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Jamal Khashoggi, l’uomo arrestato in Francia non era uno dei presunti assassini: rilasciato

Secondo procuratore generale di Parigi, Rémy Heitz, l'uomo era stato fermato "sulla base di un mandato d’arresto internazionale emesso dalle autorità giudiziarie turche il 5 novembre 2018 nel quadro dell’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi", ma "accurate verifiche relative all’identità di questa persona hanno permesso di stabilire" l'esistenza di un errore di persona. Quindi è stato ordinato il rilascio

Lo avevano arrestato con l’accusa di aver fatto parte del commando che ha ucciso il giornalista Jamal Khashoggi. E invece il saudita fermato ieri in Francia non era la persona effettivamente ricercata. L’uomo non corrisponde infatti al sospetto per cui la Turchia aveva emanato un mandato d’arresto internazionale ed è stato rimesso in libertà. A riferilo è stato il procuratore generale di Parigi, Rémy Heitz.

Secondo il magistrato francese, l’uomo era stato fermato “sulla base di un mandato d’arresto internazionale emesso dalle autorità giudiziarie turche il 5 novembre 2018 nel quadro dell’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi”, ma “accurate verifiche relative all’identità di questa persona hanno permesso di stabilire che il mandato non si applicava ad essa”. L’uomo arresto ieri è stato dunque “rimesso in libertà”. Già ieri sera, l’ambasciata dell’Arabia Saudita a Parigi aveva dichiarato che il suo cittadino arrestato ieri mattina all’aeroporto parigino di Roissy-Charles-de-Gaulle mentre stava per imbarcarsi su un volo con destinazione Riad non ha “nessuna connessione” con l’assassinio del giornalista saudita Jamal Khashoggi e aveva chiesto il suo “rilascio immediato“. “Il cittadino in questione non ha alcun legame con il caso”, ha twittato l’ambasciata, aggiungendo che gli “assassini” sono già stati processati in Arabia Saudita e “stanno scontando” la loro pena lì.

L’uomo arrestato, secondo le indiscrezioni diffuse dall’emittente Rtl, rispondeva al nome di Khaled Aedh Al-Otaibi, 33 anni, ex membro della Guardia Reale dell’Arabia Saudita. Era stato l’Interpol a individuarlo come uno dei componenti del commando partito da Riyad pochi giorni prima del 2 ottobre 2018 per la metropoli turca con l’obiettivo di uccidere, su mandato del principe ereditario, Mohammad bin Salman, Khashoggi. Secondo un rapporto dei servizi segreti americani il collaboratore del Washington Post è stato ucciso e fatto a pezzi all’interno del consolato della monarchia del Golfo a Istanbul e poi cremato nel forno presente nella residenza del console.