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Covid alla Scala, i contagi mettono a rischio il balletto La Bayadère: come stanno le cose

Dopo il Macbeth a rischio anche l'altra grande Prima, l'apertura della stagione del balletto. Quattordici contagiati tra ballerini, comparse, maître di balletto, bambini dell’Accademia della Scala, una parrucchiera e un altro dipendente del teatro

Dopo la prima del Macbeth il Covid mette a rischio il secondo grande appuntamento di questi giorni. È l’altra grande Prima del Teatro alla Scala, l’apertura della stagione di balletto. In scena La Bayadère con le coreografie di Rudolf Nureyev riprese dal direttore del ballo Manuel Legris. In cartellone dal 15 dicembre all’8 gennaio. La notizia è arrivata ieri, con l’annullamento delle prove. Tutti erano quasi pronti a salire sul palco, dopo due mesi di lavoro in un balletto romantico mai rappresentato al Piermarini: La Bayadère del “tartaro volante” da Marius Petipa.

E invece stop: troppo alto il rischio di contagi. Il dato, quello che scompagina tutti i piani, è che ci sono positivi al Coronavirus anche tra chi ha scelto di vaccinarsi. Fonti interne al balletto rivelano che fra i quattro ballerini contagiati, due sarebbero vaccinati. L’allarme inizia a serpeggiare già la scorsa settimana. Quali sono i numeri del Coronavirus in quei giorni? I test rivelano la presenza di tre contagiati. Sono una ballerina e due comparse delle 22 in scena per Bayadère. Immediatamente scatta per loro l’isolamento. Poi, nei giorni successivi, se ne aggiungono altri. Fino a oggi: l’elenco si completa con quattro casi di positività fra i ballerini, tre comparse, due maître di balletto (che sono una sorta di coach della compagnia), tre comparse fra i bambini dell’Accademia della Scala. Inoltre una parrucchiera e un altro dipendente del teatro.

Oggi nuovo giro di tamponi molecolari per tutti, vaccinati e non. A raffica. Il tutto mentre gli artisti venuti in contatto con i quattro ballerini risultati positivi sono già in quarantena cautelativa. Fra i ballerini si tratta anche di super ruoli. Bayadère nella coreografia di Nureyev, musica di Minkus, dovrebbe si vedrà la russa Svetlana Zakharova come artista ospite in alcune recite di gennaio ma soprattutto dare lustro ai talenti di casa: fra cui Nicoletta Manni, Nicola Del Freo, Virna Toppi, Martina Arduino, Marco Agostino, Vittoria Valerio, Claudio Coviello, Timofej Andrijashenko.

Il balletto, molto cesellato e rappresentato finora solo all’Opéra di Parigi per cui fu creato nel 1992, valorizza l’intero corpo di ballo. Tutti i ruoli hanno la loro visibilità speciale ed è per questo che il nuovo direttore Legris lo ha scelto. Per una ripartenza alla grande. Impossibile ritornare da quarantene e volare sul palco senza adeguate prove: è ricco di virtuosismi e variazioni che vanno perfezionate in ogni sfumatura. Nasce come titolo inaugurale per esaltare un’intera generazione di stelle scaligere.

Solo con i risultati in mano verrà presa la decisione. Andare avanti subito con le prove, recuperandone almeno una di quelle saltate. Oppure fermarsi. Oppure rimodulare i cast: sono quattro quelli previsti in scena per le recite e l’avvicendamento potrebbe essere modificato secondo le esigenze anti pandemia.

La situazione al momento non è ritenuta fuori controllo, ma sarà evidentemente la diffusione dei contagi a dettare il calendario dei prossimi giorni. Così le opzioni che si prospettano sono tre. Proseguire secondo i programmi, sospendere e salvare almeno una parte delle recite, quelle di gennaio. Oppure far slittare in blocco l’intera produzione, rimandando la prima che si prospetta un successo prima ancora della rappresentazione: le vendite dei biglietti stanno andando alla grande.

Non è una situazione nuova per la Scala. A marzo l’attività del corpo di ballo, che allora si svolgeva a porte chiuse, era stata rallentata da una serie di allarmi. Si era poi parlato di falsi positivi ai test e la situazione era tornata alla normalità. Perché, allora, è scattato questo nuovo allarme? Alcune voci riportate dall’interno, i classici boatos, sussurrano che la percentuale di vaccinati tra i danzatori sarebbe inferiore a quella raggiunta dagli altri corpi artistici italiani. Si parla del 70 per cento, ben inferiore al 90 per cento raggiunto dalla popolazione della Lombardia. In più c’è la protesta scattata da parte di alcuni no vax per via dei tamponi a getto continuo imposti dal teatro. Per entrare alle prove bisogna avere il green pass. Ora i tamponi molecolari sono stati estesi a tutti. Anche i sindacati sono sul piede di guerra. Chiedono che vangano subito aggiornati i protocolli per garantire un ulteriore livello di sicurezza ai dipendenti della Scala.

Quando l’inquietudine si propaga, la Rete reagisce immediatamente. Schizza immediatamente all’insù la popolarità dell’hashtag #ScalaInfetta. Un diluvio di commenti e c’è anche chi si preoccupa per la salute di Mattarella che ha applaudito l’opera di Verdi, ottenendo in cambio le ovazioni del pubblico e l’invito a restare al suo posto: “Speriamo che il Presidente della Repubblica, forte delle sue tre dosi, non sia stato contagiato”, è il commento.

Resta invece confermato alla Scala, domenica 12 dicembre alle 20, il gala dell’Accademia “Un sogno lungo vent’anni”. L’evento con la presenza della scuola di ballo, coro di voci bianche e orchestra dell’accademia teatro alla scala, celebra il ventennale della Fondazione Accademia Teatro alla Scala e il trentennale della Fondazione Milano per la Scala. La partecipazione degli ospiti Martina Arduino, prima ballerina, e Mattia Semperboni, solista, è confermata. Resta da capire, in questa situazione, quale sarà la coppia di ospiti a sorpresa. Viene in mente che Roberto Bolle non è nel cast di Bayadére. Sarà lui la star?