“I sindacati fanno il loro mestiere. Lo sciopero generale? Non me l’aspettavo. Si è realizzata la più grande riduzione di tasse sul lavoro mai fatta prima. Io ritengo che la legge di Bilancio che il governo ha presentato, che è stata aggiustata e sarà migliorata in Parlamento, sia una legge equilibrata per il Paese, interviene su temi sensibili come la non autosufficienza“. Il segretario del Pd Enrico Letta intervistato da Corriere tv esplicita per la prima volta il suo giudizio sulla mobilitazione proclamata da Cgil e Uil per il 16 dicembre. Letta – come il ministro del Lavoro Andrea Orlando – è stato quindi colto di sorpresa dallo sciopero contro quella che per le due sigle è una manovra “socialmente ingiusta”. Maurizio Landini, da “L’aria che tira” su La7, gli risponde a stretto giro: “Ho la sensazione che la maggioranza e il sistema dei partiti non si stanno rendendo conto, e lo dico con giustificato motivo, della reale situazione sociale delle persone nel nostro Paese”.
Letta chiarisce di rispettare “l’autonomia sindacale”, dunque “non voglio mettere becco sulle scelte di Cgil e Uil e sull’altra della Cisl, sono strategie diverse e ognuno ha fatto la sua”, precisa. “Sono favorevole, in generale, perché ci sia la massima unità possibile tra i tre sindacati. Se uno sforzo voglio fare come leader del PD è lavorare per aiutare la ricomposizione sindacale. Ma non mi crea sorpresa o imbarazzo vedere che hanno scelto una strada, fa parte della loro missione e mestiere”. E promette “impegno, se saremo ancora al governo, perché la decontribuzione per le fasce più deboli” – che vale solo per il 2022, al contrario dei tagli Irpef che beneficiano tutti – “diventi permanente”.
Landini a chi dice di non comprendere lo sciopero ricorda che “è uno strumento previsto dalla Costituzione e costa ai lavoratori, non è una passeggiata e non l’abbiamo scelto a cuor leggero. Questo è il momento di dire con chiarezza che bisogna cambiare strada. Il ministro Orlando non mi capisce? Non so se le forze politiche hanno in testa cosa sta succedendo, il 50% della gente non va a votare perché non si sente rappresentata. Il problema di essere solo evidentemente non ce l’ho solo io. La politica ascolti il mondo del lavoro”.
La decisione non nasce dalle scelte del premier Draghi, che “è una persona perbene e di conflitti sociali ne ha gestiti più di me, anche da presidente della Bce“. E “non è uno sciopero politico contro qualcuno ma uno strumento che i lavoratori e le lavoratrici mettono in campo per chiedere di essere maggiormente ascoltati e tutelati e di produrre dei cambiamenti”. Nel mirino ci sono quei partiti di maggioranza che hanno bocciato la sua proposta di contributo di solidarietà per i redditi sopra i 75mila euro, arrivata proprio dopo l’incontro con i sindacati: “Il fatto che abbia ascoltato e preso tempo e il giorno dopo ci abbia telefonato dicendo ‘si può fare qualche modifica, vado in Consiglio dei ministri per proporla’ è perché aveva capito il malessere, il disagio che c’era”. Ha quindi “pensato di fare una mediazione” con la proposta, “che non era nostra”, ma che poi è stata “bocciata dalla maggioranza di governo”.
Sullo sciopero la maggioranza è ovviamente spaccata. Per Matteo Salvini “è inspiegabile. Tutti per la prima volta, e come Lega mi prendo una parte di merito, pagheranno l’anno prossimo meno tasse e quindi indire uno sciopero generale in un momento peraltro così delicato mi sembra veramente un gesto di irresponsabilità. Non so onestamente cosa vogliano in più”. Secondo il senatore di Leu Francesco Laforgia “i sindacati usano gli strumenti a loro disposizione in difesa del lavoro. Per questo, sono sbagliati gli attacchi di chi vuole strumentalizzare lo sciopero generale indetto da CGIL e UIL. Lo sciopero è un diritto e va rispettata l’autonomia del sindacato. Le richieste sono chiare: rivedere l’impianto della riforma fiscale, ripensare il sistema pensionistico e sostenere con maggiori risorse la scuola e l’occupazione, segnatamente quella femminile e dei giovani. Il Governo provi, fino all’ultimo, a sanare la frattura che si è determinata avanzando proposte che possano rappresentare una risposta vera nel segno della redistribuzione della ricchezza e nel contrasto alla disoccupazione”. Un concetto ribadito dal capogruppo di LeU a Montecitorio, Federico Fornaro: “In questa fase difficile il nostro Paese ha bisogno di coesione sociale. C’è ancora tempo per trovare soluzioni per ricucire tra governo e sindacati”.