Soldi agli azionisti e licenziamenti fanno volare il titolo Unicredit che chiude la seduta con un rialzo del 10,8%. Presentando il piano industriale l’amministratore delegati del gruppo Andrea Orcel ha annunciato che da qui al 2024 arriveranno ai soci circa 16 miliardi di euro. Solo per il 2022 è prevista la distribuzione di 3,7 miliardi di euro, composta al 30% da un dividendo cash e per il rimanente dal riacquisto di azioni proprie (un modo per alzarne il valore e premiare dunque chi già le possiede, ndr). Unicredit intende portare il suo Rote (Return on tangible equity, in sostanza la capacità di generazione di utili, ndr) dall’attuale 7,9% al 10%. Orcel parla poi di 1.500 nuove assunzioni. I nuovi ingressi saranno così distribuiti: 900 assunti in Italia, 300 in Europa Centrale e in Europa Orientale, 200 in Germania e 100 nelle funzioni di controllo. Orcel non fa invece menzione, e non smentisce, i 3mila esuberi, anticipati dall’agenzia Bloomberg, che vanno ad aggiungersi ai 3.900 del piano precedente per un totale di quasi 7mila uscite.

Nel piano UniCredit prevede di ridurre i costi di 1,5 miliardi di euro, puntando ad un rapporto tra costi e ricavi del 50% nel 2024, in calo dal 54,2% di fine settembre. Nel bilancio 2021 la banca stanzia 600 milioni di euro in “costi di integrazione delle risorse umane”. Gli analisti di Kepler Cheuvreux si attendono che il piano di Unicredit preveda 3mila esuberi. La riduzione dei costi a fine piano, da 9,9 a 9,4 miliardi di euro “è probabilmente legata a esuberi non ancora resi noti”, scrivono gli analisti, secondo cui i 600 milioni di costi una tantum che verranno contabilizzati nel quarto trimestre “suggeriscono circa 3.000 esuberi”. Nel comunicato stampa sul piano Unicredit ha definito questi costi one-off come “oneri di integrazione per il personale”.

Altro tema caldo quello delle fusioni e acquisizioni dopo che la banca ha interrotto le trattative con il ministero del Tesoro per rilevare Monte dei Paschi. Lo stop risale allo scorso 24 ottobre nel frattempo però il governo ha ottenuto più tempo da Bruxelles e si appresta a interveni più energici di risanamento sulla banca toscana. Elementi che potrebbero . Orcel ha affermato “Non escludo e non pianifico M&A (fusioni e acquisizioni, ndr)”. Le M&A si possono valutare se rispondono alla strategia della banca e i “criteri sono l’idoneità strategica, aiutarci nel Rote, negli obiettivi di distribuzione e rafforzare il business”. “L’Italia è un mercato profittevole e se ci saranno occasioni di accelerare la crescita le guarderemo”.

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Stando a quanto si legge nel piano la digitalizzazione è al centro della strategia di Unicredit e l’obiettivo è diventare una vera banca digitale. Il gruppo finanzierà “questa trasformazione con un aumento della spesa complessiva, 2,8 miliardi totali nel periodo 2022-2024, con chiare priorità strategiche. In programma ci sono 2.100 assunzioni nette nel Digital & Data, per un totale di 3.600 nuove assunzioni nette, incluse le 1.500 nel business”. “La nostra rete pan-europea di 13 banche leader e la pluralità di talenti interni al gruppo saranno unite da una comune ragion d’essere: dare alle nostre comunità le leve per il progresso”, ha spiegato Andrea Orcel aggiungendo che “Questo piano non si limita al breve termine, ma ci prepara anche al successo e alla stabilità nel lungo periodo, oltre il 2024. Sono orgoglioso di guidare UniCredit attraverso la prossima fase di crescita e creazione di valore per tutti i nostri stakeholder e so che vinceremo, nel modo giusto, insieme”, aggiunge.

“Per la prima volta c’è un vero piano di rilancio del gruppo, un piano di crescita che si basa su ritorni economici solidi e sostenibili, con una prospettiva temporale non di corto termine”, sottolinea il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni commentando il piano presentato oggi. “Il Piano d’Impresa di Unicredit illustrato oggi presenta su vari aspetti linee di indirizzo coerenti con quanto da tempo auspichiamo. In particolare, apprezziamo la volontà del Gruppo di recuperare un ruolo di rilievo nel settore del credito e in generale nel Paese” afferma Fulvio Furlan, segretario generale Uilca il quale sottolinea “In quest’ambito restiamo in attesa dei dati che l’azienda dovrà fornire rispetto agli impatti sull’organizzazione del lavoro, sulle lavoratrici e i lavoratori e sulle possibili uscite di personale per valutare la loro portata e la volontà di gestirli con le Organizzazioni Sindacali in coerenza con i principi condivisibili del Piano”,

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