Tra i 16 indagati nell'inchiesta della procura di Foggia c'è anche Rosalba Bisceglia, moglie di Michele Di Bari, prefetto e capo del Dipartimento per l’immigrazione del ministero dell’Interno. Il leader della Lega attacca la ministra dell'Interno: ma a nominare Di Bari, nel maggio del 2019, era stato lui stesso
L’inchiesta della procura di Foggia sul caporalato consente a Matteo Salvini di tornare ad attaccare Luciana Lamorgese. Il motivo? Tra i 16 indagati nell’inchiesta c’è anche Rosalba Bisceglia, moglie di Michele Di Bari, prefetto e capo del Dipartimento per l’immigrazione del ministero dell’Interno. Almeno fino a questa mattina, visto che Di Bari ha rassegnato le dimissioni subito dopo la diffusione della notizia dell’indagine sulla moglie. “Chiediamo che il ministro dell’Interno riferisca immediatamente in Parlamento”, ha attaccato il leader dell Lega, rivolgendosi a chi ha preso il suo posto al Viminale. “Al di là della vicenda giudiziaria che non mi permetto di giudicare, i dati sull’immigrazione – visto che stiamo parlando del Capo dipartimento per l’immigrazione – dicono che in due anni ci sono stati più di 100mila sbarchi, quest’anno più che raddoppiati rispetto all’anno scorso”, dice Salvini a margine di una iniziativa del Carroccio al Gattile del Verano.
Solo che a nominare Di Bari al vertice del dipartimento Immigrazione non era stata Lamorgese – che l’ha solo confermato – ma chi l’aveva preceduta al vertice del ministero dell’Interno: cioè proprio Salvini che oggi la attacca per quella scelta. Sessantadue anni, originario di Mattinata, nel Gargano, Di Bari è infatti a capo del Dipartimento immigrazione dal maggio del 2019, scelto dal leader del Carroccio che all’epoca era alla guida del Viminale. Laureato in giurisprudenza, Di Bari ha vinto il concorso per la carriera prefettizia a 31 anni, nel 1990: promosso viceprefetto nel 2001, è stato capo di gabinetto e poi viceprefetto vicario alla prefettura di Foggia, ricoprendo vari incarichi di commissario governativo. Nel 2010 è stato nominato prefetto: prima di approdare al ministero, gli incarichi a Vibo Valentia (dal 2012 al 2013), Modena (dal 2013 al 2016) e Reggio Calabria (fino al 2019). Proprio durante l’incarico in Calabria aveva ordinato le prime ispezioni al sistema Sprar di Riace, gestito dall’ex sindaco Mimmo Lucano. Oggi le dimissioni, subito accettate da Lamorgese, dopo il coinvolgimento della moglie nell’indagine sul caporalato a Foggia. Inchiesta che non lo vede indagato. “In relazione alle notizie di stampa, desidero precisare che sono dispiaciuto moltissimo per mia moglie che ha sempre assunto comportamenti improntati al rispetto della legalità. Mia moglie, insieme a me, nutre completa fiducia nella magistratura ed è certa della sua totale estraneità ai fatti contestati”, ha fatto sapere Di Bari alle agenzie di stampa.