive a Enrico Mentana: “Hai ospitato i complottisti dell’11 settembre e ora ti fai bello?”. Lui replica così

Continua il botta e risposta sul tema dei "No-Vax in tv". Dopo la lunga lettera di Mario Giordano, il direttore del TgLa7 ha deciso di replica con un post sui social

Stanno facendo molto parlare in questi giorni le dichiarazioni di Enrico Mentana sul veto alla presenza di sostenitori di tesi No Vax nel suo TgLa7. Sull’argomento si sono espressi anche la neo direttrice del Tg1 Monica Maggioni (d’accordo con Mentana) e Massimo Giletti (che invece dissente dal collega di La7). Adesso, a rompere il silenzio, è Mario Giordano, il conduttore di Fuori dal Coro. Con una lunga lettera riportata anche da Dagospia, Giordano ha scritto: “Caro Enrico Mentana, che tu, dopo aver ospitato nelle tue trasmissioni i complottisti dell’11 settembre e i fan della cura Di Bella, oggi ti faccia bello perorando l’esclusione dalle tv dei no vax, ci sta perché i tempi cambiano, i programmi pure e ricredersi è lecito”, ha esordito.

Poi ha continuato: “Però, ecco, ti pregherei di usare con cautela il termine tanto di moda. Cosa intendi per no vax? Oggi vengono assimilati con lo stesso epiteto chi pensa che i vaccini siano acqua di fogna e chi, semplicemente, dubita che sia opportuno somministrarli ai bambini, sulla base dei dati scientifici attuali. Oppure chi pensa al complotto mondiale e chi, semplicemente, dubita che escludere dal lavoro chi è senza green pass sia il modo migliore per difendere insieme salute e diritti costituzionali”. E ancora ha scritto: “C’è un po’ di differenza tra le due cose, non ti pare? Tanto è vero che chi ti ha intervistato l’altro giorno su Repubblica ti ha subito chiesto: ‘E allora Cacciari?’. Cacciari non è un no vax, hai giustamente risposto. Infatti. Ma ormai anche lui, come tutti gli altri appena solleva il sopracciglio per obiettare alcunché alla verità ‘somministrata dall’alto’ viene subito bollato con il marchio d’infamia. Sembra di essere tornati agli anni formidabili in cui se non leggevi Lotta Continua eri fascista”.

Non solo, ha poi aggiunto: “Ecco: oggi sembra in vigore lo stesso conformismo e se non sei perfettamente allineato sul dogma scientifico dei sacerdoti sommi Burioni & Bassetti sei un no vax. Hai dubbi sul dogma del green pass? Sei un no vax. Hai dubbi sui vaccini ai bambini? Sei un no vax. Ti fai domande sugli eccessi di allarmismi? Sei un no vax. Parli di terapie domiciliari? Sei un no vax. Dunque un soggetto pericoloso. Un terrapiattista. Un negazionista. Un soggetto da far tacere. No vax carogna ritorna nella fogna. Conoscendoti so che sei davvero, come dici, contrario a ogni censura. E allora ti prego, fai attenzione all’opera di demonizzazione in atto. Per quanto mi riguarda, per dire, sono stato ripetutamente bollato come portavoce dei no vax da persone che probabilmente non hanno nemmeno visto un minuto delle mie trasmissioni: infatti non ho mai ospitato medici stregoni o confronti Montesano/scienziati (e nemmeno Montesano). Ma abbiamo ospitato per esempio, da un anno questa parte, fior di medici preparati che applicano metodi seri per le cure domiciliari”.

Infine ha concluso: “È possibile oggi essere bollati come no vax perché si citano gli studi di scienziati come Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Mario Negri? O perché, da tempi non sospetti, si dice che il vaccino ‘è il pilastro della lotta al Covid ma non basta: bisogna costruirci l’edificio attorno’ (come dice oggi pure Guido Rasi)? O perché si ricordano le perplessità del professor Vaia o di Andrea Crisanti o di Maria Rita Gismondo (tutti vaccinisti convinti ma non con i paraocchi) sulla punturina ai bambini? Te lo dico perché immagino tu conosca benissimo il rischio che stiamo correndo: è quello di liquidare come no vax tutto ciò che disturba la ‘somministrazione’ del pensiero unico per escluderlo dal dibattito e dalle tv. Dare manforte a quest’ operazione non è all’altezza della tua storia professionale. E, soprattutto, non serve a migliorare né il giornalismo né il Paese”.

Non si è fatta attendere la contro-replica di Mentana, che via social ha scritto: “1. Non ho fatto un proclama, tipo ‘Da oggi non ospiterò più i no vax nel tg che dirigo’. È così da quando è stata annunciato il via libera ai vaccini, un anno fa. Chi oggi si scandalizza non se ne è mai accorto? 2. Mi si obietta, anche da colleghi, che spesso si etichettato come no vax anche altre categorie, che non vanno demonizzate ma ascoltate. Anche qui si sfonda una porta aperta. Chi si batte contro il green pass perché attua una discriminazione e impone una certificazione in assenza di obbligo vaccinale non è certo per questo un no vax: io stesso vedo e ho più volte indicato questo elemento critico (che a mio avviso si supera solo con l’obbligo, ma è solo la mia opinione, già più volte espressa)”. E ancora ha aggiunto: ” 3. Non considero certo le persone che non si vaccinano per paura dei no vax, e per estensione neanche quelli che aspettano il più possibile nella speranza che il problema si risolva da sé con la fine della pandemia. Rischiano, ma non teorizzano. 4. Se critici e esegeti vari avessero seguito in questo lungo periodo sospeso della lotta contro la pandemia il tg che dirigo avrebbero trovato tutte quelle voci, da Remuzzi a Zangrillo, da Crisanti al compianto De Donna, che volta a volta hanno indicato criticità o dubbi o diverso parere su aspetti importanti della lotta al Covid. 5. Quel che mi pareva ovvio, e che penso fosse pacifico per la gran parte di voi, è che i no vax sono solo… i no vax, cioè coloro che si battono attivamente contro il vaccino, affastellando teorie cospirazioniste e pseudo rapporti scientifici, terapie alternative di nulla consistenza scientifica e dati falsificati su contagi, ospedalizzazioni o decessi. Dare loro voce non è in nulla esercizio di pluralismo o democrazia, e chi lo fa – per audience – lo giustifica dicendo che così quei personaggi si screditano da soli“.

Per poi concludere: “Tesi almeno opinabile, visto che chi è incerto o impaurito cerca opinioni e figure cui aggrapparsi. Ma non sono a mia volta un arbitro delle scelte altrui: il mio perimetro di responsabilità è quello del tg, in termini di legge e di coscienza. E la coscienza impone – ad esempio – quando si ascoltano persone anche note affermare che quelle immagini delle bare di Bergamo erano fiction, di non dar loro la possibilità di contrapporsi alla realtà”.