La coalizione di governo ha presentato martedì al Bundestag una modifica all’articolo 28a della legge di tutela contro le infezioni con la quale i Länder riguadagneranno spazi di manovra contro la pandemia e potranno nuovamente disporre chiusure temporanee di ristoranti, attrazioni per il tempo libero e culturali, fiere e congressi. Inoltre, le misure già introdotte sulla base della vecchia legge pandemica nazionale potranno essere protratte fino al 25 febbraio. È anche previsto che entro il 16 marzo 2022 tutto il personale sanitario e di assistenza agli anziani dovrà essere vaccinato contro il Covid. Le opposizioni hanno duramente attaccato la nuova maggioranza, che corre ai ripari per correggere la legge che essa stessa ha voluto. La modifica dovrebbe ad ogni modo venire approvata venerdì e poi anche dal Bundesrat entro il 15 dicembre. Olaf Scholz ha rimandato poi ad un dibattito al Bundestag anche un obbligo a vaccinarsi per tutti.

I contrari al vaccino, pensatori trasversali, antroposofi, omeopati e steineriani irriducibili per i quali è meglio ammalarsi per rafforzare le difese dell’organismo, ma anche negazionisti dell’evidenza pandemica tout court – che in numero assoluto secondo uno studio sarebbero scesi dal 14 al 9% della popolazione – divengono nel frattempo sempre più radicali. Un obbligo alla vaccinazione per tutti potrebbe moltiplicare il senso di frustrazione e aumentarne il potenziale violento, ha segnalato la socio-psicologa Pia Lamberty del think tank CeMAS in un’intervista all’emittente Zdf, per contro coloro che sono solo titubanti potrebbero sentirsi sollevati spostandone la responsabilità alla decisione dello Stato. Una fascia di persone che si alimentano di idee cospirazioniste e possono diventare capaci di azioni violente: il presidente della polizia criminale, Holger Münch, osserva come attraverso internet si sentano rafforzate e si incitino a vicenda. L’estrema destra lo sa e come il movimento Pegida fomentava le ansie contro gli immigrati, ora gli stessi attori in altra foggia agitano gli animi contro le misure anti-Covid.

All’inizio, i tassi di vaccinazione nell’est della Germania erano più alti: se c’è stata un’inversione di tendenza, rileva Pia Lamberty, è perché la mobilitazione porta frutti alla destra populista e a quella estrema. Il fenomeno è registrato anche dai ministri degli Interni di diversi Länder, allarmati per come da tempo le fila dei contrari siano permeate anche da esponenti della destra radicale. Ronen Steinke sulla Süddeutsche Zeitung riporta tra i distributori di stelle di Davide adesive con al centro la dicitura “non vaccinato” il neonazista Sven Liebich di Halle. Jana Merkel della MDR nel giugno di un anno attribuiva sempre a Liebich la vendita degli stessi adesivi, ma allora con la scritta “guidatore diesel”, un ‘altra categoria che si sentiva messa al bando dalla politica dopo che in Baden-Württemberg era stata vietata la circolazione dei motori diesel. A Monaco un anno fa erano comparsi anche adesivi con le effigi del virologo Christian Drosten, odiato dai no-vax tedeschi, e del medico nazista Josef Mengele con la dicitura in inglese “Fidatevi di me sono un medico”.

Venerdì una trentina di persone hanno così dato vita ad una minacciosa fiaccolata sotto le finestre dell’abitazione privata della ministra della Sanità della Sassonia, Petra Köpping (Spd). Angela Merkel ha condannato l’accaduto come “attacco alla democrazia” e il suo successore Olaf Scholz (Spd) è stato altrettanto fermo: “Come Paese non dobbiamo tollerarlo”. Il governatore del Baden-Württemberg Winfried Kretschmann (Verdi) ha sottolineato che era la prassi delle SA naziste. Il sociologo Matthias Quent, dagli schermi della ZdF, ha dichiarato di non avere dubbi che la fiaccolata fosse organizzate e orchestrata: da settimane si leggevano su Telegram inviti a raccogliere gli indirizzi privati di politici e quasi ovunque nelle proteste nella ex Germania dell’Est è estesa l’influenza dell’estrema destra.

