Sicurezza dei vaccini destinati ai bambini, terza dose, variante Omicron e infine l’arrivo a breve di un nuovo composto anti Covid. A fare il punto è l’Agenzia europea del farmaco (Ema). I dati sulla sicurezza nella somministrazione del vaccino di Pfizer Biontech nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni “sono rassicuranti” fa sapere l’Ema, evidenziando che “non sono emersi problemi di sicurezza dalle grandi campagne di vaccinazione sui bambini” compresi in questo gruppo di età “negli Stati Uniti”. L’agenzia ha dato il via libera all’immunizzazione dei più piccoli il 25 novembre scorso.

Vaccinazione under 12 – Negli Usa la campagna per i giovanissimi è iniziata il 3 novembre scorso e sono stati vaccinati 3,5 milioni di bambini “senza segnali di allarme in questo periodo, e si è tenuto conto anche dei dati di Israele – spiega il direttore generale dell’Agenzia italiana per i farmaci, Nicola Magrini – Il fenomeno delle miocarditi è attenzionato da Ema, che ha reso noto i dati per gli over12 e indica un rischio molto raro di miocarditi per i vaccini a mRna nell’ordine di uno ogni 20mila soggetti circa”. “I dati epidemiologici – fa sapere l’Ema – mostrano che le infezioni e i ricoveri di bambini di età compresa tra 5 e 11 anni sono in aumento negli ultimi mesi. Mentre i bambini a rischio di contrarre in modo grave il Covid-19 dovrebbero avere la priorità, tutti i bambini in questa fascia di età dovrebbero essere presi in considerazione per la vaccinazione”.

Terza dose – “La raccomandazione attuale è di somministrare dosi di richiamo preferibilmente dopo 6 mesi. I dati disponibili supportano la somministrazione sicura ed efficace di una dose di richiamo già a 3 mesi dal completamento della vaccinazione primaria – dice il responsabile della task force vaccini anti-Covid dell’Ema, Marco Cavaleri – Gli studi dimostrano che la combinazione di vaccini virali vettoriali seguiti da vaccini mRNA produce alti livelli di anticorpi contro il coronavirus quando viene utilizzata come vaccinazione primaria o come richiamo”.

Omicron – I dati preliminari suggeriscono che i casi della variante Omicron “sembrano essere perlopiù lievi” spiega Cavaleri, evidenziando tuttavia la necessità di “raccogliere più prove per determinare se lo spettro di gravità della malattia causato da Omicron è diverso da quello di tutte le varianti che sono circolate finora. Solo il tempo lo dirà”. Al 6 dicembre i casi in Europa della mutazione rilevata per la prima volta in Sudafrica erano 213 e nessun decesso.

Nuovo vaccino e monoclonali – Intanto si potrebbe concludere la valutazione per la commercializzazione del vaccino anti-Covid di Novavax, Nuvaxovid, “prima della fine dell’anno”. Il composto, la cui approvazione è attesa dall’estate scorsa, “fornirà una nuova opzione per vaccinare le persone nell’Ue e nel mondo”. Il vaccino Novavax si basa su una diversa tecnologia rispetto a quelli finora autorizzati in Ue. Prevede due dosi e può essere conservato in frigorifero. Il vaccino è stato sviluppato con la tecnica delle proteine ricombinati: contiene una proteina spike di prefusione a tutta lunghezza realizzata utilizzando la tecnologia delle nanoparticelle ricombinanti e un adiuvante. Al momento, è stato autorizzato per l’uso di emergenza solo in Indonesia.

Inoltre il trattamento contro il Covid con l’anticorpo monoclonale Xevudy, sviluppato da Gsk e Vir Biotechnology, “sarà preso in considerazione dal comitato per i medicinali per uso umano la prossima settimana”. La terapia è destinata ai “pazienti che non richiedono ossigeno aggiuntivo e che sono a maggior rischio di progressione della malattia“, evidenzia l’Ema. L’uso dell’anticorpo monoclonale ha ricevuto il via libera del Regno Unito la scorsa settimana.

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