L'associazione antimafia spiega che gli atenei sono un contesto sensibile, in cui sono ravvisabili condotte opache e mancanza di integrità. Per questa ragione- continua la nota stampa di Libera - è stata attivata questa azione di monitoraggio civico da parte degli studenti, ai quali verrà chiesto di compilare un questionario.
Bandi cuciti su misura, concorsi pilotati, titoli e pubblicazioni che non corrispondono a quelle richieste dal bando, elusione da parte degli atenei delle disposizioni del Piano anticorruzione in materia di sorteggio dei commissari. In occasione della giornata internazionale contro la Corruzione l’associazione Libera lancia una campagna nazionale per monitorare le università italiane.
“Esame da superare: la trasparenza”, è il titolo dell’iniziativa. L’associazione antimafia spiega che l’università è un contesto sensibile, in cui sono ravvisabili condotte opache e mancanza di integrità. E’ quindi importante promuovere azioni che conducano verso la trasparenza e la denuncia delle condotte illecite, valorizzando normative già esistenti. Per questa ragione- continua la nota stampa di Libera – è stata attivata questa azione di monitoraggio civico da parte degli studenti, ai quali verrà chiesto di compilare un questionario.
Un quadro oggettivo e generale della percezione del fenomeno corruzione tra gli studenti universitari ed i neolaureati di ambito sanitario è stato fotografato da Small Working Group del Segretariato Italiano Studenti in Medicina in collaborazione con Libera. L’inchiesta ha coinvolto studenti e neolaureati in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Professioni Sanitarie delle diverse università italiane. Al questionario hanno risposto 1498 studenti. Nonostante la maggior parte dei partecipanti all’indagine ritenga la corruzione un problema di entità grave (71,8%), il 10% del campione crede che la corruzione sia accettabile quando non crea danno o quando è finalizzata al raggiungimento di un obiettivo. Nell’indagine è stato chiesto agli intervistati quanto ritenessero diffusa la corruzione in ambito sanitario e in ambito universitario, in una scala da 1 (per niente) a 10 (completamente). Rispetto al primo, se si sommano le risposte da 6 a 10 totalizzano il 91% delle risposte. Rispetto alla diffusione in ambito universitario, se si sommano le risposte da 6 a 10 totalizzano l’80,7% del campione. È interessante anche notare come nella corruzione in ambito universitario la somma dei due valori più pessimistici (9 e 10) sia pari al 31%, contro il 25% delle credenze di altissima diffusione della corruzione nel settore sanitario.
Agli studenti è stato chiesto anche come valutassero l’impegno del proprio ateneo nella promozione della cultura della legalità, in una scala da 1 a 5. Sommando i primi due livelli (quindi 1 e 2) si arriva al 62,3%, pari a 933 studenti, segno che non si ritiene sufficiente l’azione proattiva dell’università in questo campo: un segnale forte e chiaro di una richiesta di maggior impegno da parte delle istituzioni universitarie sui temi della lotta alla corruzione e alle altre forme di illegalità e criminalità organizzata. Viceversa nel domandare quanto si ritenga importante parlare di corruzione all’interno del proprio corso di studi, l’81,3% lo ritiene fondamentale.