Non lasciandosi intimidire, il parlamento della Sassonia lunedì ha votato lo stato di emergenza pandemica locale aprendo la strada a misure ancora più drastiche, tra cui il tetto di 10 persone ferme nelle manifestazioni. Per protesta ci sono state marce in oltre 50 luoghi scattate dopo un appello della formazione di estrema destra “Freien Sachsen”, presieduta dall’avvocato Martin Kohlmann di Chemnitz. La polizia lunedì ha fermato a Freiberg in una strada laterale circa 650 dimostranti indentificandone 451. Anche a Chemnitz sono state comminate 150 ammende. A Dresda gli agenti hanno invece dovuto mettere fuori pericolo alcuni contro-manifestanti che cercavano di interrompere una sfilata di 137 auto. In serata le forze dell’ordine hanno twittato il bilancio di diversi altri interventi, con il fermo di circa 130 persone.

Anche la AfD cavalca la protesta. La Corte costituzionale ha appena respinto il suo ricorso a valutare la conformità della regola 2G (accesso solo a vaccinati e guariti) negli alberghi della capitale, perché non sufficientemente motivato e da far valere semmai prima presso altre istanze. Il presidente Tino Chrupalla però si distanzia dalla violenza dichiarando che le “proteste pacifiche contro la costrizione alla vaccinazione sono un diritto fondamentale. La tutela della sfera privata anche! La fiaccolata di fronte alla casa di Petra Köpping è da condannare”.

L’omicidio a settembre di un gestore di un distributore di benzina a Idar-Oberstein che aveva indicato ad un cliente di indossare la mascherina se voleva essere servito è rimasto solo un caso estremo, ma aggressioni al personale nei supermercati, negli studi medici o ai binari delle stazioni si ripetono. Intanto i canali Telegram si riempiono di minacce esplicite. La ZdF ne riporta alcune contro il Governatore della Sassonia Michael Kretschmer (Cdu): “Dev’essere portato davanti ad un tribunale militare e fucilato sul posto”, “dev’essere messo subito al muro”; “non dobbiamo lasciarci raggirare e tirannare da questa lurida nidiata”, cita pure la MDR. La polizia criminale indaga per le minacce di morte dal canale della “Dresden Offlinevernetzung”, dove alcuni partecipanti hanno detto di essere armati, e ci sono sei fascicoli di indagine aperti per minacce ai membri del Governo della Sassonia in cui gioca un ruolo il canale Telegram dei “Freien Sachsen”, specifica l’emittente.

Anche Benjamin Winkler della Fondazione Amadeu Antonio denuncia l’aumento di commenti che inneggiano a rapire ed uccidere politici, a riunirsi in gruppi di resistenza, magari tra poliziotti e militari. Frasi che restano on line senza censure: la Germania, infatti, ha varato in aprile un pacchetto contro i messaggi d’odio in rete, ma l’obbligo dei gestori di denunciarli decorre solo dal prossimo primo febbraio. Per l’Institut für Demokratie und Zivilgesellschaft (IDZ) di Jena ci sono anche grosse differenze tra i Länder e gli interventi degli attori pubblici sono spesso frammentari, mentre non sempre la polizia userebbe tutti gli strumenti disponibili. La Commissione europea all’inizio del mese ha anche contestato alla Germania di non essere ancora intervenuta contro il negazionismo o la banalizzazione dei crimini internazionali nelle chat: il legislatore tedesco ha due mesi per intervenire.

Le proteste contro il 2G ovunque, d’altronde, si allargano. Molti si sentono minacciati nella loro esistenza e cercano uno sfogo alla loro insoddisfazione. Un corteo di 5mila persone è sfilato martedì ad Amburgo senza distanze e mascherine, ma pacificamente. A Berlino domenica in una manifestazione con 500 no-vax un dimostrante, poi fermato, ha invece strappato di mano il cellulare ad un giornalista del Tagesspiegel e ne è nato un tafferuglio. In oltre 2mila hanno protestato anche in Turingia, dove nel fine settimana ci sono state una trentina di dimostrazioni, per lo più non autorizzate. Almeno 1.500 partecipanti si sono registrati solo a Greiz, incuranti, o ignavi, che lì non c’è più neanche un posto libero in terapia intensiva. Sia Lamberty che Quent concordano che occorre segnare un confine preciso ai no-vax più radicali e riaffermare il diritto. Per il capo del Verfassungschutz della Turingia, Stephan Kramer, “è importante che si giunga anche a processi che vengano colti dal pubblico”.

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