Il giudice del tribunale del Lavoro di Pisa, Franco Piragine, ha condannato al risarcimento dei danni per la malattia e la morte per mesotelioma pleurico di origine professionale di Danilo Fedeli, morto il 19 aprile 2019 a 69 anni. L'azienda ha annunciato ricorso
Gli operai con tutte sporche di amianto salivano sull’autobus e le particelle del minerale killer si diffondevano. Il giudice del tribunale del Lavoro di Pisa, Franco Piragine, ha condannato Enel al risarcimento dei danni per la malattia e la morte per mesotelioma pleurico di origine professionale di Danilo Fedeli, morto il 19 aprile 2019 a 69 anni, autista di bus e prima ancora dipendente di imprese appaltatrici.
L’Osservatorio nazionale amianto, che ha diffuso la notizia, ricorda che l’uomo “ha lasciato la moglie Carmelina, e i due figli, Barbara e Simone”. “Mio padre – racconta la figlia Barbara – è stato autista dei pullman in Val di Cecina per più di 30 anni, venendo anche a contatto con i lavoratori delle fabbriche che, ignari, salivano e scendevano dai mezzi senza togliersi la tuta intrisa dall’amianto. Per ottenere il risarcimento ci siamo rivolti all’Osservatorio nazionale amianto Val di Cecina, che a sua volta ha investito della tutela legale il suo presidente nazionale, avvocato Ezio Bonanni, insieme e all’avvocato Massimiliano Deiana”.
“I due legali – aggiunge – hanno quindi depositato il ricorso giudiziario presso il tribunale che ha accertato la responsabilità dell’Enel per l’insorgenza della neoplasia e il conseguente decesso, liquidando in nostro favore un importo complessivo di circa 800mila euro, oltre interessi e rivalutazioni”. Secondo le testimonianze citate in sentenza dal giudice del lavoro “i materiali contenenti amianto, coppelle, fibretta e cemento, ci venivano forniti dall’Enel”, “non vi era una mensa ma consumavamo il cibo che portavamo da casa, talvolta mangiavamo sopra le coppelle” e un altro teste ha aggiunto: “Non avevamo mascherine né altre protezioni dalla polvere”.
Per Bonanni “dopo una lunga battaglia giudiziaria, a 12 anni dalla morte finalmente giustizia per la famiglia Fedeli con la condanna della società. Molto rimane ancora da fare in Val di Cecina e tutte le province limitrofe per la tutela anche delle altre vittime”. “In relazione alla decisione del tribunale di Pisa sul giudizio risarcitorio promosso dagli eredi di un lavoratore, che ha inizialmente prestato attività per alcune imprese appaltatrici di Enel presso l’area geotermica di Larderello (Pisa) e, successivamente, per un’azienda del trasporto pubblico locale, Enel intende precisare che la richiesta iniziale di danni è stata notevolmente ridimensionata e che procederà ad impugnare la sentenza“.