“Io sono Gesù Cristo!”. Mentre il 58enne Michael Brian Protzman di Seattle, ex esperto di demolizioni, si proclama reincarnazione del Messia, qualcuno, nella piccola folla che lo attornia, sviene. “Quando l’ho guardato, mi è sembrato di guardare Dio. È stato molto potente”, dirà più tardi, dopo aver ripreso i sensi, Randell Moody, un rapper che online si fa chiamare Pryme Minister. Da un mese ormai, Moody ospita nella sua proprietà, poco fuori Dallas, in Texas, una parte del gruppo di Protzman, complottisti di QAnon convenuti sul luogo dell’omicidio di John Fitzgerald Kennedy per assistere all’annunciata resurrezione di suo figlio John Junior, morto in un incidente aereo nel 1999. La maggior parte di loro soggiorna, invece, allo Hyatt Hotel di Dallas, dove si muovono a capannelli tra la hall e la sala congressi cercando di decifrare complicati codici alfanumerici. Protzman li ha persuasi di riuscire a fare previsioni basandosi sulla gematria, una dottrina numerologica della tradizione cabalistica ebraica che lui ha fuso con passi della Bibbia e con il cuore escatologico della teoria del complotto QAnon. Combinando lettere e numeri secondo il metodo dell’occultista inglese Alaister Crowley, Protzman pronostica, di volta in volta, la data della riapparizione di Kennedy Jr. che, tornato in vita, affiancherebbe Donald Trump nel ticket presidenziale delle prossime elezioni.
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“Questi sono matti”, scrivono nelle chat Telegram gli altri membri di QAnon. L’ipotesi è persino troppo stramba ed estrema per i loro standard, loro che sognano tribunali militari presieduti dall’ex presidente per giustiziare politici e star di sinistra dediti, così credono, a traffici di minori e riti satanici nei sottoscala delle pizzerie di Washington. Anche i tradizionali cospirazionisti kennediani, che ogni anno si riuniscono a Dallas nell’anniversario dell’assassinio di Jfk, ne hanno una bassa opinione. Kris Millegan, uno dei relatori della conferenza sul complotto per uccidere il presidente, ha incontrato i millenaristi di QAnon mentre pregavano, cantavano e sventolavano gadget di Trump e Kennedy Jr. e si è convinto siano gli strumenti inconsapevoli di un’operazione psicologica di qualche società segreta.
A differenza dell’originario QAnon, il culto scissionistico plasmato da Protzman non coltiva però fantasie violente ed è organizzato in modo verticistico, con un leader carismatico che ne indirizza le scelte. Lo scorso marzo, con lo pseudonimo di Negative48, Protzman ha creato un canale Telegram rapidamente asceso a più di 100mila sottoscrittori. Curiosamente, il primo post è stato pubblicato il giorno dopo la notifica di pignoramento della sua casa di Federal Bay, su cui pendono pagamenti arretrati per quasi 50mila dollari.
Nonostante un passato da sincero cospirazionista – al Seattle Times l’ex cognata ha raccontato della sua abitudine di ascoltare le hate radios, stazioni radiofoniche americane incentrate nel diffondere estremismo di destra e teorie del complotto –, Protzman si sta approfittando della credulità dei suoi discepoli per sollecitare donazioni. Chiede soldi per il vitto e l’alloggio a Dallas, persino per gli abiti da ballo che saranno indossati durante le celebrazioni per il ritorno di Kennedy Jr. C’è chi ha consegnato al gruppo 200mila dollari, chi medita di ritirare i propri fondi pensionistici.
Delle quasi mille persone che hanno seguito Protzman a Dallas, prendendo voli dagli angoli più remoti degli Stati Uniti, molte lo hanno poi abbandonato per motivi finanziari. Non potevano più permettersi di sostenere il peso economico delle profezie fallite. Dopo la mancata resurrezione di John John alle 12:29 del 2 novembre, alla stessa ora dell’assassinio del padre e nella stessa piazza in cui fu ucciso nel 1963, Protzman ha guidato i suoi a un concerto dei Rolling Stones. Trecento dollari per un biglietto con una nuova promessa messianica: dietro le fattezze dei componenti della band, ha garantito, si celavano diverse celebrità morte, tra cui Michael Jackson, Prince e lo stesso Jfk Jr., ora rimpiazzato da Keith Richards. Incurante delle difficoltà economiche in cui versano i suoi fedelissimi, Protzman li sprona anche a intraprendere investimenti azzardati, come acquistare dinari iracheni e dong vietnamiti, per prepararsi a un terrificante collasso valutario globale e, così, diventare ricchi speculando sulla catastrofe.
Alla rivista Rolling Stone i parenti dei QAnon kennediani hanno espresso inquietudine, non solo per la dilapidazione del patrimonio personale e familiare, ma soprattutto per le ripercussioni psicologiche della delusione collettiva. Hanno paura di non rivedere più i loro cari. Rispetto al 2 novembre, il seguito di Protzman si è assottigliato in maniera consistente, eppure, come si evince dai video pubblicati sabato 4 dicembre, nella Dealey Plaza di Dallas ci sono ancora decine di persone, in particolare donne, allegramente abbigliate come a un comitato di benvenuto: magliette rosse con i volti di Trump, Jfk e Jfk Jr. e bizzarri cartonati con la testa del presidente Kennedy. “Se per settimane sei stato a Dallas aspettando il ritorno di Jfk Jr. e Michael Jackson, che farai quando andrai di nuovo a casa dalla tua famiglia? Dirai ‘Scusate, mi sono sbagliato?’ No, insisterai”, ha detto il ricercatore di QAnon Mark Rothschild intervistato da Dallas News. “Più la situazione va avanti e ci si affonda, più è difficile uscirne. È in quel momento che emerge la possibilità di fare del male a se stessi e agli altri“.
A impensierire meno, paradossalmente, sono i contenuti antisemiti che Protzman tenta di veicolare su Telegram: documentari su Hitler e film negazionisti dell’Olocausto che revisionano la Seconda Guerra Mondiale, ribaltandola come un complotto degli ebrei comunisti contro gli innocenti nazisti. Per ora il gruppo di Dallas è pacifico e collaborativo e né l’ufficio locale dell’Fbi né la polizia, contattati da Vice News, hanno rilevato attività sospette o illegali. Piuttosto, sono altri due i motivi di preoccupazione. Il primo è la sottovalutazione della pandemia. Negli ultimi giorni, diversi di loro hanno confessato di aver perso il gusto e l’olfatto. Protzman, no-vax come tutti i QAnon, ha raccontato loro che la cupola elitaria del Nuovo Ordine Mondiale usa i tamponi molecolari per cercare il dna della discendenza di sangue di Gesù e di Maria Maddalena, di cui gli stessi Kennedy farebbero parte.
Il secondo motivo di preoccupazione è l’ascendente di Protzman sulle persone che lo circondano. La sua cerchia più stretta gli bacia l’anello che porta al dito, come a un Dio, e tutti gli obbediscono a comando: in alcune foto si vedono i suoi seguaci meccanicamente disposti in fila indiana nella Dealey Plaza, mentre lui, in apparenza con un uccellino sulla spalla, indica loro, uno alla volta, la sagoma di una piramide, inquietante simbolo degli Illuminati, nella realtà nulla più che la vetta triangolare del più alto grattacielo della città. I residenti di Dallas, recatisi nella piazza per farsi una risata, ne sono tornati spaventati, scioccati dall’atmosfera settaria. “Dobbiamo sperimentare la morte fisica per lasciar andare l’ego, arrivare dall’altra parte e incontrare la verità”, hanno cominciato a suggerire i discepoli di Protzman in quella che sembra, a tutti gli effetti, l’esplicitazione di pensieri suicidi. Lo stesso Protzman ha pubblicato su Telegram lo screenshot da una app di navigazione che mostra come destinazione finale Waco, in Texas, dove nel 1993 74 persone, compresi dei bambini, morirono in un incendio, forse appiccato dall’interno, durante l’assedio dell’Fbi al rifugio della setta di David Koresh. Partita come farsa, la vicenda di quelli che aspettavano la resurrezione di John Kennedy Jr. rischia di terminare in tragedia.