Dodici ore di lavoro per sette giorni alla settimana. Niente feste e niente riposo, contratti irregolari e praticantati falsi. Dopo mesi di attesa, queste e altre irregolarità sono certificate ufficialmente nelle prime 17 lettere con le quali l’Ispettorato territoriale del lavoro di Prato scrive ai lavoratori Texprint che, da inizio marzo, denunciavano lo sfruttamento sul lavoro. Dopo il reintegro del primo operaio licenziato illegittimamente, ottenuto dal SiCobas lo scorso settembre, il sindacato di base incassa una seconda vittoria sindacale non semplice, in un contesto politico locale che in questi mesi ha voluto rimanere “equidistante” tra operai sfruttati e azienda sfruttatrice.
A fine febbraio l’inizio della protesta, con lavoratori in sciopero prima “puniti” con la cassa integrazione e poi con il licenziamento, poi diversi episodi tra i quali il più eclatante l’aggressione da parte di alcuni vertici dell’azienda agli operai colpiti con calci pugni e una mattonata sulla testa. Fino all’ultimo l’azienda tessile, che ilfattoquotidiano.it aveva provato a sentire lo scorso maggio ha cercato di negare e minimizzare fatti che ora si possono leggere nero su bianco sui documenti dell’ispettorato.
Il “rapporto di lavoro subordinato – si legge nei documenti – e il lavoro straordinario prestato” è durato per periodi diversi tra i singoli lavoratori, da un minimo di un anno fino a oltre cinque anni. Per quanto riguarda i contributi arretrati, “la sede Inps di competenza procederà all’addebito della contribuzione evasa” nei confronti dell’azienda. Oltre al lavoro irregolare e ai turni massacranti di 12 ore al giorno per sette giorni alla settimana, accertato dall’ispettorato ai danni di tutti gli operai, l’ispettorato ha confermato, l’uso di contratti di apprendistato “fasulli”, in quanto non correttamente dichiarati, che saranno quindi “ricondotti nell’alveo del lavoro subordinato full-time, sin dalla data di costituzione del rapporto, con il riconoscimento della qualifica ordinaria di operaio di II livello e il recupero della contribuzione dovuta”.
Il SiCobas la spiega così: “Il contenuto delle lettere si può riassumere così: alla Texprint c’è sfruttamento, chi ha scioperato ha sempre avuto ragione”. Quello che ora chiedono i lavoratori, oltre alla riassunzione con contratto regolare, è il rinnovo dei permessi di soggiorno in scadenza o scaduti a causa del licenziamento illegittimo subito in questi mesi. A breve ci saranno le prime udienze al Tribunale del Lavoro dove gli iscritti al sindacato richiederanno tutte le retribuzioni dovute e non pagate durante gli anni di sfruttamento. “In questi 11 mesi abbiamo subito multe, manganellate, denunce, arresti e tante falsità – rilanciano con un lungo comunicato i sindacalisti che hanno portato avanti la vertenza in questi mesi – Dopo la decisione del Tribunale del Lavoro che ha dichiarato illegittimo il licenziamento, ora il verbale dell’Itl chiude una volta per tutte il fiume di menzogne e omertà sul caso. Non ci sono più scuse. Per questo motivo, appena ricevute le lettere, abbiamo dato vita ad una protesta pacifica nel cortile della sede dello Sportello anti-sfruttamento del Comune. È l’ora che vengano riconosciuti i permessi di soggiorno per sfruttamento ai lavoratori della Texprint”.