Caro ministro Patrizio Bianchi, ho letto che lunedì sera ha trovato il tempo per andare ad una serata organizzata dal “Rotary” della sua città: Ferrara. Immagino che abbia pensato che un incontro con i professionisti e gli imprenditori debba avere una priorità nella sua agenda. Peccato che non l’abbiano dei bambini di una piccola scuola di provincia.

Da settembre la sto invitando a donare venti-trenta minuti del suo tempo per collegarsi on line con i miei alunni della pluriclasse di Salvirola, una piccola comunità in provincia di Cremona. Le ho chiesto, attraverso il suo staff, di dedicare un briciolo del suo tempo in occasione dell’inizio dell’anno scolastico ma ha declinato il mio invito: troppi impegni nelle prime settimane di scuola. Troppi problemi. Troppi nodi da sciogliere. L’ho compresa.

Altro tentativo. Le ho proposto di intervenire il 5 ottobre in occasione della giornata internazionale del docente ma non mi ha dato alcun riscontro. Pensavo che le avesse fatto piacere in quell’occasione fare l’insegnante per un giorno. Nulla. Troppi impegni anche a ottobre. Agenda fitta di appuntamenti. Comprensibile, anche stavolta.

Ho provato a invitarla il 20 novembre per la giornata dei diritti dei bambini. Avrebbe potuto spiegare lei ai miei alunni l’importanza di questa iniziativa: sarebbe stato bello vedere un ministro della Repubblica che spiega la ricorrenza. Anche stavolta un buco nell’acqua: impossibile conquistare qualche minuto della sua preziosa giornata.

Nei giorni scorsi sono tornato alla carica. Ho spiegato alla sua portavoce che sto dedicando le mie lezioni a spiegare ai miei alunni il potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Provi ad immaginare di essere un bambino di dieci anni e vedersi il ministro “spuntare” in classe: le piacerebbe? Sarebbe stata davvero una bella lezione per noi ma non è stata possibile. Anche stavolta nulla da fare, tuttavia.

Ora sarò sincero: non simpatizzo per lei, non è un mistero. Sono molto critico nei confronti del suo lavoro ma proprio perché sono un maestro ho il dovere di presentare ai miei alunni la figura del ministro dell’Istruzione con rispetto e con oggettività. E’ ciò che faccio e che ho tentato di fare invitandola a incontrare i miei alunni.

Caro ministro, a questo punto mi vien da pensare che preferisce il Rotary ai piccoli alunni di una scuola di provincia. Capisco: i bambini non votano e il loro maestro non le sta nemmeno tanto simpatico. Pazienza, ce ne faremo una ragione.

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