Secondo una prima valutazione d’impatto Ue, con le nuove norme fino a 4,1 milioni di rider e lavoratori delle piattaforme digitali potrebbero veder cambiare il loro status da autonomo a dipendente. BusinessEurope: "Avrà un impatto negativo sulla fornitura di servizi nel mercato interno"
La Commissione europea propone nuove regole a tutela dei rider e dei lavoratori delle piattaforme come Uber, Deliveroo e Glovo. Nella sua comunicazione Bruxelles stila una lista di criteri che, se rispettati, imporranno di inquadrare i lavoratori della ‘gig economy’ come dipendenti. In vista dei negoziati con Parlamento Ue e Consiglio, necessari per arrivare al varo della direttiva, BusinessEurope – l’associazione che riunisce le ‘Confindustrie’ europee – va all’attacco: “Ci rammarichiamo – scrive il direttore generale Markus Beyrer in una nota – per l’approccio scelto dalla Commissione sul lavoro per le piattaforme. Ha scelto di fare una dichiarazione politica, invece di proporre una soluzione equilibrata per le piattaforme, per i lavoratori e per i loro clienti. Qualsiasi intervento dell’Ue sul lavoro delle piattaforme deve fornire chiarezza su come il lavoro delle piattaforme può essere organizzato in modo legittimo, sia come lavoro dipendente che autonomo, a seconda di quale sia più adatto” alla bisogna. Per Beyrer, “la presunzione proposta di lavoro subordinato avrà probabilmente un effetto paralizzante sulle opportunità per gli individui di condurre affari come lavoratori autonomi e avrà un impatto negativo sulla fornitura di servizi nel mercato interno”.
“Nessuno sta cercando di uccidere, fermare o ostacolare la crescita delle piattaforme, siamo tutti impegnati nello sviluppo di questa economia perché corrisponde a una domanda nella nostra società, e vogliamo che prosperi. Ma questo modello di business dovrebbe anche adattarsi ai nostri standard, compresi quelli sociali”, ha detto il commissario europeo al Lavoro, Nicolas Schmit, presentando il pacchetto di norme Ue a tutela dei rider e dei lavoratori della ‘gig economy’. “Dobbiamo portare l’economia delle piattaforme dentro al modello sociale Ue”, ha ribadito. Secondo una prima valutazione d’impatto Ue, con le nuove norme fino a 4,1 milioni di rider e lavoratori delle piattaforme digitali potrebbero veder cambiare il loro status tra i 5,5 milioni considerati autonomi in modo erroneo